VACCINO/Via libera a Sputnik anche in Europa?

L’Europa apre uno spiraglio al vaccino russo Sputnik. L’Ema (Agenzia europea per i medicinali) ha avviato una procedura di revisione continua del farmaco, dopo la quale emetterà un verdetto. Se sarà positivo, l’Europa potrà usufruire anche del vaccino di Mosca per incrementare le campagne dei suoi paesi.

La revisione

Quello che è necessario valutare è se la copertura immunitaria di Sputnik sia sufficientemente alta da avviarne la produzione. In particolare l’Ema ha sottolineato che sarà da valutare se i benefici saranno superiori ai rischi, valutando la conformità del farmaco russo secondo i consueti standard dell’Ue in termini di sicurezza, efficacia e qualità, con i quali sono già stati approvati i vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Finora la procedura di revisione ha richiesto all’incirca tre settimane, ma Sputnik parte un passo indietro rispetto agli altri. Infatti il vaccino russo ha pubblicato meno dati rispetto alle altre case farmaceutiche, che erano già state visitate e convalidate prima del via libera definitivo. Cosa che per il farmaco di Mosca non è mai potuto avvenire.

Le forniture

Krill Dmitriev, il capo del fondo sovrano russo che ha contribuito allo sviluppo del vaccino, ha dichiarato che quando l’Ema avrà approvato il suo farmaco, si terrà pronto a fornirne all’Europa 50 milioni di dosi, per poi aggiungere “a partire da giugno”.

Anche la Russia, così come le altre case farmaceutiche, dopo aver firmato accordi con decine di paesi del mondo, ha riscontrato alcune difficoltà nella produzione che sembrano, però, risolvibili con il tempo.

Il vaccino

Il vaccino è stato sviluppato da Gamaleya, il centro nazionale russo per l’epidemiologia e la microbiologia. Lo Sputnik usa il metodo del vettore virale, ma non come AstraZeneca, Johnson&Johnson e Reithera. Il metodo utilizzato da Sputnik è quello del doppio vettore virale: vengono iniettati nel muscolo due adenovirus diversi, innocenti per l’uomo. Al loro interno è stato inserito un frammento di Dna che codifica la proteina spike del Covid-19. Quando l’adenovirus entra nelle nostre cellule, inizia il processo di sintesi della proteina spike, che viene poi rilasciata nell’organismo per attivare il sistema immunitario. Ma il sistema immunitario non si attiva solo contro lo spike, ma anche contro l’adenovirus. Così i russi hanno pensato di usare, appunto, due diversi adenovirus da suddividere nelle due diverse somministrazioni. In questo modo l’immunità contro il vettore virale dovrebbe essere ridotta, e il richiamo più efficace.