Sharing/Vince Raminelli, l’intellettuale alla ricerca del sublime

Su WhatsApp il suo stato è emblematico, “purché sia sublime”. E il giorno dopo la serata che lo ha visto vincitore della prima edizione di Sharing sembra questa la descrizione più azzeccata di Raffaele Raminelli, lo studente della 5C dello Scientifico che ha rovesciato tutti i pronostici della vigilia.

La gara ufficiosa sembrava molto chiara: Rachele Alvarado o Serena Tartarini. Le due avevano indubbiamente tutte le carte in regola per presentarsi non solo come future giornaliste, ma come vere e proprie esperte di comunicazione. Poi c’era lei, Camilla Podini, che aveva cominciato il tutto nel silenzio e nel riserbo più assoluto, ma che – settimana dopo settimana – dal profilo Twitter di Sharing aveva scalato la classifica e giocava sempre di più il ruolo di outsider in una competizione che all’inizio sembrava riservata agli studenti di quinta, ma che invece si è rivelata apertissima. Infatti non solo la Tartarini – di quarta – si era imposta senza mezzi termini nel finale di stagione come la donna “acchiappa visualizzazioni” per i suoi servizi e i suoi articoli, ma pure la giovane Camilla Groppo di terza aveva compiuto un percorso professionale impressionante, dimostrandosi intuitiva, estrosa e profondamente audace. Poi è arrivata la semifinale, l’esclusione a sorpresa di Chiara Motta – la concorrente dalla penna più efficace sulle tematiche di attualità – e le porte della finale, con la Giuria totalmente a digiuno della storia e del percorso dei cinque candidati, si sono rivelate foriere di un percorso ricchissimo di colpi di scena. Il primo è arrivato sull’editoriale scritto dai finalisti sulla crisi dell’Europa: Camilla Groppo non ha convinto fino in fondo col suo pezzo e la Giuria, pur tra mille dubbi, ha dovuto eliminarla. Ma il terremoto che ha fatto tremare tutta la Redazione di Sharing è avvenuto al secondo round, quello dedicato ai video: l’esclusione dell’Alvarado è parsa a molti quasi come la decapitazione di una Regina già comodamente seduta sul suo trono. I giudici non potevano sapere, ma lì la gara è davvero cambiata. Rachele è stata forse penalizzata dall’audio, forse dall’articolazione del servizio, ma sta di fatto che i tre rimasti in gara si sono ritrovati in una situazione radicalmente inedita. Il copione annunciato era saltato e tutto diventava possibile. L’intervista ai candidati rimasti pareva potesse portare a nuove certezze: la Podini stravince la manche e Serena è eliminata pagando il fio di iniziare per prima e di trovarsi più volte spiazzata. Senza la Alvarado e la Tartarini sembrava un altro Sharing e l’uomo che, sornione, si era sempre presentato in coda a tutti, eterno gregario di una competizione fra donne, ha fatto il colpaccio. L’ultima prova, l’intervista a Pettinaroli, diventa decisiva: Camilla all’inizio evita proprio l’argomento Regeni per il quale il direttore del Secolo del Levante era stato invitato e si butta sul giornalismo. Raminelli ne approfitta e apre squarci e riflessioni interessanti e inaspettati. La cronaca dirà che la Giuria, prima di decidere il verdetto ultimo, ha voluto ancora una volta ascoltare una domanda di Raffaele, penalizzato dai pochi minuti a disposizione per il dialogo con Pettinaroli. A quel punto tutto diventa scontato: Raminelli vince e convince e tutto il suo percorso, le sue idee, la sua ostinata ricerca della meticolosità e del sublime in ogni articolo e in ogni pezzo si mostrano come la vera arma vincente di questa prima edizione, l’arma segreta. Il bello della storia è che lui lo aveva chiaramente rivelato a tutti sul suo stato di WhatsApp. Purché sia sublime, diceva il cellulare di Raminelli. E così stato. Alvarado e Podini andranno allo IULM lo stesso, Tartarini e Groppo – c’è da aspettarselo – le risentiremo molto presto. Sul palco di una finale che, la prossima volta, potrebbe avere un copione ben diverso. Ma questo Raffaele, forse, lo aveva già capito molto tempo fa. Forse se ne era accorto proprio il giorno in cui aveva scritto quella frasetta. Tre parole che, a rileggerle oggi, paiono non solo una certezza, ma una vera e propria dichiarazione d’intenti.

Sharing/Vince Raminelli, l’intellettuale alla ricerca del sublime

Crisi di mezz’età

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *