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Da Vigo

#oltrelacattedra: Roberto Colombo

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di Raffaele Raminelli – Cari amici di Sharing, oggi andiamo alla scoperta di un uomo che ha nel rapporto con gli studenti il principio fondamentale del proprio lavoro a scuola. In classe come fuori, la sua capacità di trascinare dietro di sé i ragazzi è straordinaria. Signore e signori: Roberto Colombo.

 

Prof, innanzitutto la ringrazio moltissimo per avere accettato il nostro invito. Partirei con una domanda generale. Lei insegna Storia e Filosofia ma ha seguito un lungo e singolare percorso. Ci riassume brevemente la sua vicenda?

 

Volentieri. Mi sono diplomato geometra nel 1984 e ho conseguito la laurea in “Lettere” nell’89. Dopodiché ho partecipato ai primi concorsi pubblici per ottenere una cattedra a scuola. La prima abilitazione che ho preso è stata in “Psicologia Sociale e Pubbliche Relazioni” subito dopo la laurea. A quel punto ho cominciato ad insegnare, come supplente, materie attinenti alla psicologia in vari istituti.

 

Rispetto alla scuola superiore ha cambiato proprio indirizzo!

 

Si: come dico sempre ero molto indeciso tra lettere e matematica; alla fine ho deciso di fare lettere perché nel triennio mi ero appassionato molto alle materie umanistiche, la letteratura italiana in particolare. Se fosse esistito un corso di laurea in estetica avrei frequentato quello; purtroppo non c’era, così ho programmato il mio piano di studi in modo tale che ci fossero molti esami inerenti la storia e la filosofia dell’arte, che erano i temi che mi attraevano di più. Al concorso successivo ho preso altre due abilitazioni, sia per “Filosofia e Storia” che per “Filosofia, Psicologia e Scienze dell’educazione”. Successivamente sono passato di ruolo di Filosofia e Storia ed ho cominciato ad insegnare. Insomma, è stata una cosa abbastanza casuale [sorride n.d.r.].

 

E da quel momento non si è limitato a fare solamente lezione, dividendosi tra musica, volontariato, gite in montagna, pubblicazione di libri, insegnamento e partitelle a calcio con gli alunni! La domanda è: ma come fa a fare tutto?!

 

Diciamo che fin da piccolo sono stato educato ad organizzare in modo scientifico il tempo. In questo la frequentazione degli Scout AGESCI – l’associazione scout cattolica – mi ha aiutato. È un impegno notevole: bisogna sapersi organizzare per far fronte alle richieste che l’associazione, da adulti, richiede. Questo probabilmente mi ha dato una forma mentale che mi permette di svolgere più attività contemporaneamente.

 

Alcune di queste riguardano il coinvolgimento dei ragazzi al di fuori dell’orario di lezione: che cosa la spinge a dare di più ai suoi studenti?

 

[sorridendo n.d.r.] La profonda delusione e la conseguente depressione provocate dal sistema scolastico italiano, per come si sta trasformando in questi ultimi tempi. Se in passato avevamo una tradizione didattica abbastanza solida, invidiataci anche da altri paesi, in questi ultimi anni abbiamo assistito alla devastazione brutale da parte dei governi che si sono succeduti, a prescindere dal colore politico. Dal ’94 in poi, quasi ogni Ministro dell’Istruzione ha proposto modifiche che si sono concretizzate in vere e proprie riforme. L’ultima, quella attuale, la “Buona Scuola” (e la dicitura fa perfino sorridere) è forse la più assurda, tra tutte quelle approvate. In particolare, una sessione d’esame come commissario esterno nel 2007 è stata per me illuminante, facendomi capire quanto sia fuorviante l’istruzione impartita nel XXI secolo. Siccome, da vecchio scout, mi è sempre stata a cuore l’educazione delle giovani generazioni, ho pensato di proporre ciò che, dal mio punto di vista, può essere più formativo. Tengo a precisare che queste iniziative sono mie iniziative personali, in cui la scuola non c’entra niente. Non sono progetti che rientrano all’interno del P.O.F. (il piano dell’offerta formativa). Noi agiamo al di fuori dei canali istituzionali, senza alcun finanziamento, soltanto per la volontà di fare qualcosa di bello, alternativo e istruttivo fuori dalle aule scolastiche: di questo mi prendo tutte le responsabilità.

 

Le sue attività, però, esulano dalla consuetudine scolastica: si tratta infatti di escursioni in montagna, momenti di convivenza…

 

È vero, ma per certi aspetti esse si rivelano addirittura più formative ed incisive. Insegnano nel senso letterale del termine, cioè lasciano il segno. Una gita è molto improbabile che la si dimentichi. Questo, invece, difficilmente accade in una normale lezione scolastica.

 

La storia di queste escursioni in montagna, tra l’altro, uscirà presto in libreria…

 

Sì: se tutto va bene, in ottobre verrà pubblicato un libro al quale stiamo lavorando con alcuni dei ragazzi che hanno partecipato nel tempo a queste attività. Siamo partiti nel 2008 e in questi anni posso dire che abbiamo realizzato delle vere e proprie imprese, come la traversata dell’Islanda dalla costa meridionale alla costa settentrionale, o dell’Alta Via dei monti liguri, percorsa in dodici giorni consecutivi di cammino, o ancora la traversata della Corsica da nord-ovest a sud-est, compiuta la scorsa estate. Quest’anno abbiamo in programma la traversata degli Alti Tatra, tra la Slovacchia e la Polonia. Insomma, escursioni importanti che si aggiungono alle gite di un giorno che, a cadenza mensile, svolgiamo di domenica. Questo inverno abbiamo stabilito il nuovo record di adesioni in un’unica giornata (23). Oltre 90 sono gli studenti del Nicoloso che in questi anni hanno partecipato alle attività in montagna; più di 150 sono i giorni effettivi di marcia in cui abbiamo camminato insieme, raggiungendo oltre 130 vette diverse. La partecipazione è libera e, personalmente, rivolgo la proposta alle mie classi dalla 4° in su. Molti ex-studenti continuano a venire, a volte insieme ad alunni di classi non mie o perfino di altri istituti. Ogni tanto si aggiunge pure qualche genitore, un paio di volte sono venuti anche dei colleghi [sorride n.d.r.].

 

Un altro aspetto importante della sua persona è il profondo  legame con la cultura slava: da dove nasce questa simpatia?

 

Questo legame deriva dalla mia attività come scout. Nel ’94 era stata affidata all’AGESCI la ricostruzione sociale dei territori colpiti dalla guerra in ex Jugoslavia, al confine tra Croazia e Serbia, nella regione di Vukovar. Con alcuni del mio gruppo ci siamo resi disponibili ad andare a fare un sopralluogo; allora ero un Quadro Regionale e, siccome mi ero preso a cuore la faccenda, è nato un progetto in accordo con le autorità locali, che è durato dieci anni. Dal ’94 al 2004 ho fatto la spola tra Italia e Croazia, imparando la lingua, conoscendo moltissime persone e anche la storia di quei luoghi. Col tempo mi sono affezionato.

 

In conclusione volevo provocarla con una domanda filosofica, visto che comunque è il suo mestiere. Lei si ritiene un uomo soddisfatto? La felicità esiste? Lei la vive?

 

Non lo so se si possa raggiungere. Come scrivo nel mio ultimo libro, in uscita ad ottobre, sono convinto che la misura della felicità consista in ciò che si riesce a condividere con gli altri. La condivisione delle attività in montagna con i miei studenti mi rende, se non felice, quantomeno soddisfatto per aver realizzato un progetto che, anni fa, mi appariva come fantascienza.

 

A riguardo mi trovo assolutamente d’accordo. Il nostro progetto di giornalismo infatti si chiama proprio “condivisione” in inglese e si fonda sulla passione per questo lavoro. Come ci insegna il professor Pichetto, è bellissimo portare agli altri quello che per noi è avvincente ed interessante. Grazie per essere stato con noi, prof.  

 

Grazie a voi.

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SOLITARIA LIBERTÀ/Il cortometraggio di uno studente del Da Vigo

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Lorenzo Crovo è un giovane studente del Da Vigo, frequenta l’ultimo anno del liceo  linguistico . (altro…)

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INIZIO ANNO/Un 2021 con i fiocchi

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Paesaggio innevato, Gustave Courbet (1868)

Com’è stata la temperatura negli ultimi trent’anni il giorno di Natale?

I fiocchi di neve a Natale sono sempre meno ricorrenti, fatta ovviamente eccezione nelle località alpine e ad alta quota. Genova e in generale tutta la Liguria, ma anche tante delle città italiane, ne hanno vissuti pochi di Natali imbiancati, così pochi che si possono contare sulle dita di una mano. Tra il 1990 e il 2005, fatta eccezione di pochi anni in cui si è alternato alle nuvole qualche raggio di sole, a Natale il tempo è sempre stato piovoso. Per quanto riguarda la temperatura, invece, in questo arco di tempo, il più freddo è stato il Natale, e in generale l’inverno, del 1999.

Molti ricordano gli anni ’90 come anni in cui le nevicate sono state particolarmente abbondanti e gli inverni molto freddi, ma si tende a ricordare solo singoli episodi, e non l’andamento generale. Infatti i dati dimostrano che di neve ne è scesa mediamente poca e piuttosto tardi: si ricorda, per esempio, il famoso inverno 1992/1993, in cui il giorno di Natale, però, ha piovuto.

Tra il 2006 e il 2020 il Natale più freddo è stato certamente quello del 2011, in cui la temperatura registrata è stata di 0°C, ma, nonostante ciò, in neanche quel Natale è scesa la neve ad imbiancare le città italiane. Piuttosto freddi sono stati i Natali 2007, 2008 e 2020, in cui le temperature medie registrate sono tra gli 8°C e i 9°C.

Bisogna dire, però, che quest’anno siamo andati piuttosto vicino a vivere il Bianco Natale di cui tanto si parla; infatti, nei giorni seguenti al 25 dicembre, in quasi tutto il Nord Italia, le nevicate sono state abbondanti e hanno imbiancato Genova e tutti i monti circostanti, offrendo panorami mozzafiato, che fanno da sfondo ad un periodo natalizio sicuramente diverso, ma che ci riportano alla classica immagine del Natale.

I dati

2020: si è registrata una temperatura media di 9°C una minima di 6°C è una massima di 13°C; abbiamo avuto un’umidità media del 74% e una minima del 57% quella massima invece dell’87%. Le condizioni climatiche sono state dei temporali e schiarite pioggia temporale e nebbia.

2019: si è registrato una temperatura media di 11°C una minima di 9°C una massima di 15°C; abbiamo avuto l’umidità media del 78% una minima del 61% quella massima invece del 87%. Le condizioni climatiche sono state serene.

2018: si è registrato una temperatura media di 12°C una minima di 9°C una massima di 16°C, abbiamo avuto l’umidità media del 51% una minima del 31% quella massima invece del 71%. Le condizioni climatiche sono state serene.

2017: si è registrato una temperatura media di 13°C una minima di 12°C una massima di 14°C, abbiamo avuto l’umidità media del 79% una minima del 66% quella massima invece del 93%. Le condizioni climatiche sono state nubi sparse e piogge.

2016: si è registrata una temperatura media di 12°C una minima di 10°C è una massima di 16°C abbiamo avuto un’umidità media del 76% e una minima del 55% quella massima invece dell’87%. Le condizioni climatiche sono state con poche nuvole.

2015: si è registrata una temperatura media di 14°C una minima di 12°C è una massima di 15°C, abbiamo avuto un’umidità media del 80% e una minima del 67% quella massima invece dell’88%. Le condizioni climatiche sono state con piogge deboli.

2014: si è registrata una temperatura media di 13°C una minima di 11°C è una massima di 16°C abbiamo avuto un’umidità media del 73% e una minima del 57% quella massima invece dell’82%. Le condizioni climatiche sono state con nubi sparse.

2013: si è registrata una temperatura media di 14°C una minima di 13°C è una massima di 15°C abbiamo avuto un’umidità media del 86% e una minima del 70% quella massima invece del 100%. Le condizioni climatiche sono state con piogge deboli.

2012: si è registrata una temperatura media di 14° C una minima di 13°C è una massima di 15°C abbiamo avuto un’umidità media del 85% e una minima del 77% quella massima invece dell’88%. Le condizioni climatiche sono state con piogge deboli.

2011: si è registrata una temperatura media di 0°C una minima di 0°C è una massima di 0°C. Le condizioni climatiche sono state serene.

2010: si è registrata una temperatura media di 9°C una minima di 8°C è una massima di 10°C, abbiamo avuto un’umidità media del 77% e una minima del 66% quella massima invece dell’93%. Le condizioni climatiche sono state con piogge deboli.

2009: si è registrata una temperatura media di 14°C una minima di 10°C è una massima di 16°C, abbiamo avuto un’umidità media del 77% e una minima del 30% quella massima invece dell’94%. Le condizioni climatiche sono state con piogge e schiarite.

2008: si è registrata una temperatura media di 9°C una minima di 5°C è una massima di 13°C, abbiamo avuto un’umidità media del 66% e una minima del 51% quella massima invece dell’76%. Le condizioni climatiche sono state con piogge e schiarite.

2007: si è registrata una temperatura media di 8°C una minima di 6°C è una massima di 10°C, abbiamo avuto un’umidità media del 61%. Le condizioni climatiche sono state con un cielo coperto.

2006: si è registrata una temperatura media di 12.6°C una minima di 11°C è una massima di 14.2°C, abbiamo avuto un’umidità media del 34%. Le condizioni climatiche sono state con un cielo sereno.

2005: si è registrata una temperatura media di 10.8°C una minima di 8°C è una massima di 14°C, abbiamo avuto un’umidità media del 73%. Le condizioni climatiche sono state con piogge forti.

2004: si è registrata una temperatura media di 8.7°C una minima di 5°C è una massima di 12,6°C, abbiamo avuto un’umidità media del 79%. Le condizioni climatiche sono state con piogge e temporali.

2003: si è registrata una temperatura media di 4.8°C una minima di 1.9°C è una massima di 8.4°C, abbiamo avuto un’umidità media del 74%. Le condizioni climatiche sono state serene.

2002: si è registrata una temperatura media di 10°C una minima di 8.9°C è una massima di 12.1°C, abbiamo avuto un’umidità media del 68%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.

2001: si è registrata una temperatura media di 7.3°C una minima di 1°C è una massima di 11.3°C, abbiamo avuto un’umidità media del 52%. Le condizioni climatiche sono state serene.

2000: si è registrata una temperatura media di 3.9°C una minima di 2°C è una massima di 7°C, abbiamo avuto un’umidità media del 90%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.

1999: si è registrata una temperatura media di 10.4°C una minima di 6.4°C è una massima di 14°C, abbiamo avuto un’umidità media del 87%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.

1998: si è registrata una temperatura media di 8.2°C una minima di 4°C è una massima di 12°C, abbiamo avuto un’umidità media del 67%. Le condizioni climatiche sono state serene.

1997: si è registrata una temperatura media di 13.8°C una minima di 11.1°C è una massima di 15°C, abbiamo avuto un’umidità media del 92%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.

1996: si è registrata una temperatura media di 10.7°C una minima di 9.5°C è una massima di 13°C, abbiamo avuto un’umidità media del 67%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.

1995: si è registrata una temperatura media di 14.7°C una minima di 10°C è una massima di 16°C, abbiamo avuto un’umidità media del 82%. Le condizioni climatiche sono state serene.

1994: si è registrata una temperatura media di 7.2°C una minima di 5°C è una massima di 10.3°C, abbiamo avuto un’umidità media del 60%. Le condizioni climatiche sono state serene.

1993: si è registrata una temperatura media di 8.2°C una minima di 3.3°C è una massima di 12.5°C, abbiamo avuto un’umidità media del 45%. Le condizioni climatiche sono state con piogge.

1992: si è registrata una temperatura media di 6.9°C una minima di 3°C è una massima di 9°C, abbiamo avuto un’umidità media del 46%. Le condizioni climatiche sono state serene.

1991: si è registrata una temperatura media di 9.1°C una minima di 7°C è una massima di 12°C, abbiamo avuto un’umidità media del 74%. Le condizioni climatiche sono state serene.

1990: si è registrata una temperatura media di 4.8°C una minima di 4°C è una massima di 7.1°C, abbiamo avuto un’umidità media del 65%. Le condizioni climatiche sono state serene.

 

Insomma, nel giorno di Natale le città dell’Italia non sono quasi mai state imbiancate dalla neve, e non solo negli ultimi anni. Parliamo sempre di quanto la neve sia rara a Natale, ma, nonostante ciò, tutti noi associamo la magia di questo periodo dell’anno all’immagine di paesaggi candidamente imbiancati, ai fiocchi che scendono dalle finestre, ai pupazzi addobbati con carote, bottoni, sciarpe e cappelli e alle immancabili battaglie a palle di neve. Indipendentemente dal brutto tempo e dalle città non ancora imbiancate, il Natale è sempre un periodo magico per tutti, grandi e piccini, con o senza neve.

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Da Vigo

ALTERNANZA/Un’ esperienza per cambiare prospettiva

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Durante il terzo anno qui al Da Vigo, a me ed ai miei compagni, è stato presentato,tra gli altri, un progetto individuale di Alternanza scuola-lavoro che fin da subito ha suscitato la mia curiosità: Il Francese alla primaria, et voilà!, in collaborazione con l’Institut Français Italie et l’Alliance Française di Genova.

In particolare, questa iniziativa è stata proposta a noi alunni delle classi Esabac, coinvolgendone dieci in tutto, con l’obiettivo di formare specifiche competenze linguistiche e disciplinari.

La nostra formazione

La formazione prevista dalla scuola per poter iniziare il corso comprendeva 10 ore di lezioni da svolgere al liceo, tenute dalla responsabile dell’Alliance Française Claire, in cui ci sono stati spiegate le diverse modalità di insegnamento affinché potessimo affrontare con serenità le successive 10 ore presso una delle scuole elementari a cui ci avrebbero assegnati.

Ogni martedì Claire spiegava una lezione, portando e consegnandoci il materiale che noi avremmo in seguito utilizzato con i bambini (schede da completare, disegni, canzoni ecc.) . Ogni volta chiedeva a noi di proporre idee a riguardo, stimolando così la nostra inventiva e fantasia, e mettendoci anche a confronto con quelle che sono le difficoltà di trovare sempre qualcosa di nuovo e mai noioso da fare. Una sfida divertente quindi, perché ha fatto riemergere un po’ la nostra infanzia, i giochi di quando eravamo piccoli, ciò che ci piaceva imparare, e quell’ immaginazione che crescendo si tende a perdere.

Le lezioni con i bambini

Benché il progetto ci era stato presentato come individuale, le ore di insegnamento furono svolte in coppia, dandoci la possibilità di scegliere un compagno di avventura che avrebbe reso l’esperienza sicuramente più unica. Io ero insieme alla mia compagna di classe Greta.

Fummo assegnate ad una classe di trenta alunni presso la scuola elementare Nido San Girolamo qui a Rapallo.

Ricordo ancora l’ansia ed al contempo l’entusiasmo del primo giorno, per la paura di non essere in grado di gestire i bambini ma, soprattutto, di non saper trasmettere loro le nostre conoscenze.

Il materiale necessario alle lezioni veniva preparato precedentemente da me e Greta, dividendoci le mansioni, in modo da arrivare in classe preparate (si spera!) e pronte ad iniziare.

Ogni ora incominciava con la presentazione del tema del giorno e, tranne per il primo, un piccolo riepilogo della lezione precedente, per testare quanto i bambini avevano appreso e si ricordavano e per chiarire eventuali dubbi. In seguito procedevamo consegnando eventuali fotocopie o presentando loro dei piccoli lavori preparati a casa, come ad esempio la coniugazione dei verbi être e avoir sotto forma di nuvolette da appendere in classe, per rendere il tutto più stimolante e creativo.

Da subito abbiamo potuto riscontrare una curiosità ed un’esaltazione inaspettate: i bimbi erano sempre molto collaborativi e disposti ad imparare, con tante curiosità da soddisfare e domande affatto scontate.

Cosa mi ha lasciato questa esperienza

Ripensare a quest’ esperienza due anni dopo mi ha fatto capire quanto mi sia divertita e quanto io stessa abbia imparato. Il mestiere dell’ insegnante è senza dubbio, a mio parere, uno dei più difficili, perché ci si trova di fronte ad una classe di cui (all’ inizio) non ci conosce niente, a partire dalla storia di ogni singolo alunno. Si è posti davanti a bambini che magari vorrebbero essere dovunque tranne che seduti ad un banco ad ascoltarti mentre spieghi. Ciò nonostante l’insegnante deve essere in grado di capire inizialmente fino a che punto può spingersi, scegliendo il metodo che ritiene più adatto per la classe in cui si trova.

Insegnare non è mai solo spiegare ed illustrare immagini. Si tratta di saper ascoltare, capire quelle che sono le esigenze di ognuno e cercare di soddisfarle; è imparare a mettersi dall’ altra parte quando un bimbo non capisce, anche quello che a noi sembra il più semplice degli argomenti.

Insegnare (per quanto poco io l’abbia fatto) mi ha reso anche cosciente di ciò che vorrei venisse migliorato nel sistema scolastico italiano. A partire dalle elementari, proseguendo per la scuola media fino al liceo. Credo che i professori (parlo di una attitudine diffusa, non della regola, le eccezioni ci sono) si limitino troppo sovente al mero insegnamento frontale, senza trasmettere nulla in più rispetto al paragrafo letto o alla formula enunciata. Poi, quante volte si viene ripresi perché non si è sufficientemente attenti o partecipativi? Se non fosse solo una questione di attenzione, di coinvolgimento, di “voglia”? Potremmo avere altri pensieri in testa non riguardanti la scuola, no? Eppure si tende sempre a dare per scontato che nella vita di ogni adolescente tutto vada bene e che non sia altro al di fuori delle ore scolastiche. Sappiamo benissimo che non è così. Allora perché non lavorare anche sul dialogo, sulla comprensione (no, non di un testo) reciproca tra alunno e alunno, tra alunno e professore, su come rendere una classe partecipe – ma senza note, che tanto non attingono mai al risultato sperato.

Finisco la mia esperienza liceale con la speranza che si possa arrivare a questo cambiamento, che renderebbe la scuola un posto più sereno per entrambe le parti- professori e alunni.

Per chi, gli anni prossimi, volesse intraprendere un progetto di alternanza diverso dal solito, che permette di mettersi alla prova, mi sento di consigliarvi Il Francese alla primaria, et voilà!. Non solo perché in linea con l’indirizzo di studi (sempre che uno voglia seguirlo), bensì proprio per l’insegnamento umano che ne ho potuto trarre e che, sono sicura, farà riflettere anche voi.

 

 

 

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