VIOLENZA/Quando i giovani diventano aggressivi

Tra il 2020 e il 2021 a Canazei in Trentino, la casa di Anna Bonafede, una quarantenne residente a Bologna, è stata distrutta da una baby gang. Questa gang è composta da diciassette ragazzi tra i 14 e i 16 anni, che tornavano da delle feste, dove avevano assunto una dose eccessiva di alcool. La vicenda è iniziata quando un ragazzo informò i compagni che la casa era di un suo zio e che erano liberi di fare ciò che volevano. Hanno lanciato sul balcone il frigorifero, il lampadario e una affettatrice, oltre ad aver sventrato porte e finestre.
Fortunatamente il clan è stato smascherato da un selfie, fatto girare sui social. La proprietaria della casa, vedendo le condizioni dell’abitazione, è rimasta scioccata, denunciando gli adolescenti.

Infatti, è ancora in corso il processo a 12 dei ragazzi per danneggiamento, invasione di territori ed edifici in concorso ad un risarcimento di circa 130mila euro. Il gruppo rischia dai 6 mesi ai 3 anni di pena. Nel novembre scorso al Centro di Giustizia Riparativa di Trento, c’è stato un incontro tra Anna Bonafede, i ragazzi e i genitori, per discutere sul risarcimento. La proprietaria ha ribadito in diverse interviste che non le interessano i soldi, ma l’aiuto da parte del paese per ricostruire la casa e pagare per il danno affettivo arrecato.

Perché i giovani sono così violenti, da cosa è data questa violenza?
Quante volte noi adolescenti sentiamo ripetere che “stare troppo al telefono fa male”?
Probabilmente così tante da esserne nauseati.
Ma forse dovremmo ascoltarle queste raccomandazioni, perché sono proprio i dispositivi che ci portano al limite.
Non stiamo parlando di televisione, ma video ed immagini che girano su Facebook e YouTube e di videogame che mostrano lotte, guerre (etc). I giovani, per noia, per divertimento o solo per curiosità, passano gran parte del tempo a guardare video e filmati che istigano un’enorme quantità di stimoli, tra cui violenza e comportamenti pericolosi senza conseguenza per le azioni agite.
L’adolescente si trova in una fase in cui si sta sviluppando il pensiero personale “Sta sviluppando” e questo spiega che alcune parti celebrali non sono abbastanza mature nella capacità di giudizio e che il soggetto possiede strette risorse cognitive nell’affrontare messaggi mediatici senza filtro.
“Ma la causa della violenza nei giovani non è solamente da attribuire ai mass media, vi sono diversi fattori di rischio che entrano in gioco”:

-La carenza educativa nella famiglia: violenza subita o assistita, inadeguatezza nelle regole.

-Appartenenza a gruppi amicali devianti

-Abbandono scolastico

-Carenza delle strutture extrascolastiche

Cè anche dietro la pandemia
Anche il COVID-19 ha portato i suoi contro nei i giovani.
L’isolamento, con i giovani chiusi nelle loro case, ha collaborato ad aumentare i reati commessi online. La chiusura di scuole e attività sportive e ricreative ha cancellato un prezioso elemento di protezione, manifestando i più deboli.
Questi, oltre che luoghi di apprendimento, sono luoghi in cui si formano relazioni, dove si migliorano le competenze emotive e soprattutto dove avvengono i riti di passaggio, importanti per proseguire verso il mondo adulto.
Ha privato i giovani di supporto e delle occasioni di socializzare.
La pandemia ha avuto un forte scontro anche sulla salute mentale, aumentando i sentimenti di stress ed ansia sugli adolescenti, che li ha portati alla violenza.
Il lockdown ha reso più complicato distrarsi dai pensieri negativi e ciò ha portato con sé nuove preoccupazioni: l’incertezza sul futuro e il timore per i propri cari

Le Baby Gang
Le baby gang sono gruppi di ragazzi accomunati dal desiderio di essere rispettati dalla società e sentirsi invincibili. L’esigenza di sentirsi accettati porta molti adolescenti a raggrupparsi con coetanei con i quali condividono età, interessi, sport, ma anche e soprattutto problematiche familiari e personali.
Per la maggior parte delle baby gang sono formate da ragazzi dei ceti bassi anche se ultimamente, gruppi di giovani di buona famiglia scelgono la microcriminalità, perché annoiati dal benessere e dalla vita comoda.
In questi giorni, purtroppo, questo fenomeno è in forte sviluppo.
Tra i fatti di cronaca si sente sempre parlare di illegalità compiuti da bande di ragazzini giovanissimi che si uniscono con lo scopo di seminare violenza e terrore, tra coetanei e adulti.

Si può trovare una soluzione a tutto ciò?
Il modo migliore per limitare la violenza causata da queste baby gang è senz’altro un buon controllo da parte dei genitori, vivere in un ambiente tranquillo e sereno, che aiuta molto con lo stare bene.
Un altro punto fondamentale è parlarne a scuola e cercare di tenere occupati i ragazzi con lo sport ed attività extra scolastiche
Se la famiglia si accorgesse che il proprio figlio è coinvolto in una gang, la prima cosa da fare è parlargli,e se non si riesce a risolvere la situazione, allora andare dalla polizia, che provvederà ad aiutare il giovane ad uscirne, molte volte con aiuti psicologi.
La cosa fondamentale è avere un buon controllo dai familiari. Insomma, bisogna trovare una soluzione pratica per far sì che questi episodi di aggressioni non accadano più, che i ragazzi non si trovino più nelle condizioni di comportarsi in questo modo e risolvere il problema una volta per tutte.