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MAFIA/Il boss arrestato chiede pietà

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Chi era Matteo Messina Denaro?

Matteo Messina Denaro è stato uno dei più famosi boss della mafia siciliana, noto anche come “Diabolik”. Nato a Castelvetrano, in Sicilia, nel 1962, iniziò la sua carriera criminale all’età di 20 anni, diventando rapidamente un membro di spicco della famiglia mafiosa di Castelvetrano. Messina Denaro è stato un membro attivo della mafia siciliana sin dalla sua giovinezza, e ha rapidamente scalato i ranghi dell’organizzazione per diventare uno dei principali leader della famiglia mafiosa dei Corleonesi. E nel 1986 ha preso il controllo della famiglia dopo la cattura e l’arresto del boss Salvatore Riina, e ha continuato a condurre le attività criminali dell’organizzazione.

Denaro è stato uno dei principali obiettivi della lotta contro la mafia in Italia, e le autorità hanno fatto numerosi tentativi per catturarlo. Nonostante questi sforzi, è riuscito a evitare l’arresto per decenni, diventando uno dei criminali più ricercati del paese.

Messina Denaro è accusato di numerosi omicidi, tra cui quelli dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Inoltre è accusato di estorsione, usura, traffico di droga e di essere il responsabile delle attività illegali della famiglia mafiosa di Castelvetrano.

Il rapimento di Giuseppe Di Matteo

Un tragico evento avvenuto ventisette anni fà quando un commando di mafiosi per ordine di Matteo Messina Denaro rapì Giuseppe Di Matteo, un bambino di soli 12 anni che perse la sua vita dopo 779 giorni di prigionia, quando uno tra i quaranta mafiosi che si trovavano dietro a questa terribile decisione, il boss Giovanni Brusca lo strangolò e poi lo sciolse nell’acido perché era figlio del mafioso Santino Di Matteo, che ha deciso di collaborare con la giustizia . Oggi la famiglia continua a ricordare Giuseppe e i terribili giorni di vent’anni fà : “In 25 anni – racconta il fratello Nicola – non sono riuscito ad andare sul luogo del suo martirio. L’ho fatto solamente qualche giorno prima di Natale. E vedere il casolare di campagna e’ stato come tornare indietro all’orrore di quei giorni…Mio fratello è vivo nella memoria di tutti, ma avrei preferito morire io al suo posto»

Fuggito nel 1993, fu dichiarato latitante e si nascose per molti anni, diventando una delle figure più ricercate dalle forze dell’ordine. Nonostante le numerose operazioni di polizia e l’arresto di molti dei suoi collaboratori, Messina Denaro ha evitato la cattura fino ad oggi, 16 gennaio 2023. Si ritiene che dalla prigione sia ancora attivo e che controlli ancora gran parte delle attività criminali della mafia siciliana.

L’arresto e l’inchiesta di Denaro

L’arresto è avvenuto il 16 gennaio a Castelvetrano, dove il boss si trovava presso la clinica Maddalena di Palermo per svolgere, sotto falso nome, una seduta di chemioterapia.
La casa di cura era stata circondata precedentemente da decine di uomini del Ros, che hanno allontanato i pazienti sul posto. Al momento dell’arresto il capomafia ha tentato di allontanarsi, senza opporre resistenza. Davanti al carabiniere che stava per arrestarlo ha subito dichiarato “Sono Matteo Messina Denaro”.
L’inchiesta che ha portato all’arresto del boss era stata cordinata dal procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, e dal procuratore Paolo Guido.
Matteo Messina Denaro verrà trasferito in un carcere di massima sicurezza, dove egli potrà continuare a curarsi.
La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ha successivamente dichiarato “È una giornata  storica, un giorno di festa per le persone per bene, per le famiglie delle vittime della mafia, perché il sacrificio di tanti eroi non era vano.” L’arresto ha sollevato anche qualche dubbio.

Alcuni infatti si chiedono se la cattura non fosse in realtà una messinscena: si è parlato infatti di un possibile accordo dove il boss sarebbe stato arrestato in cambio di protezione viste le sue condizioni di salute.

Matteo Messina Denaro è davvero cambiato? Ci sarà mai una collaborazione con le autorità?

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5 APRILE/Il Da Vigo torna in campo

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Stesso posto, stessa ora e stesse due squadre, Sampdoria contro Genoa, professori e alunni di ogni età del nostro fantastico liceo, combattono nella speranza di fare un goal e di rendere onore alla propria squadra del cuore, appassionando altrettanti studenti e professori, anche non appassionati di sport, che sono riuniti sugli spalti per gridare e urlare di gioia. Solo una parola mi viene in mente pensando a tutto questo, spensieratezza, quella che il covid ci ha tolto per un po’ di anni e ci è mancata, ma finalmente giornate come queste ci fanno ricordare di averne bisogno.

Il 5 aprile alle ore 14.45 torneranno sul campo dello stadio Broccardi, a Santa Margherita Ligure le due squadre del liceo Da Vigo Nicoloso.
Il derby tra Sampdoria e Genoa si disputerà nello stesso campo dove il precedente 22 dicembre il Genoa grazie alla doppietta di Kevin Etienne si portò a casa la vittoria. La partita era iniziata con il vantaggio dei blucerchiati con il goal di Giorgio Perazzo e del prof Materno ma la rimonta da parte dei grifoni fu inevitabile con il goal di Philip Wintour, del nostro preside e infine i due strabilianti goal di Kevin.

Ho sempre considerato la nostra scuola come una piccola grande famiglia, non è sempre facile trovare persone che ti fanno sentire a casa e al proprio posto, ma il Da Vigo nonostante abbia milioni di difetti ha mille altri pregi, tra cui questo, (d’altronde solo noi facciamo una ricreazione ogni 50 minuti di lezione !) i professori spesso instaurano con gli alunni dei bellissimi rapporti che vanno oltre alla scuola e all’insegnamento, sto parlando di rapporti umani, indelebili e per di più, come sappiamo, il 90% delle amicizie pure e vere nascono proprio tra i banchi di scuola e dopo la pandemia e tutte le restrizioni, vedere questo forte legame anche al di fuori di uno contesto scolastico riempie il cuore di gioia.Inoltre penso sia molto difficile tenere insieme tre plessi, soprattutto quando tra questi c’è molta rivalità, in particolare tra i professori e di conseguenza nascono dei pregiudizi tra i ragazzi, in base all’indirizzo scelto e così via, ma su quel campo, il giorno prima delle vacanze natalizie, tutti questi pregiudizi sono scomparsi, l’unica divisione che c’era era tra Sampdoriani e Genoani, questo è l’effetto, o forse è meglio chiamarla magia del calcio, ma anche di molti altri sport, che unisce una quantità spropositata di cuori; durante quei 90 minuti l’unica preoccupazione che noi tutti avevamo era che un giocatore della nostra squadra preferita mandasse la palla in quella maledetta rete avversaria o nel caso del nostro super vicepreside (che stava sugli spalti con noi ragazzi) che la squadra del preside perdesse !

Quattro mesi dopo la domanda non è cambiata, è sempre la stessa, quale squadra riuscirà questa volta ad avere la meglio ?
Ed ecco qua i due capitani (Federico Delfino e Alessio Parodi ) delle due squadre che ci dicono la loro opinione …

• Nella precedente partita netta vittoria da parte del genoa, in questo match di ritorno cosa cambierete rispetto all’andata ? 

(F) “All’andata non ci conoscevamo tra di noi, ci siamo visti per la prima volta nel riscaldamento e per questo siamo andati in campo un po’ disorganizzati. Questa volta cercheremo di essere pronti sin dal primo minuto, mettendo quel pizzico di determinazione in più che ci è mancata nel mantenere il momentaneo 2-0 lo scorso dicembre. L’impegno è sempre stato e sempre sarà massimo, siamo orgogliosi di difendere la maglia più bella del mondo !”

(A) “Non so ancora che scelte prenderà l’allenatore, sicuramente siamo una squadra che si basa sul lavoro collettivo e dove ogni singolo giocatore recita una parte fondamentale, di conseguenza posso dire che non cambieremo sicuramente atteggiamento, visto che nell’ultima partita, è stato vincente.”

• Quali giocatori ti piacerebbe avere della squadra avversaria ? E perché?

(F) “Il Genoa ha dimostrato di essere una squadra ricca di ottime individualità, ma mi tengo stretti i miei compagni, i quali hanno tutti voglia di rivincita e sapranno dimostrare sul campo di non essere inferiori a nessuno. L’unico giocatore che mi sarebbe piaciuto avere in campo è il professor Materno, che a causa dell’infortunio dell’andata, ci darà una mano solo in veste di allenatore.”

(A) “Sinceramente non prenderei nessuno dall’altra squadra nonostante ci siano ottimi elementi; conosco ogni mio singolo compagno e so quanto ognuno di loro può dare al gruppo, é stata proprio la squadra in ogni suo elemento a permetterci di vincere il primo match, c’è un forte senso di appartenenza alla maglia e anche del dovere in quanto rappresentiamo l’unica squadra di Genova perché, viste le ultime notizie, non sappiamo se ci saranno altri derby in futuro!”

• Come pensi finirà questa partita ?

(F) “Difficile fare pronostici su partite come il derby, noi siamo pronti a lottare su ogni pallone senza mollare un centimetro. Sono sicuro che con questo approccio sarà davvero tosta batterci!”

(A) “Preferirei non sbilanciarmi perché la partita è imprevedibile e la posta in palio é alta, resta il fatto che ci teniamo a confermare quanto dimostrato l’ultima volta e sono convinto che abbiamo le qualità e le capacità per ribadire la nostra superiorità.”

• Sono quattro mesi che si parla di questa partita potessi scegliere, preferiresti la vittoria nel derby o passare l’anno scolastico ?

(F) “Non vedo perché rinunciare ad una delle due cose, se abbiamo scelto di tifare Samp e non quelli là, è perché siamo intelligenti…”

(A) “Meglio non esprimersi perche queste risposte potranno leggerle anche alcuni professori, sicuramente però il derby resta il derby e l’importanza di questo evento non é secondo a nulla poiché non ci saranno altre occasioni (se tutto andrà bene in ambito scolastico!).”

Infine ci tenevo a ringraziare il prof Giacobbe, le prof Battini e D’Alfonso e i rappresentanti d’istituto, in particolare Samuele Stella per tutto l’impegno e la passione che ci mettono nell’organizzare giornate come queste !
(E chi lo sa forse stavolta hanno persino organizzato qualche sorpresa !)

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TRAGEDIA DI CUTRO/L’ incontro della Premier con i familiari delle vittime

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Del naufragio di Cutro, avvenuto lo scorso 26 febbraio, siamo a conoscenza di un numero pari a 81 vittime, anche se si teme che molti corpi debbano essere ancora ritrovati.

I giorni di protesta davanti a Palazzo Chigi contro Giorgia Meloni, accusata, insieme al suo Governo, di grave incompetenza innanzi a una situazione come quella del terribile naufragio di Cutro, sembra si siano attualmente sedati.

Infatti, la Premier, insieme al Ministro degli Esteri Antonio Tajani e, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano,  ha deciso di incontrare alcuni parenti delle vittime e superstiti della tragedia.

Grazie a dei mediatori, i migranti sono riusciti a comunicare con la Premier, la quale ha mostrato vicinanza e compassione nei confronti dei parenti e dei superstiti, garantendo, commossa, che “il governo proseguirà alla ricerca delle salme, incluse quelle presumibilmente imprigionate nel barcone, ancora incagliato sul fondale”.

In seguito, la Ministra ha esposto le sue assicurazioni, che testimoniano un impegno da parte del Governo Italiano e dell’Unione Europea, a garantire la tenuta in considerazione delle richieste di accoglienza, e la possibilità di un ricongiungimento in altri Paesi Europei, specialmente in Germania.

Si dice che l’incontro si sia svolto “in un clima emozionato e commosso”, il quale avrebbe portato i familiari delle vittime e i sopravvissuti a fare “appello al suo cuore di madre” a Giorgia Meloni. Inoltre, ella avrebbe chiesto loro se fossero consapevoli dei rischi delle traversate, e della lotta che il Governo Italiano sta affrontando, al fine di sconfiggere i trafficanti di esseri umani ed evitare altre catastrofi simili.

Il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, è fiducioso nei confronti della Premier, reputando che questo incontro non sia solo un “fatto di circostanza”, ma che “lo riempiranno di contenuti”.

Al contrario, il parroco di Steccato di Cutro, don Pasquale Squillacioti, dice che è necessario “entrare nell’ umanità delle persone, non bisogna aspettare la morte per dire “ti sono vicino.”

E allora la domanda giusta da porsi è: rimarranno solo parole, o queste promesse potrebbero tramutarsi, un giorno, in provvedimenti concreti?

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INCIDENTI STRADALI/Italia a motore, tra imprudenza e distrazione

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GLI INCIDENTI D’AUTO SONO SEMPRE PIÙ FREQUENTI IN ITALIA

 

Gli incidenti stradali in Italia stanno aumentando soprattutto nella fascia più giovane dei guidatori (18-24 anni) che ne causa il 64%. Spesso le cause sono la guida distratta o imprudenza. Nel 2022 i decessi per incidenti d’auto sono stati 1489, ciò significa che 1 italiano su 50.000 muore in questo modo. Sembra un dato da poco ma basta considerare che a Roma ci sono circa 2 747 000 persone, quindi ogni anno, solo lì, muoiono 55 persone a causa di incidenti stradali. Basta guardare gli ultimi giorni per capire la frequenza di queste disgrazie.  

 

INCIDENTE DI TREVISO; 5 MARZO 2023

 

Oggi, 5 marzo 2023, sono morte due ragazze e sono stati feriti due ragazzi in un incidente d’auto a Treviso. Il veicolo si è schiantato contro un platano sul ciglio della strada, era mezzanotte e secondo i testimoni, altri 4 ragazzi che dovevano passare la serata con le vittime, l’impatto è stato molto violento. Ho scelto di utilizzare il termine vittime e non malcapitati o sventurati ragazzi, perché è questo che sono: vittime di quella strada e di quell’auto che nel 2022 ha ucciso 66 persone.

2 ragazze morte 

2 ragazzi feriti

 

INCIDENTE A TORINO; 4 MARZO 2023

 

Ieri sera, 4 marzo 2023, c’è stato un incidente stradale che ha coinvolto 4 automobili. Ci troviamo nella parte a Est di Torino, in piena città, vicino alla sponda orientale del Po; è buio e si vedono disordini su Corso Casale, ambulanze e vigili vanno e vengono, 7 feriti in un altro incidente d’auto. 

4 auto coinvolte

7 i feriti

 

INCIDENTE SULL’AUTOSTRADA A4; 3 MARZO 2023

 

Il 3 marzo del 2023 c’è stato un altro incidente sull’autostrada A4, questa volta a cadere vittime della strada sono state due persone, una donna di 58 anni e una ragazza di 15. Una Opel Corsa, un’Audi e una Jeep si sono scontrate contro un tir, la polizia stradale e i vigili del fuoco sono accorsi sul luogo dell’incidente ma purtroppo per le due vittime non c’è stato nulla da fare. Questo è l’ennesimo incidente autostradale, come quello del 2 marzo, (ancora una volta tra due auto e un tir) e quello di qualche settimana fa al casello tra la barriera di Ghisolfa e l’uscita di Certosa

2 persone morte

4 persone ferite

 

Sempre più persone rimangono vittime della strada eppure basterebbe anche poca attenzione in più, che tutti rispettassero i semafori e i limiti di velocità, che la prossima volta il guidatore non sottovaluti i pericoli della strada

 

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