– Il 2016 è appena iniziato, ma già il mondo dello sport guarda con trepidazione alle Olimpiadi di Rio. E allora guardiamo, uno sport dopo l’altro, dove eravamo rimasti e dove possiamo andare noi italiani nelle grandi sfide internazionali che ci attendono.
Calcio: Stagione stratosferica per la juventus, ad un passo dal triplete. Per la “vecchia signora” Campionato, Coppa Italia e Supercoppa in bacheca. In Champions il sogno sfuma soltanto in finale contro il Barcellona di nuovo campione di tutto. 5 trofei stagionali per i blaugrana che coronano il loro anno solare straordinario con la vittoria nel Mondiale per Club. E molte speranze in vista dell’assegnazione dei trofei individuali. Europa League per il secondo anno consecutivo al Siviglia, primo club a riuscire nell’impresa. Copa America vinta dal Cile, paese ospitante: capolavoro del tecnico Jorge Sampaoli, capace di mettere in campo una squadra agguerrita come nessun’altra e molto ben organizzata in campo.
Tennis: dominio Djokovic con sprazzi di Federer. Si potrebbe riassumere cosi la stagione tennistica appena terminata. A rimanere impressi nei nostri cuori sono però i maggiori capolavori italiani: uno su tutti la finale femminile tutta azzurra Pennetta-Vinci, conclusasi con la vittoria di Flavia, prima italiana ad assicurarsi un torneo del Grande Slam. La Vinci rimane comunque la più grande sorpresa dell’intera manifestazione, grazie alla vittoria in semifinale sulla numero 1 del mondo Serena Williams e padrona di casa ad un passo dal Grande Slam (la vittoria nello stesso anno dei quattro tornei più importanti del mondo). Serena demolita sportivamente e non solo: dopo l’eliminazione agli Us Open è arrivato un ritiro imprevisto dalle competizioni ufficiali fino a fine anno. In campo maschile l’impresa più impensabile la compie invece Fabio Fognini. Il campione di Arma di Taggia è il primo tennista a battere Nadal al quinto set. Il maiorchino aveva vinto i 151 match precedenti alla meglio dei 5 set. Il tutto si è svolto nello stesso torneo: US Open 2015. Stati Uniti magici per i nostri colori.
Ciclismo: in questa disciplina quest’anno le notizie più positive ce le regala un giovane atleta sardo, Fabio Aru, capace di aggiudicarsi il secondo posto al giro d’Italia e di vincere la Vuelta. E’ nata una nuova stella? Solo il tempo potrà dircelo.
Atletica: i giorni più significativi sono stati sicuramente quelli dei mondiali pechino. Bolt si conferma l’atleta più medagliato, ennesima tripletta per lui (100, 200 e 4x100m maschile conquistate) e finale storica dei 100 metri contro Justin Gatlin, presentatosi ai mondiali in forma smagliante: l’atleta più amato contro il più controverso ed ex dopato. Uno scontro bene vs male. Alla fine ha prevalso contro ogni pronostico Bolt, non al meglio quest’anno, per un solo centesimo. Ma è forse l’impresa dello statunitense Ashton Eaton la più incredibile: record del mondo pazzesco nel decathlon. Una prova? Il suo tempo sui 400 metri piani gli avrebbe permesso di partecipare alla finale della gara indivuale. Semplicemente mostruoso, il più forte di sempre e, non a caso, atleta dell’anno. Kenya primo nel medagliere.
Formula uno: Dominio Mercedes ma Ferrari in crescita costante: secondo posto nella classsifica costruttori e Vettel terzo nella classifica piloti. Che l’anno prossimo possa essere quello buono per tornare al titolo?
Moto gp: questa stagione avrebbe dovuto passare alla storia come quella della lotta per il decimo titolo mondiale di Valentino Rossi contro l’arcirivale Jorge Lorenzo. Purtroppo verrà invece ricordata per la bufera di polemiche finale circa la correttezza in pista. Una nota personale: le regole possono anche essere riviste, ma soprattutto negli sport individuali la libertà personale può rivelarsi un’arma pericolosa. Per la cronaca Jorge Lorenzo campione del mondo all’ultima gara e Marc Marquez ridimensionato sotto tutti i punti di vista: sportivo, troppo incostante quest’anno, e umano. In molti si chiedono come faccia a dormire la notte. Comunque sia livelli di audience mai visti prima e premesse scoppiettanti per la prossima a venire.
Pallavolo: da segnalare il secondo posto ai mondiali maschili e conseguente qualificazione olimpica e medaglia di bronzo agli europei. Il diciannovenne Simone Giannelli è stato eletto miglior palleggiatore europeo. In campo femminile da segnalare la vittoria azzurra nel campionato mondiale pre-juniores e titolo MVP assegnato alla nostra atleta Paola Enogu.
Ginnastica ritmica: le nostre farfalle ci regalano un oro ai mondiali di Stoccarda nella gara dei 5 nastri. Una medaglia preziosissima e dal grande valore simbolico, in quanto unica che il mondo intero è riuscito a strappare alla invincibile Russia. Brave ragazze!
Tuffi: edizione molto positiva quella di Rostock per i nostri colori: Tania cagnotto miglior atleta della competizione con 3 ori conquistati, Noemi Batki 3° nella piattaforma 10 metri. Italia seconda nel medagliere.
Un anno come questo, autore di catastrofi impensabili, non si lascia sfuggire proprio niente: la rabbia spesso è causa di tremendi mali. In un clima dove vittime e perdite non mancano a causa della guerra, ne sopraggiungono altre per tragedie sempre più strazianti. Nigeria, 29 Marzo 2022, con l’eliminazione dai mondiali della squadra nigeriana, in campo scendono i tifosi: infuriati per il pareggio (fatale per l’esclusione dal campionato) gli spettatori hanno trasformato lo stadio in un campo di battaglia. Una partita pareggiata 1-1 con il Ghana ha portato al fallimento della qualificazone al Mondiale in Qatar. Tragedie come questa non dovrebbero nemmeno esistere, eppure sono più attuali di quanto crediamo.
In un clima di scompiglio, rabbia e ribellione da parte dei tifosi, un medico addetto ai controlli antidoping dei giocatori è stato aggredito e ucciso. Non si conosce ancora con certezza la dimanica, ma una cosa si sa per certo: allo stadio nazionale di Abuja è scopppiato il caos. Una rabbia confusa, priva di fondamenti, sfogata su persone e oggetti, ha portato anche a questo: una luce in meno nel mondo dello sport. Anche i tentativi di rianimare la vittima, dopo essere stata percossa e calpestata violentemente dalla folla, sono stati inutili.
Così scompare un uomo, così si distrugge una famiglia: nello scompiglio di una semplice partita di calcio, un risultato sfavorevole ha portato alla morte di un innocente. L’uomo era stato numrose volte chiamato come medico in altri campionati e occasioni negli anni precedenti, ma a causa di persone così spregevoli non potrà prenderne più parte in futuro. Adesso il vuoto non è solo più in quello stadio, su quegli spalti e sul terreno da gioco devastato, ma anche nei cuori di chi lo conosceva.
Perde la vita Joseph Kabungo, che lascia un silenzio così profondo e triste da far riflettere anche i cuori più meschini. E’ bastata questa dimostrazione, qualche zolla di terreno strappata e panchine rovesciate, a insegnare che la guerra non esiste solo all’interno di determinati confini. Nessuno è salvo fuori dalle frontiere, perché a determinare la guerra è l’uomo stesso e i suoi istinti ingiusti, non soldati e missili. La vera guerra è dentro l’uomo e per quanta paura possa fare, siamo i primi a ostinarci a combatterla contro gli altri. Questa tragica vicenda, per quanto brutale, è solo l’ennesima prova che la violenza è sempre causa e mai soluzione.
Mancano ormai pochi giorni all’arrivo dell’estate e, con essa, di quel senso di spensieratezza e leggerezza che i mesi caldi portano con sé. Quest’anno, però, la fine della primavera preannuncia anche un definitivo abbandono delle tanto odiate norme anti-Covid.(altro…)
Nel corso dei secoli i virus sono stati responsabili di decine di milioni di morti, provocando malattie in parte ancora oggi incurabili. Quest’ultimo anno sarà ricordato per la diffusione della pandemia da Covid-19, che ha mietuto in tutto il mondo migliaia di vittime. (altro…)