La solitudine / Il “mostro sotto il letto” di noi giovani

di Serena Staderoli

– La solitudine dei numeri primi è il primo romanzo di Paolo Giordano, e narra delle vite parallele di Alice e Mattia, spesso segnate da eventi tristi.

La trama
Alice e Mattia, sono due giovani torinesi che hanno vissuto eventi traumatici durante la loro infanzia: la ragazza, ferendosi una gamba sulle piste da sci, è rimasta zoppa, mentre il secondo è la causa della scomparsa di sua sorella gemella, Michela, che era affetta da autismo, e che faceva provare molta vergogna a Mattia. I due ragazzi si conoscono durante le scuole superiori, in un periodo delicato per entrambi: Alice, infatti, soffre di anoressia nervosa, mentre Mattia è un autolesionista. Entrambi i giovani sono molto soli, e la loro amicizia, fatta principalmente di silenzi, sembra soprattutto uno stato di coesistenza. I due adolescenti crescono, e il loro rapporto sembra trasformarsi in qualcosa di più, senza, però, alcuna svolta decisiva. Lentamente le loro vite si separano, nonostante sia chiaro che entrambi provino qualcosa. Lo stesso Mattia definisce se stesso e Alice come “due numeri primi gemelli”, così vicini ma allo stesso tempo così lontani.

I giovani e la solitudine
L’autore, attraverso i protagonisti, definisce il senso di solitudine come una sorta di “mostro” in grado di bloccare le emozioni che si provano. Quante volte è capitato di lasciare questioni “in sospeso”, solo perché eravamo assaliti da un senso di oppressione e desolazione? La solitudine è, purtroppo uno dei principali scogli dei giovani, ma non è solamente per quanto riguarda l’essere soli e basta, è il fatto di non sentirsi capiti, il non riuscire a trovare la propria identità, la paura di prendere decisioni definitive per il proprio futuro: tutto questo ci fa sentire pesci fuor d’acqua, esseri soli e “fini a sé stessi”. Crescere significa anche questo: trovare la propria strada, il proprio posto nel mondo, non fermarci al primo accenno di difficoltà, ma guardare al futuro, spaziare, tentare, sperimentare, e non rinchiuderci in noi stessi, non siamo soli, siamo un piccolo granello di sabbia in una spiaggia immensa, dove chiunque è diverso ma simile a noi.