ETICA E PANDEMIA/Quando la verità è il dubbio

“Serve responsabilità e precauzione”.  Sono queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pronunciate il 27 ottobre.

Subito dopo le dichiarazioni del nuovo ministro della salute Orazio Schillaci, il quale ha sostenuto che c’è bisogno di un vero ritorno della normalità, Mattarella ha tenuto un discorso sull’attuale situazione pandemica.

Il Capo dello Stato ha sostenuto che occorre ancora attenzione verso ogni misura di sicurezza e che, dopo tutto il lavoro svolto negli ultimi due anni e nonostante il peggio sia stato sconfitto, non si debba abbassare la guardia.

La visione dei cittadini

I cittadini sono divisi nelle loro opinioni, spesso influenzate dai mezzi di informazione, che riguardano le misure da adottare nell’attuale situazione sanitaria.

C’è chi è d’accordo con il Presidente, pensando che togliere le mascherine e reintegrare i medici non vaccinati non sia giusto e possa comportare un rischio di un ritorno alla situazione pandemica precedente. C’è chi, invece, la pensa diversamente, sostenendo che per progredire e continuare ad avere una responsabilità si debba invece tornare alla normalità e, quindi, togliere qualsiasi misura impositiva lasciando liberi i cittadini.

L’approccio gnoseologico alla questione della pandemia 

Adottando un approccio gnoseologico, il singolo cittadino non potrà mai veramente stare da una delle due parti. Non si può avere la certezza su niente, dato che non si potrà mai sapere cosa sia vero e cosa non lo sia la scelta sta, quindi, nel capire se si preferisce continuare a vivere in un terrore mediatico e sociale, pieno di regole e misure di cui non possiamo sapere la loro vera efficacia, oppure vivere in un mondo dove si prova ad andare avanti prendendosi la coscienza e la responsabilità delle proprie azioni, ma in modo libero.

La scienza e i vaccini come atto di fede

Sergio Mattarella ha anche affermato che “la scienza è stata decisiva” nella lotta contro la pandemia, riferendosi ai vaccini anti covid.

Ma come può essere decisivo qualcosa di cui non abbiamo la certezza?

Uno degli errori principali è stato quello di attribuire la definizione di scienza a dei medicinali prodotti dalle case farmaceutiche.

D’altronde, come è stato ammesso dalla stessa casa farmaceutica Pfizer, i vaccini non prevengono il contagio dell’infezione, ma ancora adesso la maggior parte delle persone è convinta che sia così. Non si può, quindi, ritenere scienza qualcosa che in realtà è tecnologia e sperimentazione e di cui, quindi, non si ha una certezza.

Credere ciecamente in qualcosa che non ha riscontri scientifici, è un vero e proprio atto di fede, privo di razionalità, eppure interpretato come scienza.

Il punto di vista etico

Il Presidente della Repubblica, sempre durante la sua orazione, ha anche dichiarato quanto sia stata determinante “la solidarietà nelle sue più diverse espressioni a tutti i livelli, dai gesti semplici di aiuto tra le famiglie nelle comunità, alle scelte comuni compiute dall’Unione Europea”, proprio come ha detto riguardo la scienza.

Quanto possono essere credibili le parole di Mattarella? Da un punto di vista etico si può dire che siano effettivamente vere?

Le scelte governative istituzionali e la campagna mediatica dei mezzi di informazione hanno prodotto una vera e propria divisione nella società.

È noto che ci sono stati diversi tipi di discriminazione, che nella società sono stati ignorati. Si possono prendere come esempio i medici, che sono stati sospesi dal loro lavoro per una scelta personale, che non è stata accettata da quasi nessuno. Anche nei social si sono manifestate divisioni sociali, che hanno influenzato sempre più persone, fino a normalizzare la discriminazione perfino all’interno delle famiglie.

È giusto dover avere più rispetto verso il lavoro eseguito negli ultimi due anni, venendo quindi considerati irresponsabili se non si indossa la mascherina? Avere più responsabilità, come dice Sergio Mattarella, è indossare solo una mascherina e complimentarsi per una solidarietà sociale inesistente, oppure essere consapevoli di quello che si pensa sia vero e che si sostiene? Forse, sarebbe più semplice farsi ulteriori domande, provando a sviluppare un pensiero critico verso tutto ciò che ci sta intorno, pensando in modo autonomo, smettendola di dare per scontato tutto, mettendo invece in dubbio le verità di cui ognuno si crede di avere dogmaticamente il possesso.

Ma cosa ne pensano i giovani riguardo tutto questo? È stato fatto un sondaggio tra gli studenti del nostro liceo, a cui veniva chiesto quanto fossero d’accordo o no con alcune affermazioni riguardo la situazione pandemica e ciò che ne è conseguito.

Sono state registrate in tutto 147 risposte, e questi sono i risultati.

 

Di Emma Perrotta e Roberta La Monica

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COVID/Mattarella si fa sentire