SPECIALE PANDEMIA/La notte di San Lorenzo

Ogni uomo ha un motivo per guardare le stelle. Il pragmatico si orienta. Il curioso si pone domande. Il sognatore vede in esse ciò che nessun altro potrebbe intravedere.

Forse perché, come diceva il poeta francese Cristian Bobin, “In cielo c’è una stella per ognuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri dolori non possano mai offuscarla”. Probabilmente è questo il motivo per cui il 10 agosto del 2020 mi sono trovata sulla spiaggia ghiaiosa di Santa Margherita Ligure.

Santa Margherita Ligure - Santa Margherita di notte ” stupenda “

La notte delle stelle cadenti

Tutti gli anni giovani e meno giovani si recano sulle spiagge, sui terrazzi o anche solo presso il davanzale della finestra nella speranza di vedere le meteore. Ma quell’anno è stato diverso dagli altri. Nessuno si sarebbe mai aspettato che a due mesi dalle premonizioni di un ottimista Paolo Fox sull’anno a venire si sarebbe scatenata una pandemia.

Si comincia sempre credendo che non possa accadere perché troppo simile ad uno scenario da comic statunitense. Un virus fuggito da un mercato orientale dà il tocco esotico necessario a rendere la possibilità del contatto talmente lontana da non sembrare reale. Eppure il 23 febbraio vennero chiuse le scuole in Liguria.

Sarebbe stato solo l’inizio di lunghi mesi di isolamento in cui il rimpianto più diffuso sarebbe stato quello di non avere un cane. Eppure la scuola finì e i comuni riaprirono. Ripresero le uscite in un impeto talmente sfrenato da non farmi rendere conto di quanto la gente fosse disperata.

Faccia a faccia con noi stessi

Io, come molti altri, sentivo addosso il peso della clausura e cercavo di far finta che quella realtà facesse già parte del passato, che non potesse più colpire me e gli altri. Ma sotto il cielo stellato tinto delle lacrime di un santo è impossibile non fare i conti con se stessi.

E’ affascinante come ci siano delle immagini e dei suoni in grado di oltrepassare ogni ponte e mettersi in contatto con l’anima. Persino la scienza si è impegnata a cogliere il motivo di questo successo artistico senza essere arrivati ad una vera e propria conclusione.

Uno sguardo al passato

In un momento del genere si ripensa a tutte le persone che non ci sono più o che sono costrette dalla malattia che non potranno vedere lo spettacolo che sto vedendo io. Ci si rende conto come non mai che bisogna vivere in questo mondo che miete vittime in continuazione, ma che rimane bellissimo.

Ma ci si può riuscire per davvero? La risposta è sì. L’ottimismo è un buon modo per andare avanti per il semplice fatto che l’alternativa è cadere. E se non si cade è o perché non si è mai perso l’equilibrio (e in tal caso non vedo perché non seguire l’ottimismo se ha già avuto dei buoni risultati) o perché si è avvertito il rischio della caduta e il suo potenziale.

L’infinito potenziale dell’uomo

Siamo delle macchine incredibili. Siamo stati in grado di fare molte cose grandiose e possiamo farne anche di migliori. Ma senza la difficoltà non ci potrebbe essere il progresso. Questo non significa che sia impossibile il fallimento.

Al contrario: la maggior parte delle volte si fallisce. Per fare un esercizio alla perfezione è necessario un allenamento continuo fatto di cadute e risalite.

Solo con la forza di volontà si può sperare di raggiungere le stelle.

SPECIALE PANDEMIA/La notte di San Lorenzo

SPECIALE PANDEMIA/Come una giornata