CINEMA/L’attimo fuggente, un film senza età

L’ “attimo fuggente” è uno di quei film che bisogna vedere almeno una volta nella vita.
Ieri sera l’ho riguardato per la sesta volta nel giro di un anno e, ovviamente, non me ne pento affatto.

“Dead poets society” è un film di 128 minuti uscito per la prima volta in America nel  1989 e diretto da Peter Weir. Il racconto è ambientato nel 1959 in un prestigioso collegio maschile basato sulla tradizione e la disciplina, l’accademia “Welton” dove si seguono le vicende di un gruppo di ragazzi formato da Todd Anderson, Neil Perry, Charlie Dalton, Knox Overstreet, Richard Cameron, Steven Meeks e Gerard Pitts.

In particolare, il film si focalizza sull’arrivo di un originale professore di letteratura, con metodi di insegnamento definiti dagli altri professori come non consoni per dei ragazzi così giovani. Lo scopo di questo nuovo professore (interpretato da nientemeno che
Robin Wiliams) è riuscire a far appassionare alla vita e alla letteratura questi ragazzi.

Una delle frasi più celebri del film è detta proprio da lui nella sua prima lezione, la
riporto qui sotto.
”Strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza un giorno smetterà di respirare:
diventerà freddo e morirà. Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi del passato: li avrete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati. Non sono molto diversi da voi, vero? Stesso taglio di capelli, pieni di ormoni come voi e invincibili,
come vi sentite voi. Il mondo è la loro ostrica, pensano di esser destinati a grandi cose come molti di voi. I loro occhi sono pieni di speranza: proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale? Perché vedete, questi ragazzi ora sono concime per i fiori. Ma se ascoltate
con attenzione li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi! Ascoltate! Sentite? ‘Carpe’, ‘Carpe diem’, ‘Cogliete l’attimo, ragazzi’, ‘Rendete straordinaria la vostra vita’! “.

Dopo questa insolita e affascinante lezione, il gruppetto protagonista di ragazzi userà “carpe diem” come motto. Più tardi scopriranno che il loro professore di letteratura, in
passato, faceva parte di una strana setta, chiamata “setta dei poeti estinti”. In
pratica Keating e i suoi compagni si riunivano durante la notte a leggere poesie nel bosco, o come dice il professore: ”Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era
vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.” (frase presente in “la vita nei boschi” di Henry David Thoreau). Grazie alla passione con cui il professor Keating trasmette i suoi valori, uno dei ragazzi, Neil Perry svilupperà il suo interesse per il teatro andando contro gli ideali dei suoi genitori.

Per tante persone una trama del genere potrebbe sembrare noiosa, banale e scontata; ma non è così. Questo è uno di quei film che rimangono impressi nella mente per  qualche tempo, forse anche grazie al finale inaspettato.
Ognuno dei personaggi ha delle caratteristiche ben precise e durante la pellicola cambia, cresce, matura. E’ il caso di Todd Anderson: all’inizio del film si presenta come un ragazzo timidissimo, fa persino fatica a parlare con i suoi nuovi compagni. Invece, alla fine del film, si rivela come uno dei più coraggiosi: durante l’ultima scena, va contro le regole salendo in piedi sul suo banco per salutare il suo “capitano”, ovvero il professore di letteratura.

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