Vannoni e le sue cure magiche: un caso che fa riflettere

di Francesca Sanfilippo
– Pochi giorni fa Davide Vannoni  è stato arrestato per accuse di truffa aggravata e associazione a delinquere. L’uomo è responsabile della creazione del trattamento Stamina contro gravi malattie degenerative. Peccato però, che questa cura non sia mai stata riconosciuta dal ministero della Salute e non sia mai stata approvata scientificamente.

IL CASO
Il metodo Stamina è basato sull’infusione di cellule staminali e dovrebbe curare gravi malattie, talvolta mortali. Vannoni, psicologo laureato in scienze della comunicazione, adescava i pazienti su Facebook e li convinceva ad andare all’estero, in Georgia, per farsi curare in una clinica apposita. I malati non solo venivano ingannati, ma erano obbligati a pagare ingenti somme di denaro sia per il viaggio che per le infusoni, arrivando a perdere più di 30 mila euro. La magistratura inoltre ha dichiarato che quei malati non sono mai guariti e che sarebbero stati “usati” solo per guadagnare denaro.
Prima dell’arresto Vannoni stava per lasciare l’Italia per dirigersi nella sua clinica estera, continuando così le sue cure false.
UN MANIPOLATORE DI UOMINI
Lo psicologo era riuscito a ingannare non poche persone, tanto che quando è stato accusato e screditato da tutta la comunità medica, i suoi pazienti hanno protestato davanti all’ospedale di Brescia perché continuasse le cure. Aveva anche cercato, invano, di attribuire l’invenzione del suo metodo alla regione Piemonte per non essere incolpato.
Quest’uomo sembrava aver trovato finalmente una cura magica che potesse una volta per tutte rendere curabili malattie che fin ora non lo sono affatto. Ha riscontrato così tanto successo perché le persone sono per natura attratte dai miracoli e da tutto ciò che sembra essere soprannaturale. Ed è ancora più facile trarre in inganno tutti coloro che sono in difficoltà, disperatamente in cerca di un appoggio su cui contare.
In mezzo a questa vicenda ci sono anche moltissime mamme e bambini dei quali Vannoni si è approfittato per interessi esclusivamente personali, ignorando il dolore altrui, ma soprattutto la dignità della persona.