Gli occhi di un assassino

di Maria Elena Cassinelli
– Su tutte le edizioni di sabato dei giornali del Levante ligure la notizia di spicco era l’omicidio di un dominicano di 28, Wellington Dominguez De Jesus, da parte di Sem Mengs, nato a Sarzana. La redazione Riflessioni ha pensato di non limitarsi solo a riportare la notizia, ma a presentare un possibile sconvolgimento emotivo nell’animo dell’omicida, in quanto, seppur macchiato di uno dei peggiori crimini, resta pur sempre un uomo: un individuo con dei sentimenti. Con questo articolo non si intende mancare in alcun modo di rispetto alla memoria della vittima ed ai suoi parenti ed amici. Ricordiamo anche il dolore provato dalla fidanzata di Dominguez De Jesus, incinta di 5 mesi di un bambino a cui è stata tolta la possibilità di conoscere il padre.

La notte in cui è cambiato tutto

Succede tutto in una notte, una notte di inizio primavera come tante, una notte che, per molte persone, trascorrere senza esser degna di nota, ma non per Sem Mengs, che ricorderà sempre quella notte, come la notte in cui tutto è cambiato.
Sem, 34enne nato a Sarzana, nei pressi di La Spezia, non riesce a dormire perché per lui, per via di un atto, forse troppo avventato, quella notte ha segnato il confine tra una vita “tranquilla” e quella tormenta di un assassino. Nello stesso istante in cui la notte di venerdì sera ha colpito Wellington Dominguez De Jesus alla testa con un tondino, la sua vita si è tinta di rosso.

Rosso come il sangue

Non si tratta del rosso passeggero legato all’amore e alla passione, ma di quel rosso che ha macchiato i suoi vestiti al momento dell’atto di follia.
Sem sale sull’auto per gettarsi nella corsa più folle della sua vita. Forse non se ne rende conto, ma la luce dei lampioni che filtra attraverso il parabrezza sembra assumere una tetra tonalità di rosso. Rosso come il timore che lo perseguita anche quando ha ormai gettato lo zainetto con tutte le prove in fondo al mare, grazie all’ausilio di un mattone che funge da peso. Peso che, in un attimo di turbamento, gli sembra sommarsi alla cappa di sentimenti contrastanti che gli gravano sul cuore. Quando il cadavere colpisce l’acqua del fiume Magra, anche l’animo di Sem compie un salto e il suono delle piccole onde che si infrangono sul corpo privo di vita si intervallano ai battiti del suo cuore.
Torna a casa, per nulla rassicurato, con la solita luce rossa che lo perseguita. Trascorre una notte terribile e, al risveglio trova nuovamente quel maledetto rosso ad attenderlo: forse è solo suggestione, ma i colori dell’alba sembrano più intensi del solito. Torna sul luogo del delitto per controllare se Dominguez De Jesus sia ancora vivo – così afferma durante l’interrogatorio – controllava che non fossero rimaste prove – pensano gli inquirenti. Probabilmente, invece, cercava di capire come togliere quella macchia rossa indelebile che quella notte non aveva macchiato solo i suoi vestiti, ma anche la sua coscienza.

Il rosso e le sfumature delle emozioni

Sem non sa che quel rosso accompagnerà tutti i suoi passi, avvolgerà tutti i suoi pensieri, offuscherà la sua vista fino alla fine dei suoi giorni. Questa è la pena silenziosa che accomuna tutti gli assassini! Vi sono uomini che tentano di strapparsi quella macchia dal cuore, togliendosi la vita. Altri, invece, imparano a convivervi e, giorno dopo giorno, scoprono le varie sfumature del loro rosso.
Rosso come la rabbia e il disprezzo.
Rosso come il dolore e la sofferenza.
Rosso come l’amore e la passione.
Rosso come il fuoco che arde.
Rosso come la determinazione.
Rosso come il cielo al tramonto di sera e come l’alba di prima mattina.
Rosso come il primo dei colori dell’arcobaleno dopo un temporale.
Rosso come il sangue, che è presente al momento della nascita e in quello della morte di Dominguez De Jesus.
Forse, col tempo, riuscirà a trasformare quel rosso opprimente in un viola opaco.
Viola come il rimorso e la malinconia.
Viola come l’ultimo dei colori che illuminano il cielo al tramonto, alla fine di una giornata.
Viola come l’ultimo dei colori dell’arcobaleno dopo il temporale.

Vi lasciamo alla visione di un video realizzato da Angelica Zarafa e vi consigliamo la lettura dell’articolo “Rapallo, una panchina contro il femminicidio“.

 

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