UNGHERIA/Una nuova legge all’insegna dell’omofobia

Ci troviamo in Ungheria dove il parlamento ha da poco approvato una nuova legge che vede come obbiettivo proteggere i minori da contenuti “omosessuali”.  Con questo provvedimento, definito da molti come un atto altamente omofobo,  il governo ungherese si mostra nolente nei riguardi della comunità LGBTQ+.

Siamo davanti ad una legge che limita drasticamente la libertà dei giovani residenti in Ungheria: per loro è vietato guardare spot pubblicitari, film o leggere libri che potrebbero richiamare anche lontanamente al mondo omosessuale.

Omosessuale uguale pedofilo?

Già in passato il governo aveva adottato altre misure in sfavore dei diritti della comunità e a sfondo decisamente omofobo. La giustificazione data per queste azioni è sempre stata che lo stato volesse proteggere la popolazione da atti di pedofilia.

Lo stesso Viktor Orban, primo ministro ungherese, ha rilasciato un’intervista dove ha dichiarato che l’Ungheria è un paese “amico” degli omosessuali, aggiungendo però che esiste comunque una linea da non superare: quella della pedofilia.

Stiamo quindi parlando di un ipotetico collegamento “pedofilia e omosessuali”, concetto stereotipato, irrealistico e disumano che molti paesi sembrano fortunatamente avere abbandonato.

Nuove tensioni nella comunità europea

Mark Rutte, premier olandese, durante un vertice europeo ha proposto fermamente di cacciare l’Ungheria dall’UE, mentre altri 17 paesi, tra cui l’Italia, si sono presentati con un documento in difesa dei diritti della comunità LGBTQ+. 

Ursula von der Leyen non si mostra neutrale, dichiarando apertamente che verranno presi provvedimenti nei confronti dell’Ungheria.

Al contrario paesi come Polonia e Slovenia decidono di non voltare le spalle ad Orban, difendendo il paese da tutte le critiche e sanzioni da parte dell’UE.

La posizione apparentemente neutrale della UEFA

In questo periodo di partite la UEFA dice no alla proposta di illuminare l’Allianz Arena (Monaco di Baviera) con i colori dell’arcobaleno, in sostegno della comunità LGBTQ+ in Ungheria. Ceferin dichiara infatti l’atto come “fuori luogo”, in quanto il calcio non dovrebbe avere un orientamento politico.

Manuel Neuer, giocatore tedesco, decide però di andare controcorrente, indossando una fascia arcobaleno sul braccio per tutta la partita.

Mossa decisamente incoerente da parte del presidente della UEFA, che non molto tempo prima aveva deciso di non porre ostruzione ai giocatori nell’inginocchiarsi a sostegno del movimento BLM (black lives matter).

Un’altra prova riguardante il fatto che il calcio non è mai stato al 100% neutrale in ambito socio-politico si è verificato poche settimane fa.

Il giorno in cui doveva essere giocata la partita Ungheria-Francia Orban era infatti riuscito ad ottenere il permesso di occupare il 100% della capienza dello stadio ungherese dove sarebbe avvenuto il tutto. Cosa mai successa in tempo di pandemia negli altri paesi, che hanno giustamente deciso di adeguarsi alla situazione attuale non riempiendo del tutto gli stadi.  Da menzionare è anche il saluto con il braccio teso (richiamante quello fascista e nazista) che hanno dato i tifosi ungheresi alla squadra.

Dopo tutto questo viene automatico domandarsi se la UEFA sia davvero così neutra come dice e senza “schieramenti” o “preferenze” verso certi paesi o orientamenti e azioni politiche.

Un’omofobia sempre più diffusa

Ancora nel 2021 in Europa ci troviamo davanti ad un ennesimo episodio di omofobia. Un odio infondato da parte solitamente di paesi radicati nella religione e con una mentalità arretrata a cui difficilmente si riesce a trovare una valida giustificazione.

Si spera in una risposta di protesta da parte dei giovani ungheresi, che oltre a rappresentare il futuro del paese, possono anche fare davvero la differenza.