DIARIO DI SICILIA/Day 2 – Un’amara realtà

Di Angiolani Emanuele, Cichero Chiara, Crovetto Naoto, Maggi Pietro, Picardo Tommaso, Pistoia Paolo e Shelton Timothy.

É strano passeggiare per le vie di Palermo: si passa da una bellezza struggente e decadente, simbolo di antichi splendori, ad una realtà cruda che evidenzia una città poco curata. Questo dualismo lo abbiamo ritrovato nelle persone che oggi abbiamo avuto l’onore e il piacere di incontrare: a partire da Giovanni Paparcuri autista sopravvissuto dell’attentato ai danni del giudice Rocco Chinnici per concludere con la conoscenza di Roberta: nipote di paolo Borsellino e responsabile de “ La Casa di Paolo” .

Giovanni Paparcuri è un uomo coraggioso che non ha avuto paura di evidenziare le mancanze dello stato che ha servito per tutta la vita. Nei suoi ricordi si percepisce ancora l’entusiasmo degli anni del pull anti mafia, ma anche l’amarezza per le sconfitte stabilite a tavolino, l’allontanamento e infine la morte di chi non si è mai arreso. Egli ha il merito di aver tolto ai magistrati caduti il velo dell’eroe per esaltare la grandezza della loro umanità, capaci di sorridere, scherzare essendo ben consapevoli di essere “morti che camminano”.

L’interesse per l’uomo permane anche nell’attività svolta dai volontari de “La Casa di Paolo” che opera del quartiere della Kalsa, dove i giudici Falcone e Borsellino sono nati e cresciuti. Dopo più di trent’anni l’obiettivo è sempre lo stesso: togliere i ragazzi dalla strada e dar loro la possibilità di costruirsi un futuro “normale”. “La casa di paolo” ha da sempre rifiutato qualsiasi contributo da parte dello stato per poter liberamente continuare a chiedere verità su quale ti accaduto il 19 luglio del 1992 in via D’Amelio.

La ricerca della famosa agenda rossa del magistrato e la continua richiesta di verità su quanto accaduto continuano ad animare tutti coloro che desiderano giustizia da ormai trent’anni. La visita in via D’Amelio, la descrizione dell’attentato, le riflessioni di fronte all’albero d’ulivo simbolo di vita e di pace che è stato piantato nel cratere lasciato dall’esposizione, rimarranno ricordi indelebili.