Il passaggio da biennio a triennio agli occhi di Caterina D’Amico

di Caterina D’Amico

– L’anno si sta pian piano avvicinando alla sua fine e con questo alcuni dei nostri ragazzi si avviano anche verso la fine dei primi due anni di liceo. Ma quali sono i pensieri e le paure che nascono nel passaggio fra biennio e triennio?

Il passaggio da biennio a triennio spesso causa un gran sconvolgimento. Bisogna cambiare il metodo di studio per alcune materie, metodo che era stato così faticoso da trovare. Si cambiano molti professori e l’ansia da prestazione ci assale.

Ogni alunno ha diverse speranze e paure riguardo a questo “grande cambiamento”

I desideri

Logicamente, al primo posto fra i desideri, vi è quello di passare l’anno e, per gli studenti del liceo classico, di riuscire a tradurre e a studiare gli autori che verranno fatti.

Sicuramente un altro dei desideri principali è quello di non sprecare l’anno. Pertanto, bisogna mettercela tutta per riuscire ad arrivare fino in fondo, così da imparare il più possibile. A questo proposito, la speranza maggiore è quella di capitare con dei professori qualificati, così che l’apprendimento sia facilitato.

Le paure

Una delle paure che più ci angosciano è che l’anno sia troppo duro. Da questo consegue l’ansia di non riuscire a passarlo.

Non sono pochi i momenti in cui la paura che incute il triennio di un liceo – nel mio caso di un liceo classico – ha la meglio sulla buona volontà di studente. I voti spesso non sono incoraggianti – è molto in voga l’hashtag #mainagioia che sintetizza un po’ lo stato d’animo di noi studenti.

Sorge quindi spontanea la tentazione di cambiare scuola e dedicarsi a un qualcosa di più semplice, come la coltivazione di patate e di carote. Non manca chi, in vista del triennio, scoprendosi una talentuosa pallavolista durante le lezioni della Bombardiere, decide di cambiare completamente indirizzo e di andare ad un liceo sportivo!

E poi circolano voci che al triennio circoli un qualcosa di mostruoso chiamato alternanza scuola-lavoro. La sua identità è ai più sconosciuta. Gli studenti che sono sopravvissuti all’alternanza – e son veramente pochi – non hanno ben chiaro in che cosa consista questa esperienza da tanto scioccati ne sono rimasti. Potete ben capire che è normale venga un po’ di ansia!

Ma dopotutto…

Dopotutto, si sa, è al triennio che si possono fare le più follie. Il triennio è un percorso, non una destinazione. Quindi non ci aspetta che aspettare che arrivi e viverlo a pieno. Non a caso, dicono che siano proprio questi gli anni più belli della propria vita.

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