ALBERTO GENOVESE/Le indagini proseguono

Conosciamo meglio Alberto Genovese, protagonista di questa storia: 43enne, originario di Napoli, ma residente a Milano, dal 2007 al 2010 ha lavorato per eBay, per poi fondare “facile.it”, che ha ceduto successivamente nel 2014, dando vita a “Prima Assicurazioni”. Momentaneamente è in carcere con accusa di violenza sessuale, cessione di stupefacenti, sequestro di persona e lesioni.

La sera della violenza nella casa nel centro di Milano di proprietà dell’imprenditore c’erano poche persone e poco conosciute, quasi tutte donne. Ed è quella sera che due ragazze di 20 e 22 anni, Ylenia e Martina, che hanno denunciato Genovese per violenza sessuale, hanno deciso di andare a Terrazza Sentimento. Il loro è un racconto molto dettagliato dell’accaduto, prima e dopo le ore in cui è avvenuta la violenza. Le due ragazze all’inizio avevano deciso di rimanere anonime, ma successivamente, avendo capito la gravità dell’azione, volevano avvisare che quanto è accaduto a loro “può succedere a chiunque”.

Le testimonianze

Era presente la droga alle sue feste, a Terrazza Sentimento, l’attico nel pieno centro di Milano dove sono state violentate le ragazze, ma anche a Ibiza e non solo. Proprio a Ibiza Martina capisce che qualcosa non va, vedendo una ragazza in stato confusionale. “E’ stato lì che ho iniziato a realizzare che a me era successa la stessa cosa”. “Alberto Genovese – racconta Ylenia – un mostro lo diventava. Di base era bravissimo, buffo, intelligente, ti prendeva con la testa, ma poi si trasformava quando non dormiva due, tre giorni, strafatto di cocaina. Si incupiva e delirava. A ottobre, poco prima che succedesse il casino che poi ha scatenato tutto il caso, io subisco la vicenda, ho solo dei flash, ma ricordo il dolore che provavo e adesso che ne riparlo è come se lo risentissi”.

La rivelazione delle indagini

Secondo alcune indagini l’imprenditore avrebbe anche installato 19 telecamere per riprendere le violenze compiute sulle sue vittime, tutte appena maggiorenni e mai oltre i 25 anni. Il modus operandi pare essere stato sempre lo stesso in tutti i casi segnalati: prima cercava di trasmettere fiducia alle ragazze così da convincerle a prender parte alle serate, successivamente l’offerta gratuita di droga che azzerava la coscienza delle vittime. Nella camera da letto dell’uomo sarebbe stato anche rinvenuto un “kit di tortura” contenente strumenti come fascette per i polsi e manette.

Davanti agli inquirenti e agli investigatori l’uomo ha cercato di passare in qualche modo per vittima, parlando dei suoi problemi di tossicodipendenza, lasciando dichiarazioni come “Non ho la percezione del limite esatto tra legalità e illegalità quando sono drogato” o ancora “Voglio smettere di drogarmi. La mia vita per l’80% è sana, sono una persona a posto che non farebbe mai del male. Voi avete scavato solo nella parte cattiva della mia vita, ma per il resto sono una brava persona”. Altre ragazze stanno facendo il nome di Genovese, l’ultima ha dichiarato di essere stata vittima dell’imprenditore la scorsa estate ad Ibiza, sempre con la stessa modalità. Le indagini stanno ancora proseguendo.

ALBERTO GENOVESE/Le indagini proseguono

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