TAMARA LUNGER E IL K2/La vita vale più di un sogno

Tamara Lunger ha 34  anni. È un’alpinista, la cui carriera atletica inizia a 16 anni, e ha collezionato in tutti questi anni un numero di soddisfazioni non da poco.

Nel 2003 ha partecipato alla competizione Vertical Race a San Martino di Castrozza. Nel 2010 è diventata la donna più giovane a raggiungere la vetta del Lhotse, nel luglio del 2014 ha scalato il k2. Il 26 febbraio 2016 iniziò, in occasione della prima ascensione invernale del Nanga Parbat, la sua scalata dall’ultimo campo verso la vetta. Mentre i suoi compagni di cordata (il bergamasco Simone Moro, il basco Alex Txikon ed il pakistano Ali Sadpara) giunsero fino alla cima di questo ottomila, Tamara Lunger dovette fermarsi a 70 metri dalla cima per problemi di salute dovuti allo scarso periodo di acclimatamento che la mise in difficoltà.  Infine, nel 2020, durante un tentativo in invernale del Gasherbrum I, il suo compagno di cordata Simone Moro finì in un crepaccio a testa in giù: Tamara Lunger però riuscì a salvarlo, riportando nell’azione alcune ferite alla mano.

Un sogno diventato incubo

L’alpinista bolzanina è da poco rientrata in Italia al termine di un esperienza tragica. Ha tentato di fare un impresa storica: diventare la prima donna a scalare il k2 della stagione invernale, la seconda vetta più alta del mondo. Dopo aver visto morire cinque suoi colleghi, però, ha deciso di mollare l’impresa. “Il K2 ci ha mostrato il suo volto più feroce e ha fatto di tutto per impedirci di salire. Questa spedizione per me è stata la più brutale che ho vissuto. Un’esperienza che ho cominciato come un sogno e che è finita in un incubo che mi rincorrerà per tanto tempo”.

Un incubo anche perché Sergi Mingote, un collega basco, ha perso la vita davanti ai suoi occhi: “Era a 40 metri, ma ero terrorizzata dalla prospettiva di vederlo martoriato. Non ho potuto fare altro che parlargli per circa un’ora, accompagnarlo nella maniera più dolce possibile alla sua fine”.

Oltre a Sergi Mingote hanno perso la vita altri quattro alpinisti: Atanas Skatov, John Snorri, Alí Sadpara e Juan Pablo Mohr sono le vittime di questa tragica vicenda. La montagna non risparmia nessuno, li ha inghiottiti