Maturandi & Temi / Quel confine che ci interroga

Scorrevano gli anni Sessanta e la televisione mandava in onda l’ultimo singolo di Elvis Presley. Improvvisamente le trasmissioni vengono interrotte e un filmato sconvolge milioni di telespettatori in tutto il mondo: un uomo, l’americano Armstrong, che per primo tocca il suolo lunare. Sbalordita è l’umanità: il confine vagheggiato da Galileo è stato superato, quella luna che sembrava così lontana toccata. Il confine diventa quindi una sfida da cogliere, un’avventura da portare a termine.
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Scorre l’anno 2016 e la televisione manda in onda quasi giornalmente storie di uomini, donne e bambini che attraversano i propri confini stravolti dalla guerra per cercare di sopravvivere. Molti non riescono ad arrivare: conoscono la potenza del mare sulla loro pelle e ne rimangono sconfitti. Quelli che ce la fanno trovano che qualcosa intorno a loro è cambiato: non sono più Mohammed, Malala e Abdul, i loro nomi sono dimenticati e sostituiti da profugo, emigrato, diverso.

Alessia Terrile

 

Ho esaminato il concetto di confine come confine da abbattere e da oltrepassare. Confine da abbattere perché il confine si crea per allontanare il diverso, per evitare il confronto (ho fatto l’esempio massimo dei campi di concentramento che con il filo spinato confinavano coloro che non si confermavano ai canoni ariani) e confine da oltrepassare ho usato la metafora continuata dell’Ulisse dantesco che oltrepassa il confine delle colonne d’Ercole. Ai giorni nostri i profughi e gli studenti sono simili all’Ulisse, i primi abbandonano tutto ciò che è familiare in nome di una destinazione ignota carichi di speranza, poi quando giungono a destinazione assumono la connotazione di immigrati. Vengono posti dietro al confine umano dell’indifferenza e spesso trovano muri contro sui vanno a sbattere le loro speranze. Invece gli studenti, alla soglia del liceo e all’ingresso nell’età adulta abbandonano la loro Itaca, tutto ciò che è sicuro e certo, in nome della sete di conoscenza, della curiosità. Non sempre il viaggio ha esito certo, ma non siamo stati fatti per vivere come bruti, ma per varcare la frontiera.

Rachele Alvarado

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