Dicono che siano sdraiati. Sarà vero?

Di Agata Galano

L’AUTORE

Michele Serra Errante è nato a Roma nel 1954 e cresciuto a Milano. Fin dall’età di vent’anni iniziò a scrivere per giornali molto noti come “La Repubblica”, “Vanity Fair”e “L’Espresso”. I suoi libri più importanti sono: “Gli sdraiati”, “Il nuovo che avanza” e “Cerimonie”.

LA TRAMA

Gli sdraiati è un libro che tratta delle relazioni tra adulti e ragazzi. I protagonisti sono un padre (il narratore del racconto) ed il proprio figlio, i quali sono personaggi molto distanti tra loro. il messaggio che l’autore vuole darci, attraverso questo rapporto genitore-figlio molto disastrato, è che la tecnologia è una delle maggiori cause di questa mancanza di dialogo famigliare. Il figlio del narratore, viene definito uno “sdraiato” ovvero un ragazzo pigro il cui unico scopo è quello di stare seduto sul divano a guardare la TV e disprezzare il proprio padre. Il padre è invece un uomo volenteroso di creare un dialogo con il proprio figlio ed è inoltre autore di un libro la cui trama è ambientata in un futuro dove i giovani ed i vecchi saranno in guerra perenne, qui il narratore afferma però di essere dalla parte dei giovani e non dalla propria.

LA SCRITTURA

Michele Serra utilizza un linguaggio molto ironico e sarcastico. Per la scrittura l’autore si avvale di uno stile semplice in cui viene sfruttato l’uso, molto spesso arrivando all’abuso, di metafore.

Una delle maggiori doti di Serra, che molto spesso si può riscontrare in questo racconto, è quello di parlare ai ragazzi e agli adulti utilizzando un linguaggio unico e divertente.

IL MESSAGGIO DEL RACCONTO

Oltre al fatto che la tecnologia è ormai la causa di una mancanza di dialogo famigliare, uno dei tanti altri messaggi che Michele Serra vuole darci è di non aver paura di provare. Il protagonista, ovvero il padre, lungo tutto il corso della storia prova molte volte a creare un rapporto con il proprio figlio nonostante quest’ultimo non voglia tentare di parlare nemmeno con lui, solo alla fine il protagonista riesce a coronare il proprio desiderio: riconciliarsi con il proprio figlio.

Ed è proprio in questa società di soli conformisti che l’autore ci sprona a differenziarci da tutti gli altri, a mettere da parte la tecnologia e iniziare a dialogare con le persone che ci circondano, senza paura, perché alla fine lo schermo di un computer non rimpiazzerà mai il valore di un amico o di un genitore.