COGORNO/Un viaggia tra le remote vie Romane

Qualunque posto, indipendentemente dalla grandezza, nasconde i suoi segreti.

Possiamo prendere in considerazione sia grandissime città, che piccolissimi villaggi di campagna; ognuno ha i propri misteri.

Oggi vorrei parlare dei bellissimi sentieri dell’ardesia che si trovano sul monte San Giacomo, nel comune di Cogorno. Vivendo vicino a loro, ho avuto (e sto avendo) l’occasione di esplorarne e “assaporarne” qualcuno: ormai sono diventati il mio posto felice.

Un po’ di storia

Anche se l’ardesia era già conosciuta nell’epoca romana, le prime vere e proprie cave risalgono solo a molti secoli dopo.

E’ stato ritrovato un documento risalente al 1031 che ci racconta dell’esistenza di cave vicino a Santa Giulia. Nei tempi successivi, ci sono arrivate molte testimonianze di come la lavorazione di questa pietra fosse presente e, nel XIX secolo, 1/3 degli abitanti di Cogorno era impiegato in questa attività.

Parlando del San Giacomo, da tempo la pietra non estraggono più la pietra, infatti le cave della Val Fontanabuona hanno preso il controllo della produzione dell’ardesia sul territorio.

Su questo monte, la pietra veniva spesso prelevata con un antico metodo chiamato “a cielo” oppure “a tetto. 

L’ardesia e il suo trasporto

L’ardesia ricavata dalle cave liguri è riconosciuta da tutto il mondo per qualche sua particolarità.
La “pietra di Lavagna”al contrario di altri materiali, può essere ridotta in sottilissime lastre di pochi millimetri di spessore e rimanere lo stesso robusta.

Ed ecco qui che entrano in scena le donne, le celeberrime portatrici d’ardesia.
Loro correvano a piedi nudi per i sentieri dell’ardesia fino ad arrivare al mare, la loro meta.
Seminate tra le stradine immerse tra i boschi, ci sono varie pose: delle specie di panchine dove le ragazze si riposavano e prendevano fiato prima di ripartire.

Le Leggende raccontano di cadute che hanno provocato profonde ferite, anche mortali.
Queste donne non potevano permettersi di perdere tempo, lavoravano spesso in condizioni disumane.

I loro pranzi erano composti da specialità liguri come foccaccia di farina mista oppure verdure cotte miste e, per alleggerire le loro corse, intonavano insieme varie canzoni.

Insomma, consiglierei a tutti passare una giornata tra queste antiche vie, non solo per la storia che c’è dietro ma anche per i meravigliosi paesaggi che ci offre questo Monte.
Vi prometto che non ve ne pentirete affatto.