POLITICA/Il governo Meloni: tra timori e speranze

C’È CHI ESCE…

Da professore universitario a Presidente del Consiglio dei Ministri, la storia di Mario Draghi.

Nato il 3 settembre 1947, nella capitale italiana, Mario Draghi si laurea in scienze economiche alla rinomata facoltà: “La Sapienza”. Nel 1981, fino ai dieci anni successivi, passa dal banco alla cattedra, insegnando economia all’università Firenze. Successivamente gli vengono assegnate varie cariche dal punto di vista “economico”, tra queste, la più importante, durò dal 2011 fino al 2019: quella di Presidente della Banca Centrale Europea(BCE); Draghi, durante gli anni trascorsi alla BCE, dovette far fronte alla crisi causata dal debito sovrano europeo, durante la quale tenne la testa alta, riuscendo così, a preservare la nostra moneta e ad attuare la ripresa dell’eurozona.

Il 13 febbraio 2021, in seguito alla richiesta del Presidente Mattarella, Draghi prestò giuramento, assieme ai suoi ministri, dando così inizio al governo Draghi; questo vide la fine il 21 luglio 2022,  in seguito ad una crisi economica, quando Mario Draghi diede le dimissioni.

…E C’È CHI ENTRA

E’ la prima donna Presidente del Consiglio dei Ministri in Italia: Giorgia Meloni.
15 gennaio 1977, Roma, nasce colei che un giorno sarebbe divenuta Presidente di: “Giovane Italia”, “Azione giovani”, “Azione studentesca”; colei che un giorno sarebbe stata fondatrice, con Ignazio La Russa e Guido Crosetto, e Presidente, dell’attuale partito di maggioranza: “Fratelli d’Italia”; colei che tutt’oggi è, e sarà nei prossimi 5 anni, la prima donna Presidente del Consiglio dei Ministri.

I NUOVI MINISTRI E MINISTERI

Sono 24 i ministri del nuovo governo, uno in più rispetto al governo Draghi. Di questi: 9 appartengono a Fratelli d’Italia, 5 alla Lega Nord, 5 a Forza Italia e i restanti 5 non appartengono a nessun partito.                                                                                                

I due vicepremier scelti dalla presidente del consiglio sono: Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture, e Antonio Tajani, ministro degli esteri. È inoltre da ricordare Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Meloni. Cambiano il nome alcuni ministeri, tra questi: il Ministero dello Sviluppo economico, che passa a Ministero delle Imprese e del made in Italy; Ministero delle Pari opportunità e famiglia, che diventa  Ministero della Famiglia, natalità e pari opportunità; Ministero del Sud e Coesione territoriale, che prende il nome di Ministero delle Politiche del mare e del Sud.

LA RISPOSTA INTERNAZIONALE E DEI SOCIAL

Sui social: Instagram, Twitter e soprattutto Tiktok, che è stato il vero protagonista di questa campagna elettorale.  L’Italia, come spesso accade in queste circostanze, si divide. Da una parte troviamo chi sostiene il nuovo governo, sperando in un futuro migliore per l’Italia, e sottolinea gli errori dei precedenti governi, chiedendo di guardare senza pregiudizi il nuovo governo.  Invece, sul fronte opposto troviamo chi mostra il proprio netto rifiuto verso la nuova Presidente del Consiglio e i nuovi ministri, dando maggiore peso alle origini storiche della formazione politica che oggi costituisce il primo partito d’Italia. Infine, sempre grazie ai social, si può notare come la maggioranza degli utenti dichiari di appartenere a una “zona grigia”, ovvero uno stato di incertezza e oscillazione tra i due estremi, augurandosi un giorno di trovare motivazioni convincenti che li spingano ad assumere una posizione. 

La salita al governo di Giorgia Meloni in Italia non ha creato particolare scalpore, ma “l’allarme” arriva dall’estero. Infatti, le più importanti testate giornalistiche europee ed internazionali avvertono il mondo con titoli a dir poco terrificanti. Dal “Guardian”: «Giorgia Meloni potrebbe diventare il primo leader italiano di estrema destra dopo Mussolini?» e ancora il New York Time sottolinea: “Giorgia Meloni, pronta per essere la prima donna ad assumere la carica di primo ministro in Italia e la prima con radici post-fasciste”. La Meloni, al discorso di insediamento della camera, risponde a queste accuse, dicendo: “Dall’estero molti paesi hanno il “timore” di dover vigilare sull’Italia, bene, spero che spendano meglio il loro tempo”.