L’arte e Botticelli/Armonia e semplicità

Di Camilla Poli

-“La natura è arte ed è un artista chiunque sia capace di unirla alla propria fantasia.”
Tra gli autori studiati durante questo quarto anno liceale, molti sono coloro che mi hanno trasmesso emozioni forti e molto differenti l’una dall’altra.Tra di loro ce n’è stato uno in particolare, che è riuscito a raggiungere il cuore di molte persone attraverso la realizzazione di volti, gesti e movimenti, racchiusi in una semplicità armonica unica e affascinante: Sandro Botticelli, noto artista del Rinascimento fiorentino(1445-1510).


Quasi tutti sono a conoscenza dei suoi dipinti che più hanno suscitato stupore nell’arte dell’epoca e tra questi ce n’è uno che continua ad essere oggetto di fama mondiale: la “Primavera”.
Oggi vi parlerò proprio di quest’opera e dei dubbi e domande che non hanno ancora avuto una risposta pienamente accreditata.

Cosa rappresenta la “Primavera”?

L’Opera, realizzata nel 1482, è densa di significati allegorici di difficile e incerta interpretazione. Secondo una di queste la protagonista è Venere, Dea mitologica; i personaggi presenti sono anch’essi legati al mondo ultraterreno. Partendo da destra, possiamo vedere Zefiro, di pelle bluastra e personificazione del vento primaverile. Porta tra le sue braccia la Ninfa Clori, che successivamente metterà incinta. Accanto alla coppia risiede Flora, personificazione della Primavera e la stessa Clori trasformata dalla gravidanza avuta con Zefiro. Un piccolo simbolo che preannuncia il collegamento di Clori con Flora è il filo di fiori che sta uscendo dalla bocca della ninfa prima della trasformazione.
Al centro della scena si trova Venere, la quale fa da forza motrice a tutti gli eventi che la circondano. Sopra la sua testa troviamo Cupido, figlio della Dea e pronto a scoccare la freccia ad una delle tre Grazie. Queste sono collegate tra loro attraverso un intreccio di dita. All’estremità sinistra la presenza di Mercurio, estraniato dalla scena, sta allontanando le oscure nuvole che minacciano la fine della Primavera. La scena si svolge in un ombroso bosco caratterizzato da aranci colmi di frutti e arbusti.


“Primavera” porta dietro di risposte incerte

Molti sono dubbi su questo famosissimo dipinto e le domande che ancora adesso faticano ad ottenere una risposta accreditata. Tra queste ci si chiede soprattutto quale sia il vero significato dell’opera e cosa accomuni le nove figure presenti, oltre che il motivo per cui tutte le figure femminili presenti sembrino incinte.
Il primo che tentò di risolvere il problema fu lo studioso tedesco Aby Warburg che ipotizzò anche un titolo più preciso per il dipinto “Regno di Venere”. Questo perché appaiono riunite figure mitologiche che generalmente sono associate alla dea, la quale è anche la divinità della primavera. L’inglese Charles Dempsey, invece, ritenne che il quadro fosse la raffigurazione non solo della stagione primaverile, ma anche dei tre mesi di cui essa è composta: il mese dei venti, marzo, sarebbe simboleggiato da Zefiro-Cloris-Flora; Venere, Cupido e le Grazie alluderebbero ad aprile, il mese dell’amore; mentre Mercurio rappresenterebbe maggio, dato che il nome di tale mese derivò anticamente da quello di Maia, madre di Mercurio.
Il motivo per cui tutte le donne appaiano incinte riguarda probabilmente la stagione primaverile, periodo di gestazione della natura che darà presto i suoi frutti.
Credo che la Primavera sia un’opera che andrebbe studiata a fondo, perché guardandola più in dettaglio si nota un numero sempre maggiore di particolari aventi una profonda spiegazione. Ogni dettaglio infatti, può portare dietro di sé un significato enorme che in tutte le opere artistiche è importante non sottovalutare. Un’opera ricca di dettagli come la “Primavera” non può essere guardata superficialmente, ma bisogna entrarci dentro e provare anche a dare un’interpretazione propria, perché l’arte è fatta proprio per questo: apre la mente e nasconde dietro di sé un sacco di segreti a cui ognuno può avvicinarsi. Attraverso dipinti con sguardi, gesti, movimenti si può capire l’animo di colui che li ha ideati. Spesso ciò che appare un sorriso non è detto che lo sia realmente, ciò che un movimento sembra indicare, in realtà può avere un altro significato che nessuno potrà mai scoprire appieno. La bellezza dell’arte è porsi infinite domande e rimanere senza risposta, si ha perciò la continua possibilità di imparare ma non sapere mai abbastanza.
I tormenti, le paure e anche le emozioni positive che spesso non si riescono a trasmettere parlando, si celano dietro alle figure e ai paesaggi di un artista. Per questo sono convinta che bisogna trovare se stessi per dedicarsi ad una disciplina simile, nessun artista avrebbe successo se nei propri disegni non condividesse qualcosa di esclusivamente proprio.
Botticelli mi ha particolarmente colpito perché è riuscito a rendere semplice un dipinto pieno di particolari, di allegorie, di significati. Non si distingue alcun tipo di sofisticatezza in ciò che ha creato ed è proprio questo il bello: ha conquistato il mondo con la sua semplicità e armonia.