16 marzo 1978. Da 38 anni Aldo Moro è in ostaggio

image

di Veronica Arnoldi
Il giorno 2 marzo 2016 presso il teatro delle Clarisse di Rapallo alcune classi del nostro liceo Giovanni Da Vigo-Nicoloso Da Recco hanno avuto l’onore di incontrare di persona la figlia di Aldo Moro, Agnese,

durante un’interessante conferenza sulla figura di suo padre come uomo politico e non solo.
Due ragazze, membri della nostra redazione Sharing, hanno avuto l’onore di condurre la conferenza: Rossella Carta e Rachele Alvarado.
Le due sono state subito messe a loro agio dalla signora Agnese, che ha notato la loro agitazione e sorridendo ha detto che non vedeva l’ora di cominciare quella conversazione ”in famiglia”. La donna ha focalizzato il racconto sulla parola “perdono” e su come lei, nonostante suo figlio diciannovenne sia molto contrario, ci tenga particolarmente che sia fatta giustizia, attraverso la riconciliazione, incontrando di persona coloro che hanno tolto la vita a suo padre. Tutti i presenti, immaginandosi Aldo Moro come personaggio storico, grande esempio di integrità ma anche un uomo statico e a volte distaccato, si sono sorpresi quando, una volta chiesto di descrivere suo padre con qualche parola, Agnese ha risposto che era ”buffo”, umano, un amico, una persona comune con un enorme potenziale. Agnese è una donna affabile e ”normale”, che tiene a testimoniare davanti a noi giovani quella che per lei è una storia importantissima, non in modo drammatico e soffocante, ma con solarità e dedizione. Rossella parlando della sua esperienza dice: ”Agnese Moro è una signora davvero forte, molto sensibile, che vede con occhi arguti il mondo, e quando ci ha tranquillizzato dicendo “siamo in famiglia” io mi sono sciolta perché in cuor mio ho capito che sarebbe stata un’esperienza unica, in compagnia di una persona speciale che ne ha passate tante ma conserva il suo profondo ottimismo. Ci ha raccontato moltissimo di quegli anni, ci ha fatto immedesimare nella sua vita di bambina, fino al punto di farci sorridere con un velo di lacrime. Spesso mentre presentava a tutti noi le sue posizioni attuali, o la narrazione delle sue sensazioni sul rapimento e sulla morte di suo padre, si girava verso me o Rachele quasi a cercare un consenso, o a ribadire: siamo in famiglia, parliamo tutti insieme” e “Il risentimento è una zavorra inutile che ci si porta appresso tutta la vita, perciò è il perdono la parola chiave, che solleva da un peso enorme e permette di tornare a vivere serenamente: questo il messaggio forte di Agnese a tutti noi. È stato davvero bello provare in prima persona a tenere una conferenza: la responsabilità e l’emozione erano forti ma Agnese ci ha sostenuto essendo molto esauriente. Nel complesso è andata alla grande! L’evento è stato un momento speciale per tutti, ci ha toccato nel profondo.” Rachele invece ci racconta: ”Ha parlato di suo papà in modo scherzoso e affettuoso, rendendolo più vicino a noi e di conseguenza rendendoci anche le sue idee più vicine. Poi un’altra cosa che mi ha colpito è stata che non si è presentata come vittima, non ha incentrato il suo discorso sul dolore da lei provato. Ma anzi ci ha dato tantissimi consigli pratici.”
Insomma la nostra scuola ci ha dato l’occasione di conoscere una persona davvero speciale ed illuminante che ha fatto cambiare punto di vista a proposito del perdono ad alcuni di noi e -perchè no- magari anche a voi. Speriamo che ci si presentino sempre più di frequente opportunità simili a questa.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *