– Nel nostro terzo appuntamento è con noi una donna impegnata anima e corpo nella vita scolastica. L’obiettivo è uno solo: trasmettere la sua passione.
Prof. Chicco, come molti sanno, lei è da sempre impegnata in numerose attività extracurricolari. Vuole ricordare ai lettori le più importanti?
I progetti a cui tengo di più sono “Andiamo a teatro”, un’iniziativa che consiste nella visione serale di circa 15 rappresentazioni di particolare interesse e rilevanza, in programmazione nei Teatri genovesi (con particolar riguardo al Teatro Stabile di Genova), “Per ricordare la Shoah”, ovvero la produzione di uno spettacolo da presentare presso la Sala Polivalente in occasione del Giorno della Memoria, organizzata dal Comune di Recco e “Laboratorio di teatro”, di cui sono referente. Il corso, una serie di 10-12 incontri, a cadenza settimanale, è condotto da Yuri D’Agostino, attore e regista nonché nostro ex-alunno. Nel corso degli anni mi sono cimentata insieme agli alunni in numerose altre esperienze, quali la produzione di film su DVD, ad esempio “Recco 10 Novembre 1943: i giovani ricordano”, un reportage volto a ricostruire i fatti avvenuti nel periodo bellico a Recco, attraverso le testimonianze dei sopravvissuti ai bombardamenti intervistati dagli studenti. Adesso abbiamo in lavorazione un DVD sui 50 anni del liceo, per il quale ho curato le celebrazioni tra maggio e ottobre 2015. E poi ci sono le conferenze e le uscite didattiche che organizzo da sempre…
Mi chiedo come faccia a fare tutto! Cosa la spinge ad impegnarsi in queste attività?
Secondo me il lavoro scolastico svolto in classe oggigiorno non è sufficiente. Molto spesso sentiamo genitori e insegnanti lamentarsi del fatto che gli alunni non hanno interessi, sono passivi, non hanno passioni né fantasia, sono pigri… Questi aspetti sono indubbiamente veri, ma, di fronte a tutto ciò, credo che il nostro compito sia stimolare, incuriosire e sviluppare la creatività dei ragazzi, partendo dai loro interessi. Personalmente ritengo estremamente importante far toccare con mano quello che si studia, dunque bisogna uscire dalla classe, partecipando a mostre, conferenze, gite ed eventi. Su questo io mi sono sempre impegnata molto: dobbiamo coinvolgere gli studenti nella vita della città, dalla quale spesso si trovano esclusi. Credo faccia parte del mio lavoro fare uscire gli alunni dalla classe, ma anche andare oltre rimanendo in aula. In questi termini internet, powerpoint e le LIM sono strumenti molto utili. Lavorando così sono arrivate molte soddisfazioni, soprattutto dagli studenti più svogliati e disaffezionati allo studio, ma che hanno tirato fuori delle competenze tecniche fuori dalla norma. Coinvolgendoli nei lavori di gruppo hanno scoperto il piacere della ricerca, hanno imparato un metodo e anche il loro profitto è cresciuto sensibilmente. La più grande soddisfazione è vedere i ragazzi crescere, acquistare autostima e sicurezza di sé. Stando insieme si crea poi un rapporto particolare, un feeling per cui ti seguono con tutto se stessi.
Bisogna dare di più per ottenere di più!
Esattamente.
Qual è, dunque, il suo modello di scuola ideale?
Una scuola fatta così: una scuola laboratorio, una scuola in cui tutti partecipano e sono coinvolti.
Dove nasce la sua passione per il teatro? Qual è la sua forza educativa?
Il teatro è la vita, il teatro parla dell’uomo. La sua forza è la capacità di far riflettere, interrogarsi e riconoscersi nei problemi che esso pone. Inoltre approfondisce le tematiche che si affrontano a scuola ed è un’occasione di arricchimento culturale. Andare a teatro con gli adulti insegna a stare insieme, a guardare gli altri e se stessi con un occhio più consapevole, ad acquisire un gusto estetico. Il teatro insegna a vivere e poi ha una grandissima funzione catartica. La mia passione nasce dai miei genitori, che mi hanno sempre stimolato, facendomi conoscere varie forme di spettacoli, e dai miei insegnanti universitari. Ho avuto poi la fortuna di conoscere e diventare amica di alcuni attori e registi che sono stati miei compagni di liceo: mi sono trovata sempre nel mezzo e credo sia anche per questo che ho mantenuto viva la passione.
Tre aggettivi per descriversi quando è a scuola; tre aggettivi per descriversi quando è fuori…
Allora… Direi che a scuola posso definirmi concentrata, rigorosa e sempre allegra. Fuori è facile: stanca, stanca e stanca.
Ma lei con questa scuola si consuma proprio! [ride n.d.r.]
Si, hai fatto un ottimo sunto. Mio marito mi dice sempre di riposarmi, ma è più forte di me! [ride n.d.r.].
Qual è il suo scrittore/poeta preferito e perché?
A me piace moltissimo Montale, è un mio pallino a scuola. In ambito teatrale Shakespeare è l’essenza.
Cosa ne pensa della nuova circolare ministeriale sulle responsabilità degli insegnanti durante i viaggi d’istruzione?
Io mi sono sempre dedicata alle gite. Nel corso degli anni credo che ci siano stati due errori principali. Il primo è l’eccessiva mira al risparmio. Sono consapevole che per favorire una partecipazione più ampia possibile si cerchi di contenere i costi, ma questo col tempo ha generato da parte delle agenzie un gioco al ribasso sulla qualità dell’esperienza culturale davvero avvilente. Le gite sono un business e purtroppo i servizi proposti sono, a volte, scadenti: letti accatastati, ristoranti pessimi… Credo che ridurre i giorni dei viaggi di istruzione, scegliere mete alternative o puntare tutto su un’unica esperienza all’estero, magari alla fine del triennio, un po’ come si faceva una volta, possa essere una soluzione migliore. D’altra parte ci vorrebbe anche una maggiore serietà da parte degli alunni, che pensano sempre al divertimento e alla trasgressione, trascurando invece il lato culturale. Il secondo punto è l’eccessiva responsabilità che viene richiesta agli accompagnatori. Io mi sono sempre battuta per andare in gita, ma vista la situazione di incertezza internazionale e le ultime norme sulla responsabilità dei docenti non credo sarà più possibile portare i ragazzi in uscita didattica in futuro. L’opinione pubblica vuole insegnanti che non mangino né dormano, che vigilino tutte le camere di notte e osservino ogni passo di giorno. Queste pretese sono eccessive e qualsiasi cosa succeda la colpa ricade sempre sui docenti accompagnatori. Il mio ideale sarebbe tornare ai vecchi tempi, alla gita di classe, magari rimanendo in Italia. Quello sarebbe bello: si potrebbe organizzare tutto bene, tenendo sotto controllo i ragazzi… Ma è utopia ormai. Dobbiamo trovare delle soluzioni alternative per salvare le gite, che sono le esperienze più belle!
Com’è stata la temperatura negli ultimi trent’anni il giorno di Natale?
I fiocchi di neve a Natale sono sempre meno ricorrenti, fatta ovviamente eccezione nelle località alpine e ad alta quota. Genova e in generale tutta la Liguria, ma anche tante delle città italiane, ne hanno vissuti pochi di Natali imbiancati, così pochi che si possono contare sulle dita di una mano. Tra il 1990 e il 2005, fatta eccezione di pochi anni in cui si è alternato alle nuvole qualche raggio di sole, a Natale il tempo è sempre stato piovoso. Per quanto riguarda la temperatura, invece, in questo arco di tempo, il più freddo è stato il Natale, e in generale l’inverno, del 1999.
Molti ricordano gli anni ’90 come anni in cui le nevicate sono state particolarmente abbondanti e gli inverni molto freddi, ma si tende a ricordare solo singoli episodi, e non l’andamento generale. Infatti i dati dimostrano che di neve ne è scesa mediamente poca e piuttosto tardi: si ricorda, per esempio, il famoso inverno 1992/1993, in cui il giorno di Natale, però, ha piovuto.
Tra il 2006 e il 2020 il Natale più freddo è stato certamente quello del 2011, in cui la temperatura registrata è stata di 0°C, ma, nonostante ciò, in neanche quel Natale è scesa la neve ad imbiancare le città italiane. Piuttosto freddi sono stati i Natali 2007, 2008 e 2020, in cui le temperature medie registrate sono tra gli 8°C e i 9°C.
Bisogna dire, però, che quest’anno siamo andati piuttosto vicino a vivere il Bianco Natale di cui tanto si parla; infatti, nei giorni seguenti al 25 dicembre, in quasi tutto il Nord Italia, le nevicate sono state abbondanti e hanno imbiancato Genova e tutti i monti circostanti, offrendo panorami mozzafiato, che fanno da sfondo ad un periodo natalizio sicuramente diverso, ma che ci riportano alla classica immagine del Natale.
I dati
2020: si è registrata una temperatura media di 9°C una minima di 6°C è una massima di 13°C; abbiamo avuto un’umidità media del 74% e una minima del 57% quella massima invece dell’87%. Le condizioni climatiche sono state dei temporali e schiarite pioggia temporale e nebbia.
2019: si è registrato una temperatura media di 11°C una minima di 9°C una massima di 15°C; abbiamo avuto l’umidità media del 78% una minima del 61% quella massima invece del 87%. Le condizioni climatiche sono state serene.
2018: si è registrato una temperatura media di 12°C una minima di 9°C una massima di 16°C, abbiamo avuto l’umidità media del 51% una minima del 31% quella massima invece del 71%. Le condizioni climatiche sono state serene.
2017: si è registrato una temperatura media di 13°C una minima di 12°C una massima di 14°C, abbiamo avuto l’umidità media del 79% una minima del 66% quella massima invece del 93%. Le condizioni climatiche sono state nubi sparse e piogge.
2016: si è registrata una temperatura media di 12°C una minima di 10°C è una massima di 16°C abbiamo avuto un’umidità media del 76% e una minima del 55% quella massima invece dell’87%. Le condizioni climatiche sono state con poche nuvole.
2015: si è registrata una temperatura media di 14°C una minima di 12°C è una massima di 15°C, abbiamo avuto un’umidità media del 80% e una minima del 67% quella massima invece dell’88%. Le condizioni climatiche sono state con piogge deboli.
2014: si è registrata una temperatura media di 13°C una minima di 11°C è una massima di 16°C abbiamo avuto un’umidità media del 73% e una minima del 57% quella massima invece dell’82%. Le condizioni climatiche sono state con nubi sparse.
2013: si è registrata una temperatura media di 14°C una minima di 13°C è una massima di 15°C abbiamo avuto un’umidità media del 86% e una minima del 70% quella massima invece del 100%. Le condizioni climatiche sono state con piogge deboli.
2012: si è registrata una temperatura media di 14° C una minima di 13°C è una massima di 15°C abbiamo avuto un’umidità media del 85% e una minima del 77% quella massima invece dell’88%. Le condizioni climatiche sono state con piogge deboli.
2011: si è registrata una temperatura media di 0°C una minima di 0°C è una massima di 0°C. Le condizioni climatiche sono state serene.
2010: si è registrata una temperatura media di 9°C una minima di 8°C è una massima di 10°C, abbiamo avuto un’umidità media del 77% e una minima del 66% quella massima invece dell’93%. Le condizioni climatiche sono state con piogge deboli.
2009: si è registrata una temperatura media di 14°C una minima di 10°C è una massima di 16°C, abbiamo avuto un’umidità media del 77% e una minima del 30% quella massima invece dell’94%. Le condizioni climatiche sono state con piogge e schiarite.
2008: si è registrata una temperatura media di 9°C una minima di 5°C è una massima di 13°C, abbiamo avuto un’umidità media del 66% e una minima del 51% quella massima invece dell’76%. Le condizioni climatiche sono state con piogge e schiarite.
2007: si è registrata una temperatura media di 8°C una minima di 6°C è una massima di 10°C, abbiamo avuto un’umidità media del 61%. Le condizioni climatiche sono state con un cielo coperto.
2006: si è registrata una temperatura media di 12.6°C una minima di 11°C è una massima di 14.2°C, abbiamo avuto un’umidità media del 34%. Le condizioni climatiche sono state con un cielo sereno.
2005: si è registrata una temperatura media di 10.8°C una minima di 8°C è una massima di 14°C, abbiamo avuto un’umidità media del 73%. Le condizioni climatiche sono state con piogge forti.
2004: si è registrata una temperatura media di 8.7°C una minima di 5°C è una massima di 12,6°C, abbiamo avuto un’umidità media del 79%. Le condizioni climatiche sono state con piogge e temporali.
2003: si è registrata una temperatura media di 4.8°C una minima di 1.9°C è una massima di 8.4°C, abbiamo avuto un’umidità media del 74%. Le condizioni climatiche sono state serene.
2002: si è registrata una temperatura media di 10°C una minima di 8.9°C è una massima di 12.1°C, abbiamo avuto un’umidità media del 68%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.
2001: si è registrata una temperatura media di 7.3°C una minima di 1°C è una massima di 11.3°C, abbiamo avuto un’umidità media del 52%. Le condizioni climatiche sono state serene.
2000: si è registrata una temperatura media di 3.9°C una minima di 2°C è una massima di 7°C, abbiamo avuto un’umidità media del 90%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.
1999: si è registrata una temperatura media di 10.4°C una minima di 6.4°C è una massima di 14°C, abbiamo avuto un’umidità media del 87%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.
1998: si è registrata una temperatura media di 8.2°C una minima di 4°C è una massima di 12°C, abbiamo avuto un’umidità media del 67%. Le condizioni climatiche sono state serene.
1997: si è registrata una temperatura media di 13.8°C una minima di 11.1°C è una massima di 15°C, abbiamo avuto un’umidità media del 92%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.
1996: si è registrata una temperatura media di 10.7°C una minima di 9.5°C è una massima di 13°C, abbiamo avuto un’umidità media del 67%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.
1995: si è registrata una temperatura media di 14.7°C una minima di 10°C è una massima di 16°C, abbiamo avuto un’umidità media del 82%. Le condizioni climatiche sono state serene.
1994: si è registrata una temperatura media di 7.2°C una minima di 5°C è una massima di 10.3°C, abbiamo avuto un’umidità media del 60%. Le condizioni climatiche sono state serene.
1993: si è registrata una temperatura media di 8.2°C una minima di 3.3°C è una massima di 12.5°C, abbiamo avuto un’umidità media del 45%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.
1992: si è registrata una temperatura media di 6.9°C una minima di 3°C è una massima di 9°C, abbiamo avuto un’umidità media del 46%. Le condizioni climatiche sono state serene.
1991: si è registrata una temperatura media di 9.1°C una minima di 7°C è una massima di 12°C, abbiamo avuto un’umidità media del 74%. Le condizioni climatiche sono state serene.
1990: si è registrata una temperatura media di 4.8°C una minima di 4°C è una massima di 7.1°C, abbiamo avuto un’umidità media del 65%. Le condizioni climatiche sono state serene.
Insomma, nel giorno di Natale le città dell’Italia non sono quasi mai state imbiancate dalla neve, e non solo negli ultimi anni. Parliamo sempre di quanto la neve sia rara a Natale, ma, nonostante ciò, tutti noi associamo la magia di questo periodo dell’anno all’immagine di paesaggi candidamente imbiancati, ai fiocchi che scendono dalle finestre, ai pupazzi addobbati con carote, bottoni, sciarpe e cappelli e alle immancabili battaglie a palle di neve. Indipendentemente dal brutto tempo e dalle città non ancora imbiancate, il Natale è sempre un periodo magico per tutti, grandi e piccini, con o senza neve.
Durante il terzo anno qui al Da Vigo, a me ed ai miei compagni, è stato presentato,tra gli altri, un progetto individuale di Alternanza scuola-lavoro che fin da subito ha suscitato la mia curiosità: Il Francese alla primaria, et voilà!, in collaborazione con l’Institut Français Italie et l’Alliance Française di Genova.
In particolare, questa iniziativa è stata proposta a noi alunni delle classi Esabac, coinvolgendone dieci in tutto, con l’obiettivo di formare specifiche competenze linguistiche e disciplinari.
La nostra formazione
La formazione prevista dalla scuola per poter iniziare il corso comprendeva 10 ore di lezioni da svolgere al liceo, tenute dalla responsabile dell’Alliance Française Claire, in cui ci sono stati spiegate le diverse modalità di insegnamento affinché potessimo affrontare con serenità le successive 10 ore presso una delle scuole elementari a cui ci avrebbero assegnati.
Ogni martedì Claire spiegava una lezione, portando e consegnandoci il materiale che noi avremmo in seguito utilizzato con i bambini (schede da completare, disegni, canzoni ecc.) . Ogni volta chiedeva a noi di proporre idee a riguardo, stimolando così la nostra inventiva e fantasia, e mettendoci anche a confronto con quelle che sono le difficoltà di trovare sempre qualcosa di nuovo e mai noioso da fare. Una sfida divertente quindi, perché ha fatto riemergere un po’ la nostra infanzia, i giochi di quando eravamo piccoli, ciò che ci piaceva imparare, e quell’ immaginazione che crescendo si tende a perdere.
Le lezioni con i bambini
Benché il progetto ci era stato presentato come individuale, le ore di insegnamento furono svolte in coppia, dandoci la possibilità di scegliere un compagno di avventura che avrebbe reso l’esperienza sicuramente più unica. Io ero insieme alla mia compagna di classe Greta.
Fummo assegnate ad una classe di trenta alunni presso la scuola elementare Nido San Girolamo qui a Rapallo.
Ricordo ancora l’ansia ed al contempo l’entusiasmo del primo giorno, per la paura di non essere in grado di gestire i bambini ma, soprattutto, di non saper trasmettere loro le nostre conoscenze.
Il materiale necessario alle lezioni veniva preparato precedentemente da me e Greta, dividendoci le mansioni, in modo da arrivare in classe preparate (si spera!) e pronte ad iniziare.
Ogni ora incominciava con la presentazione del tema del giorno e, tranne per il primo, un piccolo riepilogo della lezione precedente, per testare quanto i bambini avevano appreso e si ricordavano e per chiarire eventuali dubbi. In seguito procedevamo consegnando eventuali fotocopie o presentando loro dei piccoli lavori preparati a casa, come ad esempio la coniugazione dei verbi être e avoir sotto forma di nuvolette da appendere in classe, per rendere il tutto più stimolante e creativo.
Da subito abbiamo potuto riscontrare una curiosità ed un’esaltazione inaspettate: i bimbi erano sempre molto collaborativi e disposti ad imparare, con tante curiosità da soddisfare e domande affatto scontate.
Cosa mi ha lasciato questa esperienza
Ripensare a quest’ esperienza due anni dopo mi ha fatto capire quanto mi sia divertita e quanto io stessa abbia imparato. Il mestiere dell’ insegnante è senza dubbio, a mio parere, uno dei più difficili, perché ci si trova di fronte ad una classe di cui (all’ inizio) non ci conosce niente, a partire dalla storia di ogni singolo alunno. Si è posti davanti a bambini che magari vorrebbero essere dovunque tranne che seduti ad un banco ad ascoltarti mentre spieghi. Ciò nonostante l’insegnante deve essere in grado di capire inizialmente fino a che punto può spingersi, scegliendo il metodo che ritiene più adatto per la classe in cui si trova.
Insegnare non è mai solo spiegare ed illustrare immagini. Si tratta di saper ascoltare, capire quelle che sono le esigenze di ognuno e cercare di soddisfarle; è imparare a mettersi dall’ altra parte quando un bimbo non capisce, anche quello che a noi sembra il più semplice degli argomenti.
Insegnare (per quanto poco io l’abbia fatto) mi ha reso anche cosciente di ciò che vorrei venisse migliorato nel sistema scolastico italiano. A partire dalle elementari, proseguendo per la scuola media fino al liceo. Credo che i professori (parlo di una attitudine diffusa, non della regola, le eccezioni ci sono) si limitino troppo sovente al mero insegnamento frontale, senza trasmettere nulla in più rispetto al paragrafo letto o alla formula enunciata. Poi, quante volte si viene ripresi perché non si è sufficientemente attenti o partecipativi? Se non fosse solo una questione di attenzione, di coinvolgimento, di “voglia”? Potremmo avere altri pensieri in testa non riguardanti la scuola, no? Eppure si tende sempre a dare per scontato che nella vita di ogni adolescente tutto vada bene e che non sia altro al di fuori delle ore scolastiche. Sappiamo benissimo che non è così. Allora perché non lavorare anche sul dialogo, sulla comprensione (no, non di un testo) reciproca tra alunno e alunno, tra alunno e professore, su come rendere una classe partecipe – ma senza note, che tanto non attingono mai al risultato sperato.
Finisco la mia esperienza liceale con la speranza che si possa arrivare a questo cambiamento, che renderebbe la scuola un posto più sereno per entrambe le parti- professori e alunni.
Per chi, gli anni prossimi, volesse intraprendere un progetto di alternanza diverso dal solito, che permette di mettersi alla prova, mi sento di consigliarvi Il Francese alla primaria, et voilà!. Non solo perché in linea con l’indirizzo di studi (sempre che uno voglia seguirlo), bensì proprio per l’insegnamento umano che ne ho potuto trarre e che, sono sicura, farà riflettere anche voi.