L’Arma dei Carabinieri: una concreta opportunità professionale e di crescita per i giovani

di Chiara Sanfilippo

– Formazione specialistica di alto livello, senso di appartenenza, spirito di missione ed opportunità di carriera. E’ questo quanto il Mar. A. s. UPS Amedeo Bartoli Comandante della Stazione Carabinieri di Recco, ritiene di avere ricevuto da questa prestigiosa Istituzione una volta coronato il suo sogno di entrare nell’Arma.

Quando ha capito che voleva diventare carabiniere?

Premetto che provengo da una famiglia di militari ed appartenenti alle Forze di Polizia. Sin da piccolo i loro racconti mi affascinavano ed fin da allora ho nutrito il sogno di poter diventare parte attiva nella società. Il sogno via via che crescevo diventava sempre più preminente nella mia vita tanto da capire che doveva diventare la mia professione. E così divenne la mia priorità. Il passo successivo è stato entrare all’interno della Caserma dei Carabinieri del mio Paese dove ho trovato ciò che desideravo: un ambiente accogliente e la risposta alle mie domande.

Che cosa l’ha spinta ad intraprendere questa carriera?

Una volta entrato all’interno dell’istituzione il passo successivo è stato quello di elevare la mia posizione da Carabiniere Effettivo al ruolo Sottufficiali per poi diventare Comandante di Stazione. Come molte volte si dice “Onere ed Onori” un incarico prestigioso che da un lato della medaglia trova soddisfazioni e riconoscimenti, dall’altro sacrifici e rinunce. Ma non è forse così in tutte le professioni esercitate con serietà, responsabilità e senso del dovere?

Che percorso di studi ha conseguito per questo lavoro?

Sono entrato nell’Arma dei Carabinieri non appena ho ultimato il diploma di scuola secondaria in un istituto tecnico. All’interno poi dell’Istituzione ho subito partecipato al concorso per Allievi Sottufficiali e nel 1993 sono arrivato a Genova con il grado di Vice Brigadiere dove, grazie all’Arma dei Carabinieri, ho effettuato nel corso degli anni, vari corsi: dal più semplice upgrading / aggiornamento come quello per l’analisi criminale a corsi di formazione specialistica come quello sulla violenza di genere e gli interventi da effettuare in particolari condizioni.

Che cosa le piace di più di questo lavoro?

Mi piace tutto! Per me non è un lavoro, è la mia vita, è la mia famiglia (questo lo dice anche mia moglie!). Per anni ho lavorato in reparti in cui non avevo un vero e proprio rapporto diretto con il pubblico in quanto le nostre “indagini” erano e sono, per quei reparti, dirette a contrastare le organizzazioni criminali: i nostri obiettivi erano quindi quelli di perseguire in maniera diretta i malviventi. Per fare questo dovevamo pertanto essere “trasparenti”, essere “invisibili” per poter osservare ed agire.

Oggi invece, essere tornato dopo diversi anni al Comando di una Stazione Carabinieri diventa per me un ritorno alle origini dell’arruolamento. Qui divento “visibile”, sia per la divisa che indosso sia perché sono, siamo e continuiamo ad essere sul territorio il punto di riferimento per tutti i cittadini. La nostra attività va dal semplice “consiglio”, molto vicino al supporto psicologico volto a tranquillizzare il cittadino, al più complicato dei reati da perseguire. Noi tutti siamo “Per la gente fra la gente”.

Qual è la parte più difficile del suo lavoro?

La parte difficile arriva in quei momenti in cui il nostro lavoro entra in contatto con i sentimenti, con la parte più intima di ognuno di noi – a questo mi riferivo prima quando accennavo al supporto psicologico. Nonostante la situazione possa condizionarci emotivamente non possiamo esimerci dall’essere sempre Carabinieri quindi anche in questi casi molto delicati, dall’ascoltare, aiutare e tranquillizzare. Alla fine il nostro lavoro, la nostra professionalità non può venire meno.

L’Arma dei Carabinieri in questo rappresenta un grande Organismo sempre al passo con i tempi e pronta a prepararci e a formaci con costanza e con continuità. La secolare esperienza dell’Arma non lascia scoperto nessun settore o livello di preparazione: i corsi di formazione specialistica che vengono ordinati dall’Arma raggiungono tutti i livelli addestrativi e territoriali in modo tale da fornirci i mezzi per affrontare la quotidianità. La formazione ci aiuta a non essere impreparati quando dall’altra parte della “scrivania” ci troviamo le cosiddette fasce deboli della nostra società (anziani, minori, donne vittime di violenza ecc.). Di fronte a queste situazioni “borderline”, alle quali si potrebbe pensare come non specificamente rientranti nella nostra sfera di competenza, siamo comunque in grado di dare un primo aiuto o una mano anche semplicemente indirizzando gli utenti e, in connubio con altri Enti, cercando di risolvere le loro problematiche, continuando quindi a fare il lavoro per cui siamo stati chiamati e del quale abbiamo fatto la nostra passione, missione.

Cosa direbbe ad un ragazzo che sogna di diventare carabiniere da grande?

Gli trasmetterei il frutto della mia esperienza e con esso credo proprio anche la mia passione. Gli parlerei col cuore in mano raccontandogli ciò che troverà all’interno della grande famiglia che è l’Arma dei Carabinieri, ma non gli nasconderei certamente dei sacrifici personali che lo aspetteranno che saranno ricompensati con gioie, personali e professionali. In tale ottica credo potrà scegliere consapevolmente di entrare a far parte della storia e mettere a frutto le esperienze accumulate sia prima di entrare nell’Arma che dopo. In un presente così difficile in cui è altrettanto difficile scorgere nuove opportunità di crescita, l’opportunità offerta dall’Arma rappresenta per i giovani d’oggi una concreta scelta e possibilità di carriera, in un quadro sano e forte caratterizzato da reali valori, da grande senso civico e di responsabilità.

Se potesse tornare indietro sceglierebbe ancora questo lavoro?

Farei senza dubbio o riserva alcuna la stessa scelta! Entrare in questa istituzione storica fatta di uomini ed eroi, che da sempre hanno lottato per il bene di questo paese, è per me motivo di orgoglio ed onore…. ed è con orgoglio ed onore che indosso questa uniforme. La voglio salutare e ringraziare per l’opportunità che mi ha dato con questa intervista, augurandomi la più ampia collaborazione fra l’Arma e tutti quei cittadini che giornalmente giungono a Recco per qualsiasi motivo e chiuderei con una frase storica del mio vecchio comandante il Colonnello Filippo Ricciarelli “solo una squadra affiatata raggiunge i risultati migliori”.

 

Se sei rimasto interessato da questo articolo, leggi anche l’intervista al Comandante dell’arma dei carabinieri di Santa Margherita.