MONDIALI DI SCI FEMMINILI/Il marito le vieta di partecipare

Sono quattro le sciatrici iraniane che hanno partecipato allo slalom gigante femminile dei Mondiali di Cortina d’Ampezzo nei giorni scorsi, eppure mancava una sciatrice: doveva esserci anche Samira Zargari che avrebbe dovuto guidare la squadra ai Mondiali.

Perché non vi ha partecipato?
Vi starete chiedendo: che cosa non ha permesso a Samira Zargari di prendere parte ai mondiali di Cortina? Magari per motivi di salute, di infortunio o causa la pandemia … Invece no, non è nessuno di questi motivi. Anno 2021, Samira Zargari, commissario tecnico della nazionale femminile iraniana di sci alpino, non è partita per l’Italia, dove avrebbe dovuto accompagnare la squadra impegnata ai Mondiali di Cortina perché il marito le ha proibito di lasciare l’Iran. Secondo le leggi della repubblica islamica dell’Iran, le donne devono avere il permesso dei loro mariti per avere la firma sul passaporto. Ma anche una volta che il passaporto è stato rilasciato, gli uomini hanno la possibilità di vietare alle mogli di viaggiare.

Combattere per i diritti delle donne nel 2021
Al termine della discesa gigante femminile ai Mondiali di Cortina, la sciatrice iraniana 27enne Forough ha lanciato un appello per i diritti delle donne in Iran dopo che alla sua allenatrice, Samira Zargari, le è stato vietato di lasciare il Paese per volere del marito. “Tutte le donne in Iran, tutte insieme, vorrei che potessimo cambiare tutto questo. Ci stiamo provando. Sono sicura che le donne forti possono sicuramente cambiare queste regole” Tutt’oggi in Iran le vicende sportive si intrecciano con quelle politiche, e in particolare con la condizione delle donne e le loro faticose lotte per l’emancipazione.
Indifferenza femminile
Le altre colleghe del Mondiale che hanno la fortuna di vivere in Paesi in cui la parità dei diritti tra uomo e donna è un fatto ormai acquisito e che gareggiano a fianco con le iraniane le cui condizioni di parità, in patria, sono ancora molto diverse non si sono fermate neanche un istante per commentare questa triste vicenda. Se non le accomuna il fatto di essere donne, dovrebbe almeno accomunarle la stessa passione per lo sci. Sofia Goggia, campionessa italiana olimpica nella discesa libera, non ha potuto evitare domande sulla questione e ha detto: “Cosa può fare lo sport? Non saprei dare una risposta consona. Ci sono ancora delle restrizioni nei paesi islamici nei confronti delle donne. È una questione politica, è meglio non sposarsi finché si è atleti”. Questo fatto che non ci tocca direttamente da vicino perde di importanza ai nostri occhi: in Italia non c’è una legge come quella della Repubblica Islamica che prevede che, per ottenere il passaporto, una donna abbia bisogno del permesso del marito. Passaporto che dovrebbe essere sinonimo di piena libertà.

La voce della verità
Ha parlato eccome, la sciatrice in gara iraniana Forough Abbasi al termine della discesa di due giorni fa. Sulla sua allenatrice bloccata in Iran dal marito ai microfoni della Associated Press ha detto: “Non è la prima volta che succede. Abbiamo avuto lo stesso problema anche altre volte in precedenza. Ma vorrei che potessimo cambiarlo. Tutte le donne in Iran, tutte insieme, vorrei che potessimo cambiare tutto questo. Ci stiamo provando. Sono sicura che le donne forti possono sicuramente cambiare queste regole e lei sarà più forte di prima. Siamo orgogliosi di lei, davvero”.

Solidarietà femminile
L’ex campionessa italiana Isolde Kostner (due mondiali, un argento e due bronzi olimpici vinti in carriera): “Le donne a Cortina dovrebbero indossare qualcosa, un nastro, un fiocco, scelgano loro il colore ma il rosa o il giallo per me vanno bene; il segnale deve arrivare in Iran agli uomini, alla federazione, ma soprattutto a lei che non può essere qui a fare il suo lavoro per una errata interpretazione della sharia”. E ancora: “Un nastro o un fiocco sarebbe un bellissimo segnale per comunicare il gesto alla famiglia, alla federazione iraniana e tutto il mondo iraniano. Che questo possa far cambiare le cose lì sicuramente no: però è importante mandare messaggi di questo tipo. Mi rallegro sempre quando sento di giovani iraniane che combattono contro questo maschilismo e questa lotta rende loro la vita difficile. Ma c’è chi è riuscita ad emanciparsi e combatte”. Campionesse dello sci, siete ancora in tempo per battervi per far sì che sciare renda libere le donne.