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LA REALTA'

#Sharethescience/La scoperta del nuovo continente

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di Martina Turra
-Sharing.school torna con #Sharethescience,la rubrica settimanale attraverso la quale cercheremo di avvicinarvi al mondo della scienza,pieno di infiniti segreti e meraviglie. Oggi ci occuperemo della nostra amata Terra,immergendoci nelle sue acque per scoprire i suoi numerosi tesori nascosti.

LA NUOVA ATLANTIDE
Non stiamo parlando di un’isola leggendaria piena di ricchezze,bensì del settimo continente terrestre! È questa la notizia eclatante pubblicata su GSA,la rivista di divulgazione scientifica della Geological Society of America,dopo recenti studi di un gruppo di ricercatori neozelandesi.
Il nuovo continente è stato ribattezzato Zealandia,ha una superficie di 5 milioni di chilometri quadrati e la sua particolarità è che si trova quasi completamente sommersa dalle acque dell’Oceano Pacifico. Solamente il 6% del suo territorio affiora in superficie:la Nuova Zelanda,la Nuova Caledonia e le Isole Norfolk.
L’EVOLUZIONE
I ricercatori,guidati dal geologo Nick Mortimer,sostengono che questo continente facesse un tempo parte del supercontinente Gondwana-il quale comprendeva Australia,Antartide,Asia, India,America del Sud-dal quale si sarebbe staccato all’incirca 100 milioni di anni fa. Questa scissione avrebbe causato un assottigliamento della crosta terrestre e il suo successivo sprofondamento,durante il Mesozoico.
GLI STUDI
Nel 1995 il geofisico Bruce Luyendyk aveva usato per primo il termine Zealandia,dopo alcuni studi che lo avevano portato a ipotizzare la presenza di una frattura nella crosta terrestre al livello dell’Oceania.
Dopo altri esperimenti che sono risultati insoddisfacenti,i ricercatori del GNS di Dunedin ne hanno dimostrato l’esistenza grazie alle mappe satellitari e ai rilievi sottomarini che hanno identificato una crosta continentale distinta,separata dall’Australia da soli 25 chilometri.
Questa scoperta,se verificata,porterebbe a una decisiva svolta storica per la conoscenza della Terra e soprattutto alla dimostrazione dell’origine della flora e della fauna della Nuova Zelanda.

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NIGERIA/Quando lo sport si trasforma in guerra

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Un anno come questo, autore di catastrofi impensabili, non si lascia sfuggire proprio niente: la rabbia spesso è causa di tremendi mali. In un clima dove vittime e perdite non mancano a causa della guerra, ne sopraggiungono altre per tragedie sempre più strazianti. Nigeria, 29 Marzo 2022, con l’eliminazione dai mondiali della squadra nigeriana, in campo scendono i tifosi: infuriati per il pareggio (fatale per l’esclusione dal campionato) gli spettatori hanno trasformato lo stadio in un campo di battaglia. Una partita pareggiata 1-1 con il Ghana ha portato al fallimento della qualificazone al Mondiale in Qatar. Tragedie come questa non dovrebbero nemmeno esistere, eppure sono più attuali di quanto crediamo.

In un clima di scompiglio, rabbia e ribellione da parte dei tifosi, un medico addetto ai controlli antidoping dei giocatori è stato aggredito e ucciso. Non si conosce ancora con certezza la dimanica, ma una cosa si sa per certo: allo stadio nazionale di Abuja è scopppiato il caos. Una rabbia confusa, priva di fondamenti, sfogata su persone e oggetti, ha portato anche a questo: una luce in meno nel mondo dello sport. Anche i tentativi di rianimare la vittima, dopo essere stata percossa e calpestata violentemente dalla folla, sono stati inutili.

Così scompare un uomo, così si distrugge una famiglia: nello scompiglio di una semplice partita di calcio, un risultato sfavorevole ha portato alla morte di un innocente. L’uomo era stato numrose volte chiamato come medico in altri campionati e occasioni negli anni precedenti, ma a causa di persone così spregevoli non potrà prenderne più parte in futuro. Adesso il vuoto non è solo più in quello stadio, su quegli spalti e sul terreno da gioco devastato, ma anche nei cuori di chi lo conosceva.

Perde la vita Joseph Kabungo, che lascia un silenzio così profondo e triste da far riflettere anche i cuori più meschini. E’ bastata questa dimostrazione, qualche zolla di terreno strappata e panchine rovesciate, a insegnare che la guerra non esiste solo all’interno di determinati confini. Nessuno è salvo fuori dalle frontiere, perché a determinare la guerra è l’uomo stesso e i suoi istinti ingiusti, non  soldati e missili. La vera guerra è dentro l’uomo e per quanta paura possa fare, siamo i primi a ostinarci a combatterla contro gli altri. Questa tragica vicenda, per quanto brutale, è solo l’ennesima prova che la violenza è sempre causa e mai soluzione.

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MADRI LAVORATRICI/Come le donne liguri hanno affrontato il Covid

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Mancano ormai pochi giorni all’arrivo dell’estate e, con essa, di quel senso di spensieratezza e leggerezza che i mesi caldi portano con sé. Quest’anno, però, la fine della primavera preannuncia anche un definitivo abbandono delle tanto odiate norme anti-Covid.  (altro…)

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VIRUS/Cosa succederebbe se sparissero tutti?

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Nel corso dei secoli i virus sono stati responsabili di decine di milioni di morti, provocando malattie in parte ancora oggi incurabili. Quest’ultimo anno sarà ricordato per la diffusione della pandemia da Covid-19, che ha mietuto in tutto il mondo migliaia di vittime.  (altro…)

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