Nicoloso/ Una mostra per insegnare

di Chiara Sanfilippo

Nella mattinata di domenica 19 Marzo si è conclusa al Museo Ebraico di Genova, presso la Sinagoga, la mostra  “ Educati alla guerra –  nazionalizzazione e militarizzazione dell’infanzia nella prima metà del ‘900 ” curata dal  Prof. Gianluca Gabrielli, ricercatore  all’Università di Macerata ed  organizzata dalla Comunità Ebraica di Genova  in occasione delle Celebrazioni del Giorno della Memoria.

L’ allestimento genovese ha visto la collaborazione di  alcuni alunni  del Liceo Scientifico “Nicoloso da Recco” che sotto la guida della Prof.ssa A. Chicco, ideatrice del progetto , hanno  contribuito alla ricerca di documenti dell’epoca, all’allestimento delle bacheche ed alla preparazione di un video sui bambini liguri deportati nei campi e non più tornati .

Ma l’aspetto più importante è dato dal fatto che gli studenti del Liceo Nicoloso , hanno fatto da guide , illustrando la  mostra , in lingua italiana ed inglese, ai visitatori ed ai ragazzi delle varie scuole .

La mostra inaugurata domenica 5 Febbraio ha visto infatti la partecipazione entusiasta di numerose scolaresche della Liguria .

L’ALLESTIMENTO INTERNO

All’ interno dello spazio adibito alla mostra erano presenti diversi pannelli che mostravano fotografie di giornalini o libri di scuola dell’Italia fra la prima e la seconda guerra mondiale, il tutto accompagnato da didascalie esplicative.  Due salette adiacenti  erano invece dedicate alla sezione riservata alla sorte dei bambini ebrei, dapprima integrati nella scuola statale, poi emarginati ed infine deportati . Particolarmente suggestiva era la presenza della giacca a strisce appartenente a Liana Milu , deportata ad Auschwitz .

Le  bacheche contenevano  oggetti appartenuti ai ragazzi del periodo fascista, come giocattoli , pagelle, libri e quaderni.

GLI ARGOMENTI DELLA MOSTRA

La mostra verteva sull’educazione di bambini ed adolescenti dal 1861 ( unità d’Italia ) alla fine  della seconda guerra mondiale.

Gli studenti del “Nicoloso” hanno mostrato come l’intera organizzazione dell’istruzione e dell’educazione fascista fosse orientata ad inculcare  “il culto della guerra” anche con l’istituzione della così detta Opera Nazionale Balilla (ONB) , alla quale i ragazzi e le ragazze erano obbligati ad aderire indossando divise diverse a seconda della loro età. Ai bambini venivano insegnati i nomi e l’uso delle armi, le quali ,molte volte, diventavano i loro giochi.

Spesso, veniva  chiesto ai bambini di contribuire alla guerra preparando indumenti per i soldati o  scrivendo  lettere ai soldati al fronte (  i ragazzi chiedevano di andare a combattere con i militari, mentre le ragazze volevano  andare a fare le crocerossine per aiutare i feriti ed i malati).

Spesso gli incitamenti alla guerra erano messaggi, magari subliminali, contenuti nelle pubblicità, nei libri di scuola , nei fumetti  per i ragazzi,  dove il nemico era rappresentato come malvagio, inducendo quindi i bambini a pensare che fosse giusto combatterlo. Per abituare i ragazzi alla prospettiva militare venivano rappresentati figure di ragazzi con l’uniforme dei balilla che proiettavano ombre di soldato.

 

 

PER CONCLUDERE

Durante la sua apertura la mostra è stata visitata da circa quarantacinque scuole, i cui alunni si sono mostrati sempre molto interessati a questi argomenti. Le scuole, inoltre, non hanno esitato a lasciare giudizi positivi ed entusiasti sui ragazzi del “Nicoloso” che hanno fatto da guide .

Si può dunque affermare che la mostra ha avuto un grande successo, soprattutto a livello scolastico, ed ha potuto permettere di informare in maniera coinvolgente i giovani sugli strumenti adottati dal regime fascista per indottrinare i ragazzi e farli crescere come veri e propri soldati.

 

 

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