SPRECO/I dietro le quinte della scuola

Lo spreco è un tema molto importante e dibattuto in molti ambiti: scolastico, domestico, sportivo e lavorativo sono solo alcuni dei settori in cui è presente il tasso più alto di dissipazione non solo di alimenti, ma anche di tutto ciò che riguarda i prodotti utilizzati in queste sfere. Tuttavia esistono diversi modi per evitare questa perdita, anche se molti di essi non vengono attuati. In questo nostro articolo ci soffermeremo in particolare sullo spreco nelle scuole, luogo in cui in molti casi, il tema viene sottovalutato e arginato. 

La notizia

Il 21 aprile Daniela Lo Verde, 53 anni, preside dell’istituto Giovanni Falcone dello Zen di Palermo, è stata arrestata per corruzione e peculato insieme al vicepreside Daniele Agosta. I due per mesi si sarebbero appropriati del cibo e di apparecchi tecnologici destinati ai ragazzi acquistati con fondi europei. L’inchiesta coinvolge anche una terza persona: Alessandra Conigliato, anche lei agli arresti domiciliari. Si tratta di una dipendente di un negozio di informatica che avrebbe regalato ai due dirigenti tablet e cellulari. 

L’inchiesta nasce dalla denuncia di un’insegnante della scuola che aveva sentito Lo Verde e Agosta commentare un furto di computer avvenuto a scuola.

Il sindaco di Palermo tramite la Fondazione Sicilia assegnò alla scuola un contributo di circa tremila euro per riacquistare le attrezzature rubate.

Con l’accaduto è intervenuto anche il ministro dell’istruzione Valditara che ha firmato un provvedimento di sospensione per la dirigente e il suo complice e a sostegno degli studenti e i tutto il personale a breve invierà degli operatori psico.

Il modello e i problemi

Ci siamo perciò chieste cosa succede in una scuola, e come funzionano i finanziamenti di cui usufruisce ogni anno. Abbiamo allora preso come esempio la nostra scuola, “intervistando” il preside.

Innanzitutto le scuole hanno accesso a molti fondi, divisi principalmente in ministeriali e bandi Europei.I primi servono principalmente per l’amministrazione e la didattica, sono quindi quelli “basilari”. Gli altri sono autoesplicativi: sono offerti dall’Unione Europea e si richiedono, appunto, attraverso un bando; si sfruttano per investire in miglioramenti, nelle strutture e nella formazione. I bandi finalizzati principalmente per la scuola sono i PON (Programmi Operativi Nazionali) e il neonato PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). «Questi fondi sono relativi a determinate linee di intervento governativo, e quindi devono essere spesi dalla scuola a seconda dell’intervento. Ad esempio, in questo momento abbiamo dei fondi tutti legati al digitale. Se volessimo, invece, legarli a qualcos’altro, come una campagna anti spreco dell’acqua e quindi comprare borracce, dispenser e purificatori, non potremmo, poiché sono fondi vincolati. Anche i PON sono fondi vincolati, ma sono maggiormente diversificati.»

Un fondo vincolato è un saldo finanziario destinato a spese già predisposte costituito da risorse accertate. Per dirlo in modo più comprensibile, sono dei soldi elargiti da investire su cose decise in precedenza. 

Il problema di questo tipo di fondo è appunto questo: è impossibile, o comunque molto difficile riuscire a “svincolare” i soldi dal loro proposito, anche una volta che non servono più. Ad esempio durante la pandemia le scuole avevano ricevuto dei fondi di cui la scuola si avvale in un contesto emergenziale, in questo caso il COVID; «la scuola ha ricevuto parecchi soldi per rifornirsi di mascherine e igienizzanti e più tardi per interventi educativi e lo psicologo scolastico». Anche adesso che l’emergenza pandemia è praticamente sparita, rimangono lo stesso dei soldi che però possono essere utilizzati solo per mascherine o solo per igienizzanti, e che quindi non è possibile riutilizzare, sprecandoli. «I fondi sono quindi differenziati, ma sono pochi quelli che la scuola può usare con ampi margini». Bisognerebbe trovare un modo per facilitare lo svincolamento dei fondi per poterli reinvestire in altri progetti 

I soldi che ogni anno vengono dati alla scuola rientrano nel programma annuale, cioè il bilancio scolastico, ma non sempre riesce a spendere i soldi forniti per questioni pratiche. Quello che rimane si chiama avanzo di amministrazione.

Questi soldi vengono spesi in funzione degli studenti:possono essere utilizzati per progetti in ambito scientifico tecnico e professionale e in ambito umanistico e sociale. Nella nostra scuola è stata, per esempio, istituita la Casa dello studente,

Quello che resta dall’anno precedente può poi essere utilizzato l’anno successivo e può essere vincolato o non vincolato: se è vincolato i soldi vanno usati per le stesse voci se invece non è vincolato si può usare per altre attività.

I progetti vengono pensati dai docenti ma anche gli studenti li possono proporre che poi verranno discussi nel collegio docenti.

 

Il fatto che il sistema dei finanziamenti alla scuola ponga dei vincoli sull’utilizzo dei fondi, ovvero che non sia facile liberarsi della spesa dei progetti originari, è una garanzia di controllo delle risorse scolastiche. Tuttavia, se venisse confermata la fine di un progetto dovrebbe essere facilitato l’utilizzo alternativo dei fondi rimasti non spesi.

Il primo passo contro lo spreco è quello di non tralasciare ideee iniziative che possono nascere da studenti o docenti, non tanto mirate all’acquisto di oggetti ma piuttosto allo sviluppo di una sensibilità contro lo spreco nei settori che ci circondano.