BOEING 737/L’aereo sparito sopra i cieli dell’Iran
Era il 20 febbraio scorso il giorno in cui il veicolo, appartenente alla Fly Armenia Airways, sarebbe completamente sparito nei cieli dell’Iran.
Sparizione nei cieli dell’Iran e i primi sospetti
Secondo quanto è stato riportato dalle indagini, sembrerebbe che a bordo del Boeing 737- 300 non ci fosse alcun passeggero, ma soltanto due piloti. L’aereo non sembrerebbe essersi schiantato, infatti non ci sono vittime ufficiali; l’ultimo segnale, a distanza di undici giorni, rimane sempre e soltanto uno, quello captato vicino al lago di Urmia. Un primo sospetto, venuto fuori in seguito allo studio di questo interessante avvenimento, ci spinge a pensare che il veicolo sia in realtà atterrato nella Repubblica Iranica trovando la scusante di una emergenza tecnica. Questo per aggirare l’embargo dettato dal Paese con un scopo ben preciso: quello di vendere aerei di proprietà dei Paesi Occidentali all’Iran.
Un fatto molto simile era accaduto non troppi anni fa, nel 2015 precisamente. L’iraniana Mahan Air aveva infatti potuto, con la stessa strategia, appropriarsi di alcuni Airbus A340. Questi ultimi vennero acquistati dalla irachena Al-Naser Airlines, ma una volta spediti verso il Kazakistan per svolgere la manutenzione, improvvisamente tutti i veicoli presentarono problemi tecnici atterrando insieme a Teheran. Da quel momento non raggiunsero più il loro Paese di origine.
C’è un altro dettaglio particolarmente curioso. Sembra infatti esserci la presenza di un altro Boeing, citato dalla stessa stampa iraniana, questa volta 737-400, che avrà intenzione di volare con la livrea Caspian Airlines che coinciderebbe con il Boeing di proprietà di Fly Armenia Airways. Interessante notare che, tra le destinazioni del veicolo, siano presenti Praga e Marsiglia, dove non è possibile volare. I vettori dell’Armenia infatti, si trovano tutti nella lista nera dell’Unione Europea. Il Fly Armenia Airways spiega però che la sua idea era quella di volare lo stesso, noleggiando un aereo all’interno di un Paese che fosse invece accettato dall’Ue.
L’interfaccia delle prenotazioni dei voli e il numero di telefono del call center, inoltre, non funzionano.
Il percorso dell’aereo
Pur essendo nella Black List europea, il Boeing 737-300 parte dall’aeroporto della capitale dell’Estonia, Tallinn. Erano le 10 sul luogo e le 9 per noi in Italia. La sua prima destinazione era Hostomel, in Ucraina, dove avrebbe dovuto effettuare una sosta tecnica per poi ripartire e raggiungere, per interventi di manutenzione, gli Emirati Arabi Uniti. Una volta che il veicolo ha raggiunto l’Ucraina però, devia verso Varna, in Bulgaria e, dopo aver attraversato i cieli della Romania, atterra appunto in questo altro Paese dell’Unione Europea, dove teoricamente non dovrebbe circolare. Alle 9.24 locali della mattina seguente e 8.24 in Italia, il veicolo riprende il volo. Alle 14.03 (un’ora dopo in Italia) il Boeing fa il suo ingresso nello spazio aereo del Teheran e da quel momento si perdono tutte le tracce.
Da oltre dodici giorni non si hanno più notizie dell’aereo che, apparentemente, non è mai atterrato.