#ShareTheScience/La sensazionale scoperta che ci permetterà di combattere l’Alzheimer

di Martina Turra

– Sharing.school torna come ogni settimana con #Sharethescience, la rubrica attraverso la quale cercheremo di avvicinarvi al mondo della scienza e alle sue infinite meraviglie. Oggi ci occuperemo di una scoperta straordinaria che ha rivoluzionato la scienza del cervello umano.

“Come si creano i ricordi?”. È questa una delle più grandi domande che l’uomo si è sempre posto e che è stata fonte di numerosi dibattiti, tra chi sostiene che i ricordi derivino da esperienze di vite passate e chi supporta stravaganti tesi scientifiche.
Ma un esperimento condotto da un’equipe di scienziati americani e inglesi sembra mettere in discussione tutte le teorie fin ora studiate.

Come si formano i ricordi?

In seguito a qualsiasi esperienza vissuta, il metro cervello crea due tracce, ovvero due percorsi diversi per i singoli ricordi:uno di breve durata, destinato a svanire in poco tempo e che è indirizzato nell’ippocampo; e uno invece a lungo termine, destinato a durare nel tempo e a stabilizzarsi nella corteccia cerebrale.
In precedenza si pensava che le tracce mnestiche si formassero dapprima nell’ippocampo e che poi, tramite un lento processo, si spostassero nella corteccia, per diventare stabili. Ma questa teoria è stata smentita dalle recenti scoperte condotte in laboratorio.

La verità è nei topi

I ricercatori del Riken-MIT Center for Neural Circuit Genetics hanno svolto un esperimento, sottoponendo dei roditori a delle deboli scariche elettriche e osservando come e quando il ricordo del trauma subito si manifestasse nel loro cervello.
È stato notato che l’encefalo dei topi aveva formato simultaneamente due tracce dell’evento:una che si è diretta nell’ippocampo e l’altra nella corteccia prefrontale. I neuroni di quest’ultima, dopo alcune settimane di mancata attività, si sono consolidati e stabilizzati, consentendo al piccolo animale di poter rievocare in modo naturale i ricordi del trauma.

Cosa accadrà per la medicina?

Questa scoperta rivoluzionerà il mondo della ricerca sulle cure contro alcune forme di demenza, come l’Alzheimer, per il quale era stato dimostrato in precedenza che i pazienti affetti da questa malattia possono formare le tracce dei ricordi ma non sono in grado di poterle rievocare.

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