DIARIO SCOZZESE/Day 14 – Un ritorno complesso

Martedì 7 maggio. Tredicesimo giorno di sopravvivenza. La sveglia, febbrilmente anticipata la sera precedente alle 6:15, segna la fine del lungo weekend. Si torna a lavoro, e i malcapitati scozzesi, che si imbattono in noi sul tram, sono quasi sicuri di essere stati catapultati in uno dei peggiori horror americani, con un invasione di zombie che parte dai mezzi pubblici. C’è persino chi dorme da in piedi!

Si torna a lavoro…

Io, Valentina, Andrea e Arturo arriviamo a lavoro un po’ addormentati, un po’ svogliati. La mattina prosegue tranquilla. Finiamo l’articolo sul Loch Ness a cui stavamo lavorando da ormai una settimana (6000 parole di articolo, mica pizza e fichi) e Mr. Victor, il nostro manager, si dice piacevolmente colpito dal lavoro svolto. È una grande soddisfazione. La mattina prosegue tra la stesura di altri articoli e qualche lezione che ci viene impartita sul SEO: impariamo come ottenere una migliore indicizzazione dei nostri contenuti su Google a partire dall’utilizzo delle keyword, che siamo sicuri ci verrà utile anche per Sharing.

…tra qualche incomprensione…

Il pomeriggio niente di speciale. Io e Valentina ci separiamo da Arturo e Andrea, che vanno alla ricerca di una palestra in cui allenarsi un po’ sfruttando la prova gratis che qui ad Edimburgo offrono un po’ ovunque. Tra chi va ad allenarsi e chi va a fare shopping, noi troviamo la casa dello studente praticamente vuota e decidiamo di approfittarne per studiare un po’. Qualche incomprensione nasce dal comportamento di alcuni che si sono dimenticati di avvisare circa i propri spostamenti.

…e tanto sonno!

La sera si torna in hotel e, dopo cena, un risotto al curry bello piccante (l’indiano in cucina deve essere resuscitato, per la gioia delle nostre gole che sputano fuoco), si va tutti a dormire. E c’è chi tira un sospiro di sollievo, poiché finalmente si dorme più di 5 ore a notte. Non me: io sono il re della notte, e avrei preferito di gran lunga fare una partita a bowling a Fountain Park.