Il nonno triste e la strana fame d’odio dei social media

di Rachele Alvarado

– La foto di un nonno triste, con in mano un hamburger e lo sguardo di chi sembra chiedersi cosa ha sbagliato. E’ questa l’immagine che accompagna il seguente tweet di Kelsey Harmon “Il nonno ha preparato hamburger per i suoi sei nipoti, ma solo io mi sono presentata alla cena”. Nel giro di pochi giorni la storia di Sad Papaw (letteralmente nonno triste) ha commosso e indignato tutto il globo raggiungendo i 260mila like e le 160mila retweet. I retweet però non contenevano soltanto parole di conforto verso l’anziano premuroso, ma per lo più critiche, insulti, minacce verso i nipoti assenti. Intimidazioni che sono diventate sempre più pesanti, fino ad arrivare a vere e proprie minacce di morte. In realtà lo stesso Sad Papaw durante un’intervista ha spiegato come stavano davvero le cose: il motivo del fallimento della cena era stato un semplice malinteso, difatti suo figlio Ryan si era dimenticato di dirlo ai suoi quattro figli. Un incontro riparatore è avvenuto pochi giorni dopo il tweet in un ristorante dove si sono riuniti tutti i sei nipoti con il nonno, ormai felice. Lo stesso Sad Papaw racconta sull’evento: “Non immaginavo che quella mia immagine messa online avrebbe scatenato tutto questo! Sono mite e riservato di natura, non ero così triste come magari poteva sembrare dalla foto.”. Un solo tweet ha generato tutto ciò, ancora una volta è evidente il potere dei social network, della solidarietà che sono capaci di trasmettere, ma soprattutto dell’odio di cui troppo spesso sono portatori. Odio, come in questo caso, nato da fraintendimenti.

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