TERRITORIO
PANDEMIA NEL TIGULLIO/Uno sguardo rivolto ai più fragili
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2 anni fail


Oggi, 17 maggio 2021, si registrano zero nuovi casi di Covid-19 all’interno della Asl 4 Chiavarese. Sembra la fine di un incubo. Finalmente si può respirare. I vaccini sono stati distribuiti alla totalità del personale e dei ricoverati, tutto pare essere tornato ad una parvenza di normalità.
Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo a più di un anno fa.
I primi contagi
Marzo 2020. Da qualche giorno circolano voci sui primi casi di Covid-19 nel Tigullio. Il primo di cui si è a conoscenza data 1 marzo 2020. La donna di 68 anni avrebbe contratto la malattia nella sua zona di origine, Piacenza, prima di raggiungere Rapallo. Sui giornali locali non si parla d’altro e l’opinione pubblica viene così scossa. Tra le persone nasce odio e disprezzo. “Impestata”, così viene chiamata. “Perché non se ne è rimasta dov’era?”, “Per colpa sua adesso ci toccherà stare a casa ancora per delle settimane”.
Fino ad adesso si è costantemente cercato un colpevole. Ora il cerchio inizia a restringersi, si è passati da incriminare un lontano uomo di origini cinesi, ad un 40enne di Codogno, ad una signora di Rapallo, il prossimo sarà il nostro vicino di casa. Dopo il primo sintomatico accertato sembra non ci sia ancora nulla di cui preoccuparsi, ma da lì a poco si svilupperanno nuovi focolai.
La curva sale
E’ domenica 8 marzo 2020, Giuseppe Conte con un discorso in diretta nazionale annuncia che dal giorno seguente l’Italia entrerà in stato di allarme, è lockdown generale. Il lunedì tutto è fermo, nessuna serranda si alza, le strade sono deserte. Le testate regionali scrivono di nuovi contagi, il primo a Chiavari il 7 marzo, poi Santa Margherita Ligure il 14 marzo, Sori il 18 marzo, Pieve Ligure il 20 e così via. I decreti ministeriali appena promulgati impongono misure di sicurezza che stravolgono il quotidiano. Il distanziamento entra a far parte delle nostre giornate. Al supermercato ci si va con la mascherina, se si ha avuto la fortuna di trovarla in farmacia, e non ci si saluta più con la solita stretta di mano.
La nota più dolente però la si vive negli ospedali, perché lì il Coronavirus è entrato e sta dilagando. Ancora non si sa come agire. Le risorse sono scarse e non si è al corrente dei metodi di diffusione del virus. All’interno di essi infermieri, medici e sanitari lavorano con camici, guanti e mascherine che al principio sono indossati anche per diversi giorni consecutivi. L’ondata di ricoveri sale esponenzialmente, il 21 marzo l’Ospedale di Rapallo si trova obbligato a chiudere temporaneamente il Punto di Primo Intervento. L’Asl 4 motiva tale decisione in considerazione della grave situazione di emergenza in atto e quindi dell’impellente necessità di usufruire del personale già formato per l’emergenza Covid-19 da poter da destinare all’ospedale di Lavagna, dove è presente il Triage specifico per il coronavirus. Insomma un provvedimento urgente e indispensabile vista la grave situazione, immagine della rapidità e freddezza con il quale si stanno prendendo provvedimenti in queste settimane.
Un disastro economico e sociale
Nel frattempo commercianti e professionisti soffrono a livello economico delle mancate entrate nell’ultimo mese. La Regione si mette in moto per garantire i primi sollievi finanziari. Nasce un fondo di garanzia regionale da 35 milioni, consentirà l’attivazione di finanziamenti bancari garantiti per oltre 35 milioni di euro per le micro e piccole imprese operanti nei settori del turismo, del commercio e dell’artigianato. Attivato il 10 aprile, il fondo, pensato per le piccole realtà produttive che stanno soffrendo carenza di cassa, potrà fornire finanziamenti per investimenti tra i 10 mila e i 30 mila euro a tassi particolarmente vantaggiosi.
Dopo un mese dall’inizio del lockdown non vi è settore che non sia pesantemente colpito. Una grande fetta di popolazione sta vivendo momenti di grave difficoltà economica. Iniziano perciò a vedersi le prime risposte da parte degli enti comunali. Ad inizio aprile il comune di Cogorno decide di intervenire mettendo a disposizione buoni-acquisto per generi alimentari e prodotti di prima necessità. Ad averne diritto, i residenti della cittadina, che per effetto della emergenza Covid-19 si trovano nella impossibilità di far fronte al fabbisogno alimentare di sé stessi e del proprio nucleo familiare. A seguire tutte le altre città del Tigullio formeranno una rete di sussidi che si estenderà in maniera capillare all’interno del territorio.
La risposta degli ospedali nel pieno della prima ondata
A fine marzo 2020 ci troviamo all’apice della prima ondata. Come si può osservare dal grafico, in questi giorni vi è un crescita nei contagi, che nella totalità della curva può sembrare insignificante, ma che in realtà scombina dalla base il sistema ospedaliero. Non si è ancora preparati ed ora più che mai servono decisioni nette che permettano alla confusione sanitaria di trovare un equilibrio. L’ospedale di Sestri Levante viene convertito nel Polo Covid per la Asl 4. Vengono adottati investimenti per potenziare l’offerta sanitaria, dunque la maggioranza dei piani viene adibita a reparto Covid. Si crea di conseguenza un ospedale specializzato a rispondere all’emergenza, con la capacità di accogliere pazienti da tutto il territorio del Golfo ed entroterra.
Aprile è il mese peggiore per la Liguria. I contagi salgono incessantemente fino a riempire per intero i posti letto di terapia intensiva. E’ una guerra dove sembra non si possa combattere il nemico. Parallelamente però anche gli Ospedali hanno avuto tempo di attrezzarsi e garantire soluzioni adeguate. Per la regione Liguria, il mese di aprile si chiude con 1167 morti e 7993 contagiati.
Tempo di ripartire
Il tempo passa e con l’arrivo della tarda primavera il numero di positivi sembra stabilizzarsi. C’è quindi voglia di ripartire. Alla fine di una trattativa serrata tra le regioni e il governo, viene definito un protocollo unico nazionale per riaprire in sicurezza. Dal 4 maggio sono allentate le restrizioni. Dal 18 maggio, finalmente, possono riaprire anche bar e ristoranti. I decreti prevedono distanze di almeno un metro tra i clienti, uso di mascherina quando ci si alza dal tavolo e lista delle prenotazioni conservata per ben 14 giorni. Piccoli accorgimenti che permettono alle attività di tornare a respirare almeno per un po’. L’estate fila liscia. Viene abbandonato l’obbligo di mascherina all’aperto e la curva dei positivi ferma la sua salita.
Il virus torna a circolare
Finita l’estate l’incubo sembra allontanato. Le scuole riaprono agli studenti e le attività commerciali continuano il loro corso. Purtroppo però, la “festa” finisce presto. Ad ottobre la curva comincia a risalire, toccando il suo picco più alto a metà novembre, quando sull’andamento si leggono ben 17.000 contagi attivi. Il governo risponderà con una ripartizione dell’Italia in regioni a seconda del grado di Rt, tasso di contagiosità del virus.
La storia è destinata a ripetersi nel nuovo anno, questa volta però non si possono chiudere nuovamente tutte le attività, bisogna quindi convivere col virus per evitare un’insanabile strage economica. Il governo emana la chiusura delle attività non produttive, mentre concede l’asporto a bar e ristoranti, cercando così di impedirne il fallimento. Tuttavia, il 2021 non ha nulla di meglio rispetto all’anno precedente. I numeri di morti sono elevatissimi. A maggio 2021 la Liguria raggiunge i 100.000 contagiati dall’inizio della pandemia, molte imprese falliscono e le strutture ospedaliere raggiungono le capienze massime. Il Covid ha messo in ginocchio la Liguria e l’intero paese.
L’impotenza di molti
Oggi, lunedì 17 maggio, si registrano zero nuovi casi di Covid-19 all’interno della Asl 4. Forse, dopo tutto questo, siamo giunti alla fine di un incubo. La pandemia si è portata via molto ed i segni del suo passaggio rimarranno indelebili nel futuro prossimo. Ma c’è qualcuno che in questi 15 mesi è rimasto in silenzio, vivendo una solitudine angosciante, senza poter muovere un dito. Sono i pazienti delle case di riposo e delle aziende sanitarie locali. Grazie alla testimonianza di un infermiere della Asl 4 Chiavarese vorrei raccontare i lunghi mesi che hanno vissuto i ricoverati nella struttura.
Marzo 2020. Da adesso fino a data a destinarsi è impedito l’accesso alle strutture sanitarie a parenti ed amici dei pazienti. Lei è Lucia, 80 anni. E’ ricoverata presso il reparto Rsa di Chiavari. Lui è Mario, 85enne con ancora tanta voglia di fare, sposato con Lucia da 53 anni. Mario tutti i giorni era solito andare a trovare la sua cara. Per farla distrarre le portava qualche dolce da sgranocchiare durante le loro partite di Scopa. Per lei, lui era un presenza fondamentale. Per lui, lei era la donna di cui parla Montale nella poesia “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale”. Perché sì, sebbene lei fosse malata e non più attiva come prima, la sua voce, le sue mani e le sue pupille erano capaci di mantenere giovane la speranza nel cuore di Mario. Adesso i due non si possono più vedere. C’è uno strano virus che circola ed è meglio non avere contatti, tanto sarà questione di giorni e poi tutto tornerà come prima. Come sappiamo però, non fu così. Marito e moglie devono separarsi per la prima volta in 53 anni.
A Lucia manca Mario, ma non vuole fargli pesare la sua assenza, per cui al telefono parlano solo della minestrina che ha mangiato lei la sera prima e del nipote che ha trovato la fidanzatina. Nonostante lei faccia finta di nulla, Mario la conosce. Dice che il giorno seguente verrà da lei a portarle il gelato. Lei accenna un sorriso e lo saluta. Come promesso, la mattina del giorno seguente si fa trovare di fronte all’ingresso. “Lei è parente di qualcuno?”, chiede la receptionist, “Sì, sono il marito di Lucia”. “Mi spiace, non possiamo farla entrare”. Tuttavia Mario è un tipo testardo. La testardaggine grazie alla quale Lucia, seppur spesso lo criticasse per essa, trovava riparo in lui. Perciò il giorno dopo Mario tornò davanti all’ingresso, ma anche sta volta niente da fare. E fu così per i giorni seguenti. Adesso Mario sembra aver perso le speranze. I nipoti lo hanno convinto a comprare un tablet per poter vedere la nonna attraverso le videochiamate Skype. A lui non piace l’idea, dice che con quegli apparecchi sono diventati tutti scemi, ma non può che accontentarsi. Finalmente ora i due possono guardarsi, certo non come una volta, ma possono ancora prendersi in giro. Gli dice: “Come sei ingrassato, si vede che ti fai da mangiare da solo”. Per qualche minuto vivono momenti di spensieratezza. Adesso però l’infermiera, Claudia, deve staccare la chiamata ed aiutare la sua compagna di stanza. Claudia, che conosceva bene Lucia e suo marito, da tempo legge desolazione negli occhi dell’anziana donna. Purtroppo però si trova con le mani legate, non può fare più di questo. Passa i turni di lavoro pensando a come poterle sollevare il morale.
Passano le settimane. Lucia vive dentro le stesse mura da due mesi. La solitudine non aiuta la sua riabilitazione. Non ricorda più il tatto delle mani callose di suo marito, il profumo del suo shampoo alla mela verde ed il suo respiro profondo. Nel contempo Mario è preoccupato per lei, sa che a quest’età è facile perdere le speranze, lasciarsi andare. Senza di lei, adesso, “è il vuoto ad ogni gradino”. Chi non ha mai vissuto un periodo così lungo all’interno di un ospedale non sa quanto siano lunghe le giornate lì dentro. La luce in fondo al tunnel sembra ormai irraggiungibile.
A maggio 2020 arriva la buona notizia. Si potrà far visita ma solo due parenti al giorno sulla totalità dei ricoverati. Ciò vuol dire che l’accesso sarà consentito una volta ogni 10 giorni circa. Appena viene a conoscenza di questo, Mario chiama l’ospedale e si prenota. Due giorni dopo vedrà Lucia, dal vivo, per la prima volta dopo quasi 3 mesi, per la prima volta dopo una lontananza così lunga. E’ concesso di entrare nella stanza del ricoverato indossando il camice, la mascherina ed i guanti. Purtroppo però nessun contatto. Il giorno arriva e Mario può finalmente salutare la sua Lucia. E’ teso come fosse la prima volta. Arrivato al suo letto la guarda, sorride con gli occhi e si lascia scappare una lacrima. Lucia non può comunque stringere le sue mani, odorare il suo profumo o sentire il suo respiro. Mario però è lì, dove è sempre stato per gli ultimi 53 anni, al suo fianco. Di nuovo. Finalmente.
Di storie come questa tra Mario e Lucia ce ne sono a migliaia. I malati o gli anziani che sono costretti in un letto a causa di problemi di salute hanno bisogno di affetto. Il calore umano è capace di rasserenare gli animi delle persone, perché in fondo, un abbraccio vale più di mille parole.
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Lo spreco è un tema molto importante e dibattuto in molti ambiti: scolastico, domestico, sportivo e lavorativo sono solo alcuni dei settori in cui è presente il tasso più alto di dissipazione non solo di alimenti, ma anche di tutto ciò che riguarda i prodotti utilizzati in queste sfere. Tuttavia esistono diversi modi per evitare questa perdita, anche se molti di essi non vengono attuati. In questo nostro articolo ci soffermeremo in particolare sullo spreco nelle scuole, luogo in cui in molti casi, il tema viene sottovalutato e arginato.
La notizia
Il 21 aprile Daniela Lo Verde, 53 anni, preside dell’istituto Giovanni Falcone dello Zen di Palermo, è stata arrestata per corruzione e peculato insieme al vicepreside Daniele Agosta. I due per mesi si sarebbero appropriati del cibo e di apparecchi tecnologici destinati ai ragazzi acquistati con fondi europei. L’inchiesta coinvolge anche una terza persona: Alessandra Conigliato, anche lei agli arresti domiciliari. Si tratta di una dipendente di un negozio di informatica che avrebbe regalato ai due dirigenti tablet e cellulari.
L’inchiesta nasce dalla denuncia di un’insegnante della scuola che aveva sentito Lo Verde e Agosta commentare un furto di computer avvenuto a scuola.
Il sindaco di Palermo tramite la Fondazione Sicilia assegnò alla scuola un contributo di circa tremila euro per riacquistare le attrezzature rubate.
Con l’accaduto è intervenuto anche il ministro dell’istruzione Valditara che ha firmato un provvedimento di sospensione per la dirigente e il suo complice e a sostegno degli studenti e i tutto il personale a breve invierà degli operatori psico.
Il modello e i problemi
Ci siamo perciò chieste cosa succede in una scuola, e come funzionano i finanziamenti di cui usufruisce ogni anno. Abbiamo allora preso come esempio la nostra scuola, “intervistando” il preside.
Innanzitutto le scuole hanno accesso a molti fondi, divisi principalmente in ministeriali e bandi Europei.I primi servono principalmente per l’amministrazione e la didattica, sono quindi quelli “basilari”. Gli altri sono autoesplicativi: sono offerti dall’Unione Europea e si richiedono, appunto, attraverso un bando; si sfruttano per investire in miglioramenti, nelle strutture e nella formazione. I bandi finalizzati principalmente per la scuola sono i PON (Programmi Operativi Nazionali) e il neonato PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). «Questi fondi sono relativi a determinate linee di intervento governativo, e quindi devono essere spesi dalla scuola a seconda dell’intervento. Ad esempio, in questo momento abbiamo dei fondi tutti legati al digitale. Se volessimo, invece, legarli a qualcos’altro, come una campagna anti spreco dell’acqua e quindi comprare borracce, dispenser e purificatori, non potremmo, poiché sono fondi vincolati. Anche i PON sono fondi vincolati, ma sono maggiormente diversificati.»
Un fondo vincolato è un saldo finanziario destinato a spese già predisposte costituito da risorse accertate. Per dirlo in modo più comprensibile, sono dei soldi elargiti da investire su cose decise in precedenza.
Il problema di questo tipo di fondo è appunto questo: è impossibile, o comunque molto difficile riuscire a “svincolare” i soldi dal loro proposito, anche una volta che non servono più. Ad esempio durante la pandemia le scuole avevano ricevuto dei fondi di cui la scuola si avvale in un contesto emergenziale, in questo caso il COVID; «la scuola ha ricevuto parecchi soldi per rifornirsi di mascherine e igienizzanti e più tardi per interventi educativi e lo psicologo scolastico». Anche adesso che l’emergenza pandemia è praticamente sparita, rimangono lo stesso dei soldi che però possono essere utilizzati solo per mascherine o solo per igienizzanti, e che quindi non è possibile riutilizzare, sprecandoli. «I fondi sono quindi differenziati, ma sono pochi quelli che la scuola può usare con ampi margini». Bisognerebbe trovare un modo per facilitare lo svincolamento dei fondi per poterli reinvestire in altri progetti
I soldi che ogni anno vengono dati alla scuola rientrano nel programma annuale, cioè il bilancio scolastico, ma non sempre riesce a spendere i soldi forniti per questioni pratiche. Quello che rimane si chiama avanzo di amministrazione.
Questi soldi vengono spesi in funzione degli studenti:possono essere utilizzati per progetti in ambito scientifico tecnico e professionale e in ambito umanistico e sociale. Nella nostra scuola è stata, per esempio, istituita la Casa dello studente,
Quello che resta dall’anno precedente può poi essere utilizzato l’anno successivo e può essere vincolato o non vincolato: se è vincolato i soldi vanno usati per le stesse voci se invece non è vincolato si può usare per altre attività.
I progetti vengono pensati dai docenti ma anche gli studenti li possono proporre che poi verranno discussi nel collegio docenti.
Il fatto che il sistema dei finanziamenti alla scuola ponga dei vincoli sull’utilizzo dei fondi, ovvero che non sia facile liberarsi della spesa dei progetti originari, è una garanzia di controllo delle risorse scolastiche. Tuttavia, se venisse confermata la fine di un progetto dovrebbe essere facilitato l’utilizzo alternativo dei fondi rimasti non spesi.
Il primo passo contro lo spreco è quello di non tralasciare ideee iniziative che possono nascere da studenti o docenti, non tanto mirate all’acquisto di oggetti ma piuttosto allo sviluppo di una sensibilità contro lo spreco nei settori che ci circondano.
TERRITORIO
IL DERBY DI PASQUA/Da Vigo-Nicoloso ancora rossoblu
Pubblicato
2 mesi fail
14 Aprile 2023

Un’altra vittoria da parte del Genoa arriva allo stadio Broccardi di Santa Margherita Ligure .
Una tempesta di emozioni sia in campo che sugli spalti, con urla di gioia o sguardi tristi, botte di adrenalina e il battito cardiaco che accelera, tra suoni di trombe e striscioni che sbattono in faccia la verità agli avversari; queste sensazioni sono indescrivibili a parole, si possono solo vivere!
Grazie all’idea della prof. Battini e alla realizzazione di questo sogno da parte del prof. Giacobbe, questa volta erano presenti in campo anche due ex giocatori : Luca Cavallo, ex centrocampista del Genoa e Francesco Flachi, famoso per essere il terzo marcatore di sempre della Sampdoria, dietro a Roberto Mancini e Gianluca Vialli.
La partita era iniziata nuovamente con un vantaggio blucerchiato grazie allo strabiliante goal del capitano della Samp, Federico Delfino, ma dopo una straordinaria prova di talento da parte di Nicolò Sacco e del prof. Giacobbe, artefici rispettivamente di un goal e di una doppietta magistrale, i grifoni conquistano la seconda vittoria.
Nonostante il risultato della partita possiamo affermare di aver iniziato le vacanze di Pasqua al meglio!
Finalmente dopo anni di covid e di restrizioni, ritornare a svolgere le assemblee d’istituto in presenza con altre classi per poi ritrovarsi, una volta terminata la mattinata, in giro a pranzare tutti insieme e andare a vedere la partita, sembra davvero un sogno!
Sul quel campo con due porte e tanti ragazzi che corrono e mettono il cuore e tanta passione per portare alla vittoria la propria squadra del cuore, tra risate e urla, il tempo è passato troppo in fretta, questi momenti dovrebbero durare all’infinito!
Anche stavolta la squadra rossoblu è riuscita a vincere, ma bisogna precisare che in campo la Sampdoria non aveva né ex giocatori né prof, di conseguenza c’era una netta disparità.
Chi lo sa, magari a fine anno scolastico (se verrà organizzato un altro match) riuscirà a prendersi la sua rivincita!
• Impressioni finali sulla partita
Rispondono Federico Delfino e Samuele Stella:
(F)”Riguardo la partita non posso che essere orgoglioso dei miei compagni, che hanno dato tutto quello che potevano se non di più. Sono contento di non aver lasciato nessuno fuori a differenza del Genoa e, nonostante fossimo solo in 4 a giocare a calcio, dopo 70 minuti eravamo in vantaggio. Purtroppo non riuscendo a far correre la palla abbiamo dovuto correre noi e questo nel finale si è visto.
Credo che rispetto all’andata la partita sia stata più piacevole e intensa, infatti ho visto il pubblico più coinvolto. Un ottimo evento che spero verrà riproposto in futuro perché potrà solo migliorare!”
(S)”Ci aspettavamo una partita più equilibrata ma non è stato così. La nostra superiorità, forse anche perché avevamo più figure adulte in campo rispetto agli altri, è stata evidente durante tutta la partita nonostante fossimo riusciti a sbloccarci solo all’ultimo!”
• Avreste piacere di fare anche a fine anno un ultimo match?
(F)”Ci siamo divertiti molto quindi sicuramente avremmo piacere di giocare nuovamente, ma questa decisione non spetta a me. Ringrazio la prof. Battini, i rappresentanti d’istituto per l’organizzazione e per la presenza di ospiti di notevole importanza.”
(S)”Riguardo a fare un altro derby a fine anno, ci sono pareri contrastanti ma noi genoani non siamo molto propensi, ci pare una forzatura e dare un’altra batosta ai doriani ci annoierebbe.”
• Oppure fare il derby giocando un’altra disciplina sportiva (tipo pallavolo) ?
(F)” Sampdoria e Genoa sono due squadre di calcio e credo che la rivalità debba rimanere calcistica. In altri sport si potrebbe fare una partita tra 2 squadre di quello sport, senza tirare in ballo Samp e Genoa.”
(S)”Farla giocando un’altra disciplina secondo me non riscuoterebbe molto entusiasmo peró si potrebbe provare ad organizzare!”
Come sempre ci tengo a ringraziare, a nome di tutti: i rappresentanti d’istituto, gli ex giocatori, i tre prof di scienze motorie: Battini, Giacobbe, D’Alfonso che come sempre mettono tutto il cuore in questi giorni di assemblea; il mitico preside che ogni volta si mette in gioco, il nostro fantastico arbitro Andrea Sardi, il nostro super telecronista Stefano Sampietro, la nostra fotografa ufficiale Alice Milieni e tutta la tifoseria a bordo campo e sugli spalti per aver animato questa giornata!


Stesso posto, stessa ora e stesse due squadre, Sampdoria contro Genoa, professori e alunni di ogni età del nostro fantastico liceo, combattono nella speranza di fare un goal e di rendere onore alla propria squadra del cuore, appassionando altrettanti studenti e professori, anche non appassionati di sport, che sono riuniti sugli spalti per gridare e urlare di gioia. Solo una parola mi viene in mente pensando a tutto questo, spensieratezza, quella che il covid ci ha tolto per un po’ di anni e ci è mancata, ma finalmente giornate come queste ci fanno ricordare di averne bisogno.
Il 5 aprile alle ore 14.45 torneranno sul campo dello stadio Broccardi, a Santa Margherita Ligure le due squadre del liceo Da Vigo Nicoloso.
Il derby tra Sampdoria e Genoa si disputerà nello stesso campo dove il precedente 22 dicembre il Genoa grazie alla doppietta di Kevin Etienne si portò a casa la vittoria. La partita era iniziata con il vantaggio dei blucerchiati con il goal di Giorgio Perazzo e del prof Materno ma la rimonta da parte dei grifoni fu inevitabile con il goal di Philip Wintour, del nostro preside e infine i due strabilianti goal di Kevin.
Ho sempre considerato la nostra scuola come una piccola grande famiglia, non è sempre facile trovare persone che ti fanno sentire a casa e al proprio posto, ma il Da Vigo nonostante abbia milioni di difetti ha mille altri pregi, tra cui questo, (d’altronde solo noi facciamo una ricreazione ogni 50 minuti di lezione !) i professori spesso instaurano con gli alunni dei bellissimi rapporti che vanno oltre alla scuola e all’insegnamento, sto parlando di rapporti umani, indelebili e per di più, come sappiamo, il 90% delle amicizie pure e vere nascono proprio tra i banchi di scuola e dopo la pandemia e tutte le restrizioni, vedere questo forte legame anche al di fuori di uno contesto scolastico riempie il cuore di gioia.Inoltre penso sia molto difficile tenere insieme tre plessi, soprattutto quando tra questi c’è molta rivalità, in particolare tra i professori e di conseguenza nascono dei pregiudizi tra i ragazzi, in base all’indirizzo scelto e così via, ma su quel campo, il giorno prima delle vacanze natalizie, tutti questi pregiudizi sono scomparsi, l’unica divisione che c’era era tra Sampdoriani e Genoani, questo è l’effetto, o forse è meglio chiamarla magia del calcio, ma anche di molti altri sport, che unisce una quantità spropositata di cuori; durante quei 90 minuti l’unica preoccupazione che noi tutti avevamo era che un giocatore della nostra squadra preferita mandasse la palla in quella maledetta rete avversaria o nel caso del nostro super vicepreside (che stava sugli spalti con noi ragazzi) che la squadra del preside perdesse !
Quattro mesi dopo la domanda non è cambiata, è sempre la stessa, quale squadra riuscirà questa volta ad avere la meglio ?
Ed ecco qua i due capitani (Federico Delfino e Alessio Parodi ) delle due squadre che ci dicono la loro opinione …
• Nella precedente partita netta vittoria da parte del genoa, in questo match di ritorno cosa cambierete rispetto all’andata ?
(F) “All’andata non ci conoscevamo tra di noi, ci siamo visti per la prima volta nel riscaldamento e per questo siamo andati in campo un po’ disorganizzati. Questa volta cercheremo di essere pronti sin dal primo minuto, mettendo quel pizzico di determinazione in più che ci è mancata nel mantenere il momentaneo 2-0 lo scorso dicembre. L’impegno è sempre stato e sempre sarà massimo, siamo orgogliosi di difendere la maglia più bella del mondo !”
(A) “Non so ancora che scelte prenderà l’allenatore, sicuramente siamo una squadra che si basa sul lavoro collettivo e dove ogni singolo giocatore recita una parte fondamentale, di conseguenza posso dire che non cambieremo sicuramente atteggiamento, visto che nell’ultima partita, è stato vincente.”
• Quali giocatori ti piacerebbe avere della squadra avversaria ? E perché?
(F) “Il Genoa ha dimostrato di essere una squadra ricca di ottime individualità, ma mi tengo stretti i miei compagni, i quali hanno tutti voglia di rivincita e sapranno dimostrare sul campo di non essere inferiori a nessuno. L’unico giocatore che mi sarebbe piaciuto avere in campo è il professor Materno, che a causa dell’infortunio dell’andata, ci darà una mano solo in veste di allenatore.”
(A) “Sinceramente non prenderei nessuno dall’altra squadra nonostante ci siano ottimi elementi; conosco ogni mio singolo compagno e so quanto ognuno di loro può dare al gruppo, é stata proprio la squadra in ogni suo elemento a permetterci di vincere il primo match, c’è un forte senso di appartenenza alla maglia e anche del dovere in quanto rappresentiamo l’unica squadra di Genova perché, viste le ultime notizie, non sappiamo se ci saranno altri derby in futuro!”
• Come pensi finirà questa partita ?
(F) “Difficile fare pronostici su partite come il derby, noi siamo pronti a lottare su ogni pallone senza mollare un centimetro. Sono sicuro che con questo approccio sarà davvero tosta batterci!”
(A) “Preferirei non sbilanciarmi perché la partita è imprevedibile e la posta in palio é alta, resta il fatto che ci teniamo a confermare quanto dimostrato l’ultima volta e sono convinto che abbiamo le qualità e le capacità per ribadire la nostra superiorità.”
• Sono quattro mesi che si parla di questa partita potessi scegliere, preferiresti la vittoria nel derby o passare l’anno scolastico ?
(F) “Non vedo perché rinunciare ad una delle due cose, se abbiamo scelto di tifare Samp e non quelli là, è perché siamo intelligenti…”
(A) “Meglio non esprimersi perche queste risposte potranno leggerle anche alcuni professori, sicuramente però il derby resta il derby e l’importanza di questo evento non é secondo a nulla poiché non ci saranno altre occasioni (se tutto andrà bene in ambito scolastico!).”
Infine ci tenevo a ringraziare il prof Giacobbe, le prof Battini e D’Alfonso e i rappresentanti d’istituto, in particolare Samuele Stella per tutto l’impegno e la passione che ci mettono nell’organizzare giornate come queste !
(E chi lo sa forse stavolta hanno persino organizzato qualche sorpresa !)
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