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PILLOLE DI IODIO/Corsa all’acquisto, ma servono davvero?

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La corsa alle pastiglie, come ha spiegato all’agenzia di stampa belga Michael Storme dell’Associazione dei farmacisti, è iniziata con la notizia dei combattimenti in corso vicino alla centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina. 

Però, quando il Presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la messa in allerta dei deterrenti nucleari del Paese, la corsa si è accelerata, fino a raggiungere un picco di oltre 32 mila pacchi di pastiglie ritirate in Belgio.

Secondo la legge, ogni belga ha diritto a una scatola gratuita di dieci compresse di ioduro di potassio, quindi, in caso di allerta da parte delle autorità, i cittadini sono invitati a recarsi in farmacia a prendere il medicinale per proteggere l’organismo dalle radiazioni che aumentano significativamente il rischio di cancro e di altre malattie.

L’Agenzia Federale belga per il controllo nucleare ha però tenuto a precisare, attraverso i canali social, che le pillole di iodio vanno assunte solo su indicazione delle autorità e non di propria iniziativa. “Le pastiglie di iodio non offrono protezione contro altre sostanze radioattive dalle quali, in caso di emergenza, è necessario ripararsi. In caso di fuoriuscita di radiazioni, i minori di diciotto anni, in particolare i più piccoli, sono maggiormente a rischio di sviluppare tumori. Lo stesso vale per le donne in gravidanza o in allattamento, mentre gli adulti dai 18 ai 40 anni hanno meno probabilità di sviluppare il cancro alla tiroide”.

 

Durante un incidente nucleare, come spiegato sul portale dell’Istituto superiore di sanità, lo iodio radioattivo può essere rilasciato, contaminando l’ambiente, con conseguente esposizione esterna. L’inalazione di aria contaminata e l’ingestione di cibo e acqua potabile contaminati possono portare all’esposizione interna delle radiazioni e all’assorbimento di iodio radioattivo principalmente da parte della tiroide. 

Dopo un incidente nucleare, inalato o ingerito lo iodio radioattivo, la ghiandola tiroidea lo assorbe allo stesso modo dello iodio stabile.

Per questo motivo, la compressa andrebbe a saturare la ghiandola tiroidea, prevenendo così l’assorbimento dello iodio radioattivo disperso nell’aria.

Nel complesso, la somministrazione orale di iodio stabile, se eseguita entro 6-8 ore dall’inizio dell’esposizione (insieme al controllo degli alimenti e dell’acqua potabile) è considerata una strategia appropriata per ridurre il rischio di effetti negativi sulla salute delle persone esposte a un rilascio accidentale di iodio radioattivo.

 

Anche in Italia, alcune regioni, si stanno muovendo per quantificare le scorte di iodio stabile presenti sul territorio.

 

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CHE BRUTTO AMBIENTE/L’orologio della terra ticchetta, è tempo di agire!

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Il problema della siccità

Il cambiamento climatico è una realtà che sta minacciando il nostro pianeta in modi sempre più evidenti ed estremi. Uno degli effetti più devastanti è rappresentato dalla siccità, che sta colpendo diverse regioni del mondo con conseguenze disastrose per l’ambiente e l’umanità. La siccità è un prolungato periodo di scarsa o totale assenza di precipitazioni, che comporta una mancanza critica di acqua. Di conseguenza,i corsi d’acqua si prosciugano, i terreni diventano aridi e le riserve idriche si esauriscono rapidamente. Questa condizione porta degli impatti significativi sulla vita delle persone e di conseguenza sull’agricoltura, sulla biodiversità e sull’intero ecosistema. Senza l’acqua, la sopravvivenza stessa è messa a rischio.

 

L’emergenza nel mondo

Nel 2020, l’Australia ha affrontato uno dei periodi di siccità più lunghi e devastanti nella sua storia. I contadini e gli agricoltori hanno subito enormi perdite, con raccolti distrutti e bestiame morente a causa della mancanza di acqua e del surriscaldamento del territorio. In risposta a questa crisi, le proteste sono scoppiate in tutto il paese, gli agricoltori hanno chiesto aiuto e azioni concrete per affrontare la siccità e mitigare gli impatti del cambiamento climatico sull’agricoltura.

 

Negli Stati Uniti, la California ha sperimentato una delle peggiori siccità nella sua storia recente. Nel 2021, migliaia di manifestanti si sono riuniti a Sacramento, la capitale dello stato, per chiedere al governo di adottare politiche più aggressive per combattere la siccità e promuovere l’uso responsabile delle risorse idriche. Le proteste hanno evidenziato l’importanza di investire in tecnologie innovative per la desalinizzazione dell’acqua marina e per promuovere pratiche agricole sostenibili che conservino e ottimizzino l’uso delle risorse idriche.

 

Nel 2023 è l’europa a dover adottare nuove misure per combattere l’emergenza idrica.

Nello specifico la Spagna , dove lo scorso aprile le temperature sono state le più alte mai registrate dal 1961, gli agricoltori di tutta la nazione sono scesi per le strade in segno di protesta.

Allo stesso modo, proprio in Spagna sono nate le prime soluzioni per contrastare il cambiamento climatico.

A Valencia, soni stati installati più di 450 000 macchinari in grado di rilevare perdite d’acqua nel minor tempo possibile.

Inoltre,le coltivazioni vengono annaffiate grazie all’utilizzo di acqua riciclate.

Un focus sul cambiamento climatico in Italia

Nel mese di maggio 2023, l’Emilia-Romagna è stata teatro di una devastante alluvione che ha colpito diverse città e comunità della regione. Le intense precipitazioni pluviali hanno causato fiumi in piena, esondazioni e gravi danni alle infrastrutture, alle abitazioni e all’agricoltura.

 

Le prime segnalazioni di piogge intense sono arrivate il 15 maggio 2023, ma è stato a partire dal 18 maggio che la situazione ha preso una piega critica. Le precipitazioni continue hanno causato l’aumento dei livelli dei fiumi principali, come il Po, il Reno e il Panaro, che hanno rapidamente raggiunto livelli di piena. Numerose zone sono state sommerse dall’acqua, mettendo a rischio la vita delle persone e causando evacuazioni di emergenza.

 

Le città più colpite includono Bologna, Modena, Ferrara e Ravenna. Numerose abitazioni sono state allagate, con molti residenti costretti a cercare rifugio temporaneo. Le infrastrutture principali, come le strade, i ponti e le reti di trasporto, sono state gravemente danneggiate o distrutte, causando un’ulteriore interruzione della vita quotidiana e dell’economia locale. L’agricoltura è stata duramente colpita, con estese zone di terreni allagati che hanno distrutto le colture e causato danni ingenti agli allevamenti.

 

Le cause di questa alluvione sono il risultato di una combinazione di fattori naturali. Le precipitazioni intense sono state amplificate da una configurazione atmosferica, ma gli eventi meteorologici estremi sono diventati sempre più frequenti e intensi a causa del cambiamento climatico globale. L’urbanizzazione non pianificata e l’alterazione del paesaggio naturale hanno compromesso la capacità dei corsi d’acqua di assorbire le piogge e hanno aumentato il rischio di alluvioni.

 

Per migliorare la situazione in Emilia Romagna il Cdm ha emanato un decreto legge che offre importanti risposte ai territori colpiti stanziando oltre 20 mila euro nei vari settori su diversi fronti.

 

L’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna nel maggio 2023 ha evidenziato l’urgenza di adottare misure concrete per prevenire e gestire in modo più efficace le catastrofi naturali. È necessario affrontare sia le cause naturali, come il cambiamento climatico, che quelle antropiche, come la pianificazione territoriale non sostenibile. Solo attraverso una combinazione di investimenti, politiche a lungo termine e sensibilizzazione sarà possibile mitigare gli effetti delle alluvioni e proteggere le comunità vulnerabili.

In conclusione

È essenziale che i governi, le aziende e la società nel suo complesso si impegnino per affrontare il cambiamento climatico e la siccità.

Bisogna ridurre le emissioni di gas serra, investire in fonti di energia pulita, promuovere pratiche agricole sostenibili e conservare le risorse idriche. Solo attraverso uno sforzo congiunto possiamo sperare di preservare il nostro pianeta per le future generazioni.

Il tempo per agire è ora.

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FUTURO E NATALITÀ/Come siamo messi?

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La natalità è un tema cruciale per il futuro di ogni paese. In un mondo sempre più complesso e mutevole, la crescita demografica e il benessere delle future generazioni sono cruciali per garantire una società equilibrata ed efficiente.

La situazione attuale in Italia

Negli ultimi decenni, l’Italia ha assistito a un calo costante del tasso di natalità. Le famiglie italiane sono sempre più piccole e il numero medio di figli per donna è inferiore al livello di sostituzione, necessario per mantenere stabile la popolazione nel lungo termine. Questo trend ha implicazioni significative per l’economia, la previdenza sociale e il tessuto sociale del paese.

Cause del declino della natalità

Ci sono molte ragioni alla base di questa diminuzione della natalità. I cambiamenti culturali e sociali hanno portato a una maggiore valorizzazione della carriera e delle opportunità individuali, spingendo molti giovani a rinviare o addirittura a rinunciare completamente alla genitorialità. Inoltre, il costo elevato della vita, l’incertezza economica e la mancanza di supporto adeguato alle famiglie sono fattori che influenzano la decisione di avere figli.

Ipotesi sul futuro della natalità in Italia

Qual è il futuro della natalità in Italia? Mentre alcuni potrebbero prevedere scenari cupi e pessimistici, esistono anche opportunità per invertire questa tendenza.

Soluzioni possibili

Una possibile soluzione potrebbe essere l’implementazione di politiche che sostengano le famiglie e agevolino la genitorialità. Questo potrebbe includere misure come asili nido accessibili e di alta qualità, con orari estesi per adattarsi alle esigenze dei genitori che lavorano, e incentivi finanziari per le famiglie che decidono di avere più figli.

Miglioramento delle condizioni economiche

Inoltre, l’Italia potrebbe concentrarsi sul miglioramento delle condizioni economiche e dell’equilibrio tra lavoro e vita familiare. Una maggiore flessibilità lavorativa, l’adozione di politiche di congedo parentale più lunghe e una cultura aziendale che promuova l’equilibrio tra lavoro e famiglia potrebbero essere misure efficaci per sostenere i genitori e incoraggiare una maggiore natalità.

Investimento nelle opportunità per i giovani

È importante anche affrontare il tema delle opportunità per i giovani. Investire nell’istruzione di qualità e nella creazione di posti di lavoro stabili e ben retribuiti può offrire una prospettiva positiva per i giovani e incentivare la formazione di famiglie.

Conclusioni

Il futuro della natalità in Italia dipende da una combinazione di fattori, tra cui cambiamenti culturali, politiche governative e supporto sociale. La consapevolezza di questa sfida è il primo passo verso il cambiamento. È necessario che tutti i settori della società, dal governo alle imprese, dallei stituzioni educative alla società civile, collaborino per affrontare la questione della natalità in Italia.

La creazione di una cultura che valorizzi la famiglia e la genitorialità, insieme a politiche di sostegno concrete, potrebbe contribuire a invertire il declino della natalità nel paese. Questo richiede un impegno a lungo termine e una visione olistica che consideri gli aspetti economici, sociali e culturali.

Nonostante le sfide che l’Italia affronta nella sfera demografica, c’è ancora speranza per il futuro della natalità nel paese. Con una combinazione di politiche innovative, supporto sociale e cambiamenti culturali, l’Italia potrebbe creare un ambiente più favorevole per le famiglie e incentivare una maggiore natalità.

È fondamentale che la società italiana si impegni attivamente a comprendere e affrontare questa sfida demografica, riconoscendo l’importanza della natalità per il futuro del paese. Solo attraverso una collaborazione tra istituzioni, comunità e individui sarà possibile creare un ambiente che favorisca la crescita e il benessere delle future generazioni.

Il futuro della natalità in Italia dipende dalle scelte che facciamo oggi. Dobbiamo lavorare insieme per costruire un paese in cui le famiglie si sentano supportate e le opportunità per i bambini siano ampie. Solo allora potremo guardare al futuro con fiducia, sapendo che stiamo creando le basi per una società sana, prospera e dinamica.

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MATTIA ZENZOLA/Chi la dura la vince

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Un’altra edizione di Amici è giunta al termine, come ogni anno è stata ricca di talenti sia per quanto riguarda il canto sia per il ballo.
La finale di Amici è stata trasmessa il 14 maggio su Canale 5, tanti sono stati i momenti salienti che hanno caratterizzato le tre ore di diretta condotte da Maria De Filippi, affiancata dai professori: Alessandra Celentano, Rudy Zerbi, Arisa, Raimondo Todaro, Lorella Cuccarini ed Emanuel Lo. A giudicare i finalisti sono stati invece i tre giudici del programma: Cristiano Malgioglio, Michele Bravi e Giuseppe Giofrè, insieme al pubblico da casa.

Protagonisti di questa finale sono stati:
Isobel, quarta classificata della serata che ha vinto il premio TIM del valore di 30mila euro, Wax terzo classificato che ha vinto il premio Oreo del valore di 20mila euro, Mattia vincitore del circuito ballo e dell’intera edizione e infine Angelina, vincitrice del circuito canto e del premio della Critica e delle Radio.

Questa puntata è sempre tanto attesa dalle famiglie italiane, le emozioni che regala questo talent show sono indescrivibili; Maria e i suoi record  non deludono mai, difatti la finale ha totalizzato il 29.3% di share, per un totale di 4.86 milioni di telespettatori, con un aumento rispetto all’anno scorso, la finale di Luigi Strangis aveva totalizzato 4.33 milioni di spettatori mentre quella di Giulia Stabile rimane quella più vista con 6.67 milioni di telespettatori.

Ad alzare la coppa, sotto la colonna sonora di “We Are the Champions” è stato Mattia Zenzola, diciannovenne pugliese ed eccezionale ballerino di latino americano, che già l’anno scorso partecipò al pomeridiano ma a causa di un grave infortunio si ritirò prima di accedere al serale.
“Nella sfortuna e nella tanta sofferenza ho cercato di fare il possibile per arrivare al meglio.È stato difficile, ci sono stati momenti in cui ho pensato di non farcela perché il dolore era tanto”.

E invece Mattia ce l’ha fatta eccome, distinguendosi per le sue esibizioni e riuscendo a entrare nel cuore del pubblico a casa, che ieri sera gli ha permesso di vivere un sogno.
Mattia è l’esempio vivente di “chi la dura la vince” e grazie al motto del suo più grande amico, ex ballerino della scuola Christian Stefanelli, “non si molla mai”, è riuscito a superare tutte le sfide, accettare le critiche, abbattere tutti gli ostacoli e finalmente vincere la 22esima edizione di Amici di Maria De Filippi.

Per quanto riguarda noi spettatori non ci resta che aspettare impazientemente settembre per vivere ancora una volta queste fantastiche emozioni e una nuova stagione nella scuola più seguita d’Italia con tanti nuovi talenti pronti a mettersi in gioco per alzare la fatidica coppa!

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