LETTERATURA AL FEMMINILE/Rapallo spicca con il premio “Donna Scrittrice”

Quest’anno è Simona Vinci che con il suo libro “Mai più sola nel bosco” si aggiudica la vittoria della 36^ edizione del “Premio Nazionale per la Donna Scrittrice Rapallo 2020”.  In gara con lei per il premio finale c’erano anche Silvia Ballestra con “La nuova stagione” e Melania Mazzucco con “L’architettrice”.

Scopriamo il concorso

Questo concorso letterario è nato nel 1985 per l’idea di un giornalista, Pier Antonio Zannoni che istituì questo premio con l’intenzione di valorizzare la letteratura femminile. Il Comune di Rapallo fin dalla prima edizione si è mostrato interessato, promuovendolo insieme alla Banca Carige.

La giuria solitamente è composta da alcuni critici letterari che votano i tre libri migliori tra le proposte. Queste tre scelte in seguito vengono giudicate non solo dai critici, ma anche da una giuria popolare. La cerimonia finale di premiazione si svolge a Rapallo, solitamente a Villa Tigullio.

2020/2021: un periodo particolare per questo premio

Rimandata dal 2020 all’11 febbraio 2021, la cerimonia finale si è tenuta nel Salone Consiliare del Comune di Rapallo con parte della giuria e le scrittrici collegate in videoconferenza. 

Presenti fisicamente alla premiazione erano: il sindaco Carlo Bagnasco, il coordinatore del premio Pier Antonio Zannoni, il Presidente del Consiglio Comunale Campodonico, alcuni addetti ai lavori, la vicepreside dell’istituto Liceti, il preside del “Da Vigo-Nicoloso” Guido Massone e quattro studenti che rappresentavano parte della giuria popolare. 

Per quanto sia stata un’esperienza diversa rispetto agli scorsi anni, non è mancata la partecipazione della giuria e delle scrittrici stesse che hanno raccontato il loro rapporto con le storie scritte e risposto a diverse domande.

“L’architettrice”, Melania G. Mazzucco

Viene raccontata la storia, e più precisamente la carriera, di una ragazza, Plautilla, che decide di dedicare la vita alla pittura, scultura e architettura. Ambientato in una Roma barocca, quindi intorno al 1600, la ragazza deve confrontarsi con una società ancora molto maschilista e patriarcale, dove l’uomo è quello che lavora, mentre la donna sta a casa dietro ai figli. Plautilla però non demorderà e riuscirà a diventare la prima “architettrice” della storia moderna.

Il titolo spicca particolarmente: è immediato ed efficace. Questo sottolinea che nel libro non si parla di un “architetto” qualsiasi, ma di una donna che, in una società diversa da quella odierna in questione di parità, riesce ad ottenere qualcosa di grande e “da sottolineare”.

“La nuova stagione”, Silvia Ballestra

Il libro parla di due sorelle, Nadia ed Olga, che decidono di vendere il caro terreno del padre nelle Marche, non per caso terra natale della stessa scrittrice. La storia è contornata da diversi flashback, dove le due donne ricordano tutti i migliori momenti del luogo, e dai diversi colloqui con i possibili acquirenti. Questi sono tutti maschi, descritti come “ambigui”, ricchi e volenterosi di rovinare tutto il terreno per darlo in pasto alle multinazionali e ai commerci intensivi.

In questo libro il tema della parità rimane decisamente in secondo piano, ma ne emerge uno diverso altrettanto importante: l’ecosostenibilità e la situazione disastrosa attuale del nostro pianeta. Multinazionali che pensano solo al profitto, continuando ad inquinare e rovinare la natura che ci circonda, continue emissioni di gas tossici per animali e piante, è così che vogliamo rovinare il nostro mondo? Vogliamo vedere rovinarsi e sparire in questo modo la natura?

“Mai più sola nel bosco”, Simona Vinci

E’ difficile spiegare in modo uniforme la trama di questo libro, che è una via di mezzo tra un saggio e un romanzo. Vediamo analizzate ed interpretate in chiave moderna le più famose fiabe dei Fratelli Grimm, che tutti noi probabilmente abbiamo sentito quando eravamo piccoli.  Partendo da un semplice libro Simona Vinci si ritrova a parlare anche un po’ di se stessa e delle sue paure, che molte volte diventano anche le nostre, indirettamente rappresentate e “tirate fuori” da queste fiabe.

I due fratelli, Jacob e Wilhelm, sono stati considerati per generazioni degli scrittori misogini: le loro storie rappresentano infatti costantemente ragazze “vittime”, disobbedienti e punite per le loro azioni. La situazione può cambiare? E se leggessimo queste favole con occhi diversi?  La Vinci si preoccupa di dare risposta a queste domande e di iniziare ad analizzare le storie, mettendo in evidenza le figure femminili di queste che, molte volte, non erano vittime, ma bensì la “chiave risolutiva” delle faccende.

Aspettando la 37^ edizione di questo premio facciamo i complimenti a Simona Vinci e a tutte le altre scrittrici che hanno presentato dei titoli a loro volta interessanti e degni di nota, tanto da arrivare in finale.

Si spera in un interesse sempre più maggiore, soprattutto da parte delle nuove generazioni, al mondo della lettura. Leggere ci aiuta a costruire un nostro ideale, un pensiero critico, impedendoci in questo modo di “massificarci”, di omologarci al resto delle altre persone, prendendo il “sentito dire” come veritiero.

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