#ZainoInSpalla/I volti del mondo

di Camilla Groppo
– Arriva un momento nella nostra vita in cui avvertiamo il bisogno di sentirci veramente grandi. Il passo tra essere bambini e diventare adulti è lungo, difficile e prevede molte tappe. L’importanza di tutto ciò è consistente e ognuno di noi la affronta in modo diverso. A parere di molti, una tappa fondamentale può essere un viaggio in solitaria, partendo con la sola compagnia di noi stessi.

 
Un’estate o anche solo un mese in un paese straniero è una grande occasione per maturare, per imparare a gestirsi e capire quali sono i nostri limiti e, perchè no, le nostre potenzialità. Esistono molti modi per viaggiare da soli, io ho scelto di unire un’esperienza fondamentale per il mio presente ad una importante per il mio futuro. Il mese che ho passato in Inghilterra a studiare per ottenere uno degli esami maggiormente riconosciuti a livello europeo è stato il migliore della mia vita, e non sto usando un’iperbole.
 
Ho vissuto in casa di una famiglia inglese, anche se la padrona era giapponese, e ho ascoltato la loro storia. Mi hanno raccontato di come si sono innamorati. In una mattina di maggio in Giappone, durante il viaggio dei sogni di Paul, si sono incontrati. Ho scoperto che il mio modo di festeggiare non é il loro stesso. Ho giocato con la nipotina e la sua migliore amica con le bambole, e ho raccontato loro di come mi divertivo io a cinque anni.
Nella stanza vicino alla mia dormiva colei che è diventata una delle mie più care amiche. Una ragazza francese della mia età, di Nizza, che mi ha confessato quello che ha provato quando ha saputo che un camion, il 24 luglio, si é lanciato sulla folla nella promenade della città in cui vive provocando una strage. Ci siamo entrambe commosse quando, con una specie di sorriso, lei ha risposto alla mia domanda dicendomi che no, nessun suo caro ha perso la vita nell’attentato.
 
In una scuola di lingua all’estero si diventa cittadini del mondo, si conoscono le storie e le culture di ogni popolo e ci si commuove spesso nel dire addio agli amici.
Mi sono quasi vergognata di essere italiana e ho chiesto scusa a nome del mio popolo quando un ragazzo saudita mi ha chiesto se avevo dei problemi con lui per via della sua religione. Tempo prima un’italiana che lo aveva visto pregare lo aveva aggredito dicendogli che “se preghi il tuo Dio fomenti l’ISIS”.
 
Ho ballato la salsa (sì, si può fare tutto quando si é liberi dai pregiudizi) con un siriano che sta lontano dalla sua famiglia da anni, perchè ad Aleppo c’è la guerra e i suoi genitori gli vogliono troppo bene per tenerlo con loro.
 
Ho conosciuto le tradizioni dei giapponesi e ho smesso di lamentarmi troppo della scuola italiana quando mi hanno detto che loro frequentano le lezioni anche d’estate per fare i compiti con i professori e può succedere che ci restino fino a tarda sera. Inoltre le scuole sono divise per sesso, perciò per Akari avere un amico maschio è una novità assoluta.
 
Ho conosciuto anche chi parla la mia stessa lingua ed ha le mie stesse tradizioni, ma in quel tipo di contesto quasi ce ne si dimentica.
Ora ho amici in ogni parte del mondo, indicatemi uno stato qualsiasi nel mappamondo e vi descriverò con entusiasmo chi ci vive.
 
Quello che ho imparato sembra scontato, ma non lo è: amare le differenze.
Una condizione di totale distacco dalla quotidianità mi ha permesso di essere me stessa, quella persona che qui non riesco ad essere. Forse è per questo che è così difficile mantenere i rapporti con le persone che ho conosciuto in viaggio, perchè sono consapevole di essere un’altra persona.
Ed è così che vi auguro di sentirvi: persone libere da ogni pregiudizio, con la mente aperta, disposti a scoprire il nuovo e ad apprezzare chi è diverso da voi. Vi auguro di essere voi stessi sempre, nella buona e nella cattiva sorte. Vi auguro di credere a quello che volete senza badare ai giudizi, perchè ci sarà sempre qualcuno di così insoddisfatto della propria vita da sentirsi in dovere di criticare quella degli altri.