Libro o tablet? Con la carta si impara di più
di Rossella Carta
– Nell’era in cui la tecnologia dilaga a macchia d’olio, possedere uno smartphone e/o un tablet è ormai diventato un must, naturalmente da utilizzare in continuazione per ogni evenienza. È inoltre risaputo che sia approdata anche in Italia da qualche tempo la Scuola 2.0, che prevede l’utilizzo di supporti tecnologici come parte integrante del metodo di apprendimento. Ma quanto di buono c’è nel nuovo provvedimento didattico? E quanto di negativo? È indubbio che le ricerche, le presentazioni, le informazioni e la celerità con cui esse vengono effettuate o assimilate sia enormemente valorizzata ed efficiente, ma attenzione!
Mai, mai, mai lasciare la carta stampata. Perché?
Esistono numerosi vantaggi intramontabili, su cui tutti saranno concordi: la sensazione della carta al tatto, nessun fastidio agli occhi, la necessità di anche una sola piccola candela per leggere… inoltre, per avvalorare questa tesi sono stati effettuati numerosi studi di spessore, perché a quanto pare “Leggere sulla carta fa capire di più!”
Il cervello processa lo stesso testo in modo diverso, a seconda che lo si legga su uno schermo digitale oppure stampato su carta. Secondo gli scienziati americani Geoff Kaufman e Mary Flanagan, quando si usano tablet o simili si tende a dare un’occhiata veloce ai contenuti, soffermandosi essenzialmente su dati e fatti. Se invece si utilizza il classico libro di carta, la lettura è più approfondita e permette di produrre delle inferenze, cioè di cogliere significati e messaggi non detti esplicitamente e, dunque, di leggere tra le righe. Perciò benissimo la qualità 2.0, ma ragazzi: tenete cari i vostri libri!