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ATTUALITA'

Il nazismo ritorna nelle nostre coscienze

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Di Vesselin – La paura del diverso ha sempre caratterizzato l’uomo, fin dai tempi più antichi, ma ora che ci vantiamo di essere un mondo evoluto, non sarebbe giunto il momento per lasciarci tutto questo alle spalle?

.“E poi ho torto quando dico che bisogna eliminare anche i bambini dei musulmani dal momento che sono tutti futuri delinquenti”, “Un altro salvataggio, ma non potevano lasciarli morire?” ( in riferimento ai migranti ).

 

Queste frasi sono state postate su Facebook da Fiorenza Pontini, professoressa al liceo classico Marco Polo di Venezia, decaduta in questi giorni del suo incarico dopo che studenti e genitori hanno comunicato le frasi alla preside, scatenando immediatamente la reazione di alcuni parlamentari. La storia è emersa in questi giorni, anche se il provvedimento è stato reso operativo alla fine di dicembre, poiché l’avvocato della professoressa ha presentato ricorso.

 

 

NEONAZISMO E RAZZISMO: IL NOSTRO FUTURO?

 

Quelle appena riferite sono solo alcune delle frasi postate dall’insegnante, da cui traspira un odio che può’ essere paragonato solo a quello perpetuato da alcuni gruppi neonazisti, come quello di Varese, la “Comunità Militante dei 12 Raggi”, uno dei più importanti in Italia, che stanno chiedendo in questo momento al “popolo” di firmare una petizione online per “mettere fuori legge l’ANPI (l’Associazione dei Partigiani), col desiderio che sia chiusa fino all’ultima sezione e che vengano processati per crimini di guerra tutti i partigiani in vita”

 

Questi due casi indicano come nel nostro Paese, e non solo, circolino ancora idee razziste paragonabili ad una piaga che affligge la nostra società. Ovviamente, come la maggior parte dei problemi inerenti l’etica in generale, la mancanza di un’educazione volta all’insegnamento di valori innegabili, quali la libertà, il rispetto per il prossimo e l’eguaglianza, porta a questi risultati, causando la nascita di focolai d’odio che esaltano ciò che invece sono stati i grandi delitti dell’uomo.

 

 

IL RUOLO DELL’EDUCAZIONE NELLA PREVENZIONE DI QUESTI COMPORTAMENTI

 

Ancora più grave è il fatto che a pronunciare queste frasi sia stata un’insegnante, che dovrebbe crescere la nuova generazione, fornendo ad essa i mezzi per costruire un mondo migliore. Fra i post anche insulti pesanti alla Presidente della Camera Laura Boldrini, che stoicamente sopporta e combatte assieme a tutte le altre ingiurie nei suoi confronti.

 

Sicuramente la professoressa non si vergognerà di quello che ha detto, non porgerà nemmeno delle scuse (quantomeno sincere), come d’altronde i neonazisti di Varese, che negano l’olocausto e credono nel mito di Adolf Hitler, ricordandolo festeggiando, dal 2013, la sua data di nascita, oppure celebrando i caduti repubblichini al raduno annuale al Monte San Martino, teatro di uno scontro fra partigiani ed Ss.

 

A questo punto della riflessione sorge spontanea una domanda; la professoressa in questione, i membri della Comunità neonazista, sono coscienti dei loro comportamenti oppure hanno subito letteralmente un lavaggio del cervello, unito ad un ‘indole facinorosa’? E’ assolutamente dimostrato quanto la famiglia e la scuola siano in grado di formare i propri interessi e la propria personalità, e chissà che questi ragazzi abbiano avuto come insegnante qualcuno molto simile alla nostra professoressa.

 

ATTUALITA'

MALASANITÀ/Il dramma del neonato morto al Pertini

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L’otto gennaio di quest’anno, al ospedale Pertini di Roma un neonato è morto soffocato quando la madre che lo stava allattando si addormenta.

Successivamente la procura ha aperto un fascicolo: “omicidio colposo”.

Intanto però la notizia si diffonde, e il padre del neonato racconta al Messaggero di come la donna fosse sfinita e priva di energie dopo ben 17 ore di travaglio.

La moglie aveva più volte chiesto ai responsabili del reparto di portare il neonato al nido del ospedale per poter riposare, anche solo per qualche ora.

Ma il permesso le era sempre stato negato.

Nei giorni successivi il fatto ha scatenato un accesso dibattito riguardante le procedure post-parto degli ospedali.

Infatti, negli ospedali solitamente è previsto il cosiddetto “rooming-in”, ovvero il neonato subito dopo il parto, viene tenuto nella stessa stanza della madre anziché in una camera in comune con altri neonati.

A questa pratica però, dovrebbe essere sempre proposta un alternativa cioè la gestione dei neonati da parte del Asilo del ospedale, fino al termine della permanenza.

Questa seconda opportunità non viene sempre tenuta in considerazione, e centinaia di donne nei giorni scorsi hanno raccontato la loro esperienza denunciando che la possibilità di usufruire del nido ospedaliero sia stata loro  negata.

Le domande che ci si pongono in questi casi sono molteplici: Cosa sarebbe accaduto se questa donna avesse potuto riposare per qualche ora? O anche solo sé qualcuno avesse avuto cura si sorvegliarla e assisterla? La pratica di rooming-in vale per qualsiasi situazione? È  davvero la scelta più adeguata?

Il drammatico evento che ha portato  il decesso del neonato di Roma dovrebbe stimolare le coscienze e una azione diretta delle istituzioni per tutelare maggiormente la salute delle donne dopo il parto.

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DALL'EUROPA

MODA/Un italiano al timone di Luis Vuitton

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Pietro Beccari è il nuovo amministratore delegato e presidente di Louis Vuitton. Un italiano, dunque, guiderà la marca francese di lusso più nota al mondo fondata da Bernard Arnault. Beccari succederà a Michael Burke. Mentre alla guida di Dior andrà Delphine Arnault, figlia primogenita dell’imprenditore attualmente “uomo più ricco del mondo” secondo Forbes. Un cambio ai vertici che era nell’aria e attendeva solo la conferma ufficiale. Questo è forse il primo dei molti i cambiamenti che attendono il mondo della moda per questo 2023, nel management come nelle direzioni creative.

Pietro Beccari, parmense classe 1967, ha iniziato il suo percorso professionale nel settore marketing di Benckiser (Italia) e Parmalat (Usa), per poi passare alla direzione generale di Henkel in Germania, dove ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della divisione Haircare.

Nel 2006 è entrato in LVMH in qualità di vicepresidente esecutivo marketing e comunicazione per Louis Vuitton, prima di diventare Presidente e ceo di Fendi nel 2012. Da febbraio 2018 è presidente e ceo di Christian Dior Couture, oltre che membro del comitato esecutivo di LVMH.

“Pietro Beccari”, ha commentato Bernard Arnault, fondatore e CEO di LVMH: “ha svolto un lavoro eccezionale in Christian Dior negli ultimi cinque anni. La sua leadership ha accelerato il fascino e il successo di questa iconica Maison. I valori di eleganza di Monsieur Dior e il suo spirito innovativo hanno ricevuto una nuova intensità, supportata da designer di grande talento. La reinvenzione della storica boutique al 30 di Montaigne è emblematica di questo slancio. Sono certo che Pietro condurrà Louis Vuitton a un nuovo livello di successo e di desiderabilità”.

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ATTUALITA'

SCONTRO TRA TIFOSI SULLA A1/ quando la partita si “gioca” anche fuori dal campo

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Domenica otto gennaio, sulla A1, i tifosi del Napoli battezzano l’anno nuovo con le spranghe.

È l’area di servizio Badia al Pino, nei pressi di Arezzo, l’autogrill che ha dato luogo allo scontro tra gli ultrà del Napoli e quelli della Roma.

Secondo quanto riportato dalle fonti della polizia, sarebbero 80 tifosi partenopei che, con certezza, erano presenti in quel luogo al momento delle scontro con gli abitanti della capitale, e che stanno cercando di identificare.

Invece, quattro sarebbero i tifosi napoletani, di età compresa tra i 21 e i 27 anni, ad essere stati inseguiti e successivamente fermati dagli agenti di polizia, intenti a forzare un posto di blocco a Genova Nervi. Nel loro bagagliaio erano presenti delle mazze.

 

La ricostruzione dei fatti:

Secondo i dati riportati, i tifosi napoletani diretti a Genova, che si sono fermati nell’area di servizio che ha ospitato lo scontro, sarebbero stati circa 350. A intervenire subito sul luogo è stato il personale delle forze di polizia di Arezzo, che ha impedito che la situazione, già critica di per sé, si aggravasse in modo precipitoso. Il corpo di polizia avrebbe, infatti, fermato in tempo il transito di tifosi romanisti i quali, si era appreso, che fossero diretti nello stesso itinerario, per raggiungere lo stadio San Siro di Milano(per lo scontro con il Milan).

Ad aggiungersi a quelli provenienti da Arezzo, sarebbero stati altri agenti, diretti da Arno.

I tifosi della Roma in transito raccontano del loro viaggio verso Milano: una volta nei pressi di Genova, entrati a conoscenza della presenza dei partenopei nelle vicinanze, la marcia sarebbe rallentata, fino a fermarsi all’area di sosta. Proprio in questo luogo, una parte dei tifosi campani, posizionatosi lungo la recinzione, ha iniziato a scagliare oggetti contro le autovetture degli avversari.

Immediatamente, entrambi gli esponenti delle tifoserie si sono trasferiti verso l’uscita dell’area di sosta, dove i lanci di oggetti, quali bottiglie, coltelli, spranghe, fumogeni e non solo, sono continuati per brevi attimi; proprio in questo momento, un tifoso romanista sarebbe rimasto ferito da un’arma da taglio risultando in codice giallo.

In seguito all’accaduto, i tifosi romanisti sarebbero poi ripartiti dopo poco tempo, mentre i napoletani scortati dalle forze di polizia fino alla Stadio Luigi Ferraris di Genova, dove si é tenuto il match Sampdoria-Napoli.

In direzione nord, l’autostrada é rimasta chiusa per circa cinquanta minuti.

Quanto accaduto non risulta essere un fatto eccezionale. Gli scontri tra squadre avversarie, scaturiti dal desiderio di vendetta, o da semplice smania di violenza, avvengono, purtroppo, in modo molto frequente; esattamente come furti e atti vandalici nelle aree di servizio.

E allora diventa inevitabile domandarsi: è lecito che il tifo si trasformi in delinquenza?

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