Mar Ligure/Cosa sta cambiando?

Nel mese di maggio la nostra classe ha partecipato, presso il saloncino della succursale, a un incontro con un biologo dell’Area Marina Protetta di Portofino (AMP). Dopo una breve introduzione nella quale egli ha spiegato la divisione dell’area in tre zone (A, B e C) ed elencato i permessi e le restrizioni che bisogna rispettare, ci ha esposto i problemi che i cambiamenti climatici hanno portato e stanno tuttora portando nel fragile ecosistema dell’area.

Le zone della AMP

+1° C: può veramente fare la differenza?

Una delle principali problematiche è legata all’innalzamento delle temperature delle acque, che nel 2018 è stato pari a 0.78° Celsius. Sembra assurdo che un innalzamento di questo genere possa provocare cambiamenti tanto grandi nella flora e nella fauna di un particolare ambiente, ma se si considera che il cambiamento di temperatura di 1 grado nelle acque corrisponde a circa 10/15 gradi sulla terraferma e che determinate specie sopravvivono soltanto a determinate temperature con uno sbalzo massimo di 1 o 2 gradi si capisce la gravità della situazione. Non bisogna inoltre dimenticare che il calore della terra assorbito dagli oceani e dai mari, in questi ultimi anni, è molto elevato e influenza le temperature a profondità superiori ai 700 metri.

29 ottobre 2018: l’inizio della fine

Un altro grosso problema è stata la mareggiata del 29/30 ottobre scorso che, con la sua violenza, ha distrutto e devastato ogni cosa, persino le profondità del mare. Come hanno notato gli esperti, è ormai da qualche anno che, tra i mesi di settembre e novembre, in Liguria si verificano nubifragi e mareggiate di relativa potenza. Nessuno, però, si aspettava una portata di questo tipo: purtroppo bassa pressione, temperatura del mare pari a 25° e aria fredda proveniente dall’Atlantico sono il mix perfetto per la formazione di onde alte più di 10 metri. Questo è ciò che è accaduto nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 2018. I danni più evidenti sono stati quelli relativi al crollo della diga del porto di Rapallo che ha fatto sì che yacht e piccole imbarcazioni venissero catapultate sugli scogli della passeggiata e tra gli stabilimenti balneari e quelli relativi al crollo della strada che collega i comuni di Santa Margherita Ligure e Portofino.

Rapallo
La strada per Portofino

Praterie di posidonia: prima e dopo

Molti non sanno, però, che questa mareggiata ha sconvolto anche e soprattutto l’ecosistema marino, a partire dalla posidonia oceanica. Pianta marina tipica del Mediterraneo, la posidonia è fondamentale per la produzione di ossigeno, per la nascita di ecosistemi che possono ospitare fino a 350 specie diverse e per prevenire l’erosione delle coste. Con il suo fogliare, infatti, smorza la forza delle correnti e delle onde proteggendo il fondale e le zone costiere. Ad ottobre, però, neppure le grandi praterie di posidonia presenti nella zona dell’Area Marina Protetta sono riuscite a resistere alla violenza della mareggiata. Da una lunghezza media di 1 metro, le foglie di posidonia attualmente misurano 2 o 3 centimetri. I resti si sono depositati sulle spiagge. Dovranno passare ben 50 anni prima che la posidonia raggiunga le dimensioni medie.

Prima della mareggiata
Dopo la mareggiata

Pinna nobilis: estinzione totale

Un’altra conseguenza della mareggiata è la scomparsa quasi definitiva degli esemplari di Pinna nobilis. Conosciuta comunemente come “nacchera di mare”, la Pinna nobilis è un mollusco costituito da una conchiglia bivalve e vive attaccata ai fondali sabbiosi nelle praterie di posidonia. Già a rischio di estinzione prima della mareggiata, a causa della sua bellezza per cui persone senza scrupoli la raccolgono, gettano via l’animale e portano a casa le valve mostrandole come veri e propri cimeli e a causa di un parassita killer proveniente dalla Spagna, questa specie era stata dichiarata protetta. A partire dal 2017 l’Area Marina aveva dato inizio a un progetto di monitoraggio delle nacchere e aveva calcolato, fino all’inizio di ottobre 2018, una mortalità pari al 35%. Dopo la mareggiata, questa ha raggiunto il 100%.

La Nacchera di Mare

Mar Ligure: un nuovo mare tropicale

Ma una delle conseguenze principali dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento delle temperature delle acque è la scomparsa di alcune specie animali e l’arrivo di altre. Questo provocherà, e in parte sta già provocando, grandi cambiamenti: il Mar Ligure si sta mano a mano trasformando in un mare tropicale. Specie tipiche del Mar Rosso, come per esempio il velenosissimo pesce scorpione e il pesce palla stellato, sconvolgeranno l’ecosistema dell’AMP.

Il pesce scorpione
Il pesce palla maculato

E allora: perché nessuno ne parla?

In quest’ultimo periodo i cambiamenti climatici sono nel mirino di opinione pubblica e alte cariche dello stato. Purtroppo l’interesse dei media si concentra esclusivamente su desertificazione e scioglimento dei ghiacciai, senza però fare riferimento a qualcosa di concreto e sicuramente più vicino a noi, come per esempio l’innalzamento delle acque e delle temperature. È da anni che i biologi marini sottolineano queste problematiche senza ricevere una risposta in cambio e il risultato che le persone comuni pensano a salvaguardare luoghi lontani che sembrano irraggiungibili, senza rendersi conto che i cambiamenti più grandi stanno avvenendo sotto i loro occhi.

APPRENDISTA CICERONE FAI

Mar Ligure/Cosa sta cambiando?

La “Nave delle Armi”