L’arte come denuncia/ L’Italia di nuovo in prima linea

di Camilla Poli e Alice Bafico

– Tra le caratteristiche comuni a molti talenti italiani c’è quella di nascondere il proprio talento con l’ansia di non piacere a un pubblico ampio, la paura di ricevere fischi anziché applausi. Ognuno può trasformare una piccola dote in un gran talento e come ne son capaci tutti, anche gli italiani possono riuscirci e riconoscere il proprio valore. Molti talenti del nostro paese sono riusciti a conquistare un pubblico nazionale e straniero dando prova della capacità di non nascondersi e lavorare sodo per conquistare i propri obiettivi.

Cecilia è la curatrice del “Padiglione Italia della 57a Biennale di Venezia“, manifestazione artistica d’Arte contemporanea che aprirà al pubblico fino al prossimo 26 novembre. Cecilia vuole valorizzare i progetti di tre artisti italiani, che hanno avuto lo spazio e le risorse necessarie per esprimere appieno le loro capacità. La curatrice è convinta del fatto che l’arte sia ormai diventata globale e che non debba seguire alcuno schema passato per piacere. Chi ha delle idee innovative deve metterle in pratica e possono venire fuori cose meravigliose, non ha senso nascondersi. Il mondo ha bisogno di essere stupito e solo delle nuove idee possono far sì che lo sia sempre di più. “Italiani, basta piangersi addosso”, queste sono le sue parole.

L’ olandese Maarten van Aalderen, quattro volte Presidente dell’Associazione della Stampa Estera ha scritto un libro dal titolo “Il bello dell’Italia”. Il testo raccoglie 25 testimonianze di corrispondenti esteri per indagare su quali siano gli aspetti positivi del nostro Paese, quali le risorse su cui puntare e su come procurare il sentimento di amor proprio che si è pian piano dissolto. Molte nazioni invidiano l’Italia, amando la sua natura, il suo mare, la sua cucina; ma spesso ci comportiamo come se la nostra nazione fosse inferiore ad altri Paesi e, come si esprime con la bellezza del proprio territorio, deve riuscire ad esprimersi anche con il talento dei suoi abitanti.

L’arte e la cultura in generale italiana sono note in tutto il mondo: siamo stati precursori di grandi movimenti letterari e artistici, inventori di stili e tecniche, autori di grandi opere. L’evolversi della situazione politica e sociale non ha mai intaccato il genio italiano che da sempre ha cercato di portare nella scrittura e non solo, il tormento della società, le difficoltà all’epoca della censura e dell’inquisizione. Può essere che il peso del successo artistico italiano pesi sugli artisti di oggi? Noi tutti sappiamo quanto possa essere difficile mantenere un buon livello, una buona reputazione nella vita quotidiana, e ciò non può che essere effimero se comparato con il successo che l’Italia ha avuto secoli addietro.

Partendo dal presupposto che la vita è la più grande fonte d’ispirazione da cui possiamo trarre, le difficoltà storiche e sociali hanno sempre avuto un ruolo importante nell’arte. Chissà cosa pensava Pablo Picasso mentre realizzava la sua opera più celebre, il Guernica, la più significativa e cruda dimostrazione della guerra civile spagnola. Ciò che noi di Sharing pensiamo è che anche in un’epoca di stallo come la nostra, in cui tutto sembra andare male, tutto ci va contro, cercare la luce e la speranza scrivendo, facendo foto, dipingendo le nostre emozioni, il nostro sguardo sulla società, non può mai essere un fallimento. Il fallimento più grande è piangersi addosso e poi non raccontarlo.