TRAGEDIA DI CUTRO/L’ incontro della Premier con i familiari delle vittime

Del naufragio di Cutro, avvenuto lo scorso 26 febbraio, siamo a conoscenza di un numero pari a 81 vittime, anche se si teme che molti corpi debbano essere ancora ritrovati.

I giorni di protesta davanti a Palazzo Chigi contro Giorgia Meloni, accusata, insieme al suo Governo, di grave incompetenza innanzi a una situazione come quella del terribile naufragio di Cutro, sembra si siano attualmente sedati.

Infatti, la Premier, insieme al Ministro degli Esteri Antonio Tajani e, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano,  ha deciso di incontrare alcuni parenti delle vittime e superstiti della tragedia.

Grazie a dei mediatori, i migranti sono riusciti a comunicare con la Premier, la quale ha mostrato vicinanza e compassione nei confronti dei parenti e dei superstiti, garantendo, commossa, che “il governo proseguirà alla ricerca delle salme, incluse quelle presumibilmente imprigionate nel barcone, ancora incagliato sul fondale”.

In seguito, la Ministra ha esposto le sue assicurazioni, che testimoniano un impegno da parte del Governo Italiano e dell’Unione Europea, a garantire la tenuta in considerazione delle richieste di accoglienza, e la possibilità di un ricongiungimento in altri Paesi Europei, specialmente in Germania.

Si dice che l’incontro si sia svolto “in un clima emozionato e commosso”, il quale avrebbe portato i familiari delle vittime e i sopravvissuti a fare “appello al suo cuore di madre” a Giorgia Meloni. Inoltre, ella avrebbe chiesto loro se fossero consapevoli dei rischi delle traversate, e della lotta che il Governo Italiano sta affrontando, al fine di sconfiggere i trafficanti di esseri umani ed evitare altre catastrofi simili.

Il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, è fiducioso nei confronti della Premier, reputando che questo incontro non sia solo un “fatto di circostanza”, ma che “lo riempiranno di contenuti”.

Al contrario, il parroco di Steccato di Cutro, don Pasquale Squillacioti, dice che è necessario “entrare nell’ umanità delle persone, non bisogna aspettare la morte per dire “ti sono vicino.”

E allora la domanda giusta da porsi è: rimarranno solo parole, o queste promesse potrebbero tramutarsi, un giorno, in provvedimenti concreti?