Quando la musica manda un messaggio

Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime.”
(Victor Hugo)
Così si pronunciò uno dei più grandi autori che la Francia abbia mai visto riguardo la musica. La parola è uno strumento potente, e lo è ancor di più se abbinata ad una melodia. È in grado di farci prendere coscienza, di arrivare alle masse, ed è proprio per questo motivo che decine di artisti hanno usato questo mezzo per inviare un messaggio, sociale o politico che sia, col fine di smuovere le situazioni.
Ci basta pensare a “Bella ciao”, canto popolare associato al movimento partigiano italiano e divenuto simbolo della resistenza; o alla musica di Fabrizio De André, che con la sua ironia ha criticato aspramente la società. Il periodo più emblematico per la musica di protesta è senza dubbio gl’ anni 60 che videro lo scoppio dei movimenti giovanili ed una conseguente rivoluzione in ambito musicale. È in questo momento che band come The Doors, i Rolling Stones o i Creedence Clearwater Revival infondono attraverso i loro testi un messaggio di ribellione contro la guerra e la violenza, alla generazione dei “baby boomers”. Poco più tardi, negl’ anni 70, la band irlandese degli U2, gruppo che tra l’ altro decenni dopo compose la celebre “Ordinary Love” in occasione della morte di Nelson Mandela; pubblicó “Sunday Bloody Sunday”, la struggente canzone dedicata ai fatti del 30 Gennaio 1972 in Irlanda del Nord, che videro l’ uccisione di quattordici manifestanti per i diritti civili da parte del primo battaglione paracadutisti dell’esercito britannico. Troviamo poi gl’ indimenticabili Pink Floyd i quali rappresentano nei loro album temi che potremmo definire quasi filosofici, come la conflittualità all’interno dell’ uomo. Tra tutti spicca l’ album “The Wall”, il quale va a rappresentare nei suoi testi, il lutto per i genitori, l’ ingresso della guerra in una vita qualunque, una scuola priva di umanità, l’ incapacità di avere un amore adulto, e l’ alienazione.
Concludiamo questo viaggio attraverso la storia della musica “impegnata”, con le parole di un altro artista, che ha fatto della musica la sua vita:
“La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori” (J.S Bach)