Calais Bastille/mentre l’Europa litiga la vita passa da Calais

Di Aurora Stilli e Martina Turra

-Si apre il sipario del Teatro Govi di Genova: ecco a voi “Calais Bastille“, uno spettacolo che mostra la triste realtà della vita dei migranti nella famosa “Jungle de Calais“, dove tantissime persone attendono di poter partire per il Regno Unito, meta molto ambita. Un’attesa, però , che non sembra avere fine.

Calais, la città della speranza

Calais è una cittadina francese situata nel nord-ovest della Francia, tristemente conosiciuta per la sua cosiddetta “Jungle”, ovvero un enorme accampamento limitrofo alla città dove vivono migliaia di migranti. Questa gente proviene da paesi in guerra come Libia, Afghanistan o Iraq, ed hanno intrapreso un lunghissimo viaggio attraverso l’Europa per tentare di arrivare in Inghilterra, nella speranza di trovare una vita migliore.

Lo spettacolo: Calais-Bastille

I protagonisti dello spettacolo sono quattro migranti, tutti di diversa nazionalità,partiti dai loro paesi d’origine per trovare modo di aiutare i loro famigliari. Si riuniscono nella Jungle, tentando di sopravvivere alle condizioni estreme nelle quali si trovano. Una ragazza, che lavora per un’associazione d’integrazione, cerca di aiutare i profughi Aydin, Badou, Zabina e Hassad a trovare un modo per dar voce ai loro desideri, convincendoli che anche la Francia può essere un luogo ospitale dove coronare le proprie speranze. Uno spettacolo ricco di emozioni che ci pone davanti ai desideri di persone che la maggior parte delle volte consideriamo estranee ai nostri occhi, ma che in realtà assomigliano a noi. Hanno sogni e paure che a volte li spingono ad agire in modo estremo, difendendo i propri diritti umanitari, all’apparenza semplici ma di estrema importanza per la dignità umana. In questo senso i migranti sentono di trovarsi nelle stesse condizioni dei francesi ai tempi della rinomata Rivoluzione del 1789, quando un intero popolo insorse contro il re per proclamare le proprie libertà, i propri diritti e l’uguaglianza tra tutti.

Egalitè, Fraternitè, Libertè

Sono questi gli ideali che alimentavano il popolo francese e che oggi nutrono le speranze di queste persone, le quali vogliono destare l’attenzione dei governi sulla loro situazione. Tantissime canzoni accompagnano le vicende rappresentate e coronano l’atmosfera in modo completo e adatto. Soprattutto la grandissima bravura degli attori, che sono riusciti a rendere al meglio e a emozionare tutto il pubblico, trattando di un tema così attuale e profondo.

Comprensione o Rifiuto?

Questi migranti sono costretti ad abbandonare le proprie case, a spendere tantissimo denaro per intraprendere viaggi, molte volte clandestinamente, mettendo talvolta a rischio la loro stessa vita per raggiungere la “terra promessa”. Ma una volta raggiunta la Francia, vengono respinti, viene chiesto loro di tornare a casa: ormai non hanno più una dimora e i governi non prestano minima attenzione alle loro richieste. Pensano solamente a chiudere le frontiere tra gli Stati e di conseguenza le menti dei popoli, contribuendo alla riaffermazione del razzismo, alla paura per l’estraneo.
Bisognerebbe ascoltare e parlare di più, chiedere della loro vita per poter davvero comprendere fino in fondo i loro animi e il loro cordoglio.
Perché l’unica cosa che unisce tutti i popoli, distanti nei luoghi e nel tempo, è la difesa dei propri sogni, alla propria vita e alla ricerca della felicità, che muove tutti questi desideri che nessuno, neanche un’intero oceano di distanza, può affievolire.