CAMOGLI/200 tombe finite in mare

Lunedì 22 febbraio 2021 alle ore 15:30 è crollata l’ala est del cimitero di Camogli. La vecchia struttura muraria.Questa, che ospitava circa 200 feretri, si è sbriciolata sotto il peso degli anni e del sale marino, che annacqua e disgrega il cemento in un andirivieni di reazioni chimiche. Responsabili finali del disastro sono stati il vento, la pioggia e, perché no, anche il destino, che, in un istante esatto, hanno deciso di congiungersi sfarinando tonnellate di mattoni, cemento, bare e resti organici dei nostri cari congiunti camogliesi.

I fatti

Attenendoci ai fatti la causa è stato il crollo di un edificio, in cui “non vivevano” circa 200 persone; sempre rimanendo alla cronaca si è verificato un crollo gigantesco e inaspettato, che miracolosamente non ha fatto registrare alcuna vittima, nemmeno un ferito. Ma indubbiamente c’è un però, un’anomalia: questo edifico ospitava o meglio conteneva al suo interno i resti di persone già morte. Quei resti che chi saltuariamente e chi costantemente visitava per una preghiera o per un semplice ricordo. Per cui una ferita esiste anche se esattamente non sappiamo in quale organo sia assestata.

Che cosa ci addolora?

La tomba è la dimora ultima, la “casa” dell’eternità, dove risiedono i nostri cari ed è un luogo, uno spazio privato, un perimetro fisico con mattoni, marmo, sabbia e pietre, che hanno il compito di custodire i nostri cari. Come tutte le proprietà prevede qualcosa di inaccessibile al pubblico. Se questa inaccessibilità viene violata si avverte una condizione di frustrazione simile al furto nell’appartamento, in cui la pena della violazione di uno spazio privato è peggiore della sottrazione stessa dei beni. Ma è veramente così? La risposta è ovviamente no, non è così, ma lo è sempre stato.

Storia

Dagli antichi egizi in poi nella costruzione delle tombe sprecavano il loro ingegno i più grandi architetti. La Basilica di San Pietro nasce come una tomba, l’Arco di Trionfo a Parigi è un’enorme tomba, le Piramidi sono tombe. Siamo consapevoli del pregio di questi loculi sia per ciò che contengono sia per ciò che rappresentano. Quindi se dovessimo registrare quello che è successo realmente a Camogli è che abbiamo sottovalutato l’importanza che hanno i sentimenti, abbiamo sottovalutato il dolore, che potrebbe determinare la violazione di una tomba, abbiamo perso una piramide di Cheope, un Arco di Trionfo e anche un po’ di San Pietro per duecento volte. Come sempre si è riposto su ciò che serve ora e subito la maggiore attenzione e abbiamo dimenticato una cosa antichissima e nobilissima, che non ha nulla a che vedere con la religione e che non ha in sé qualcosa di utile: la pietà. Non sapevamo che potesse essere così doloroso.
Sicuramente una lezione l’abbiamo ricevuta e speriamo che dal crollo in poi si farà più attenzione a tutto ciò che ha a che fare con i sentimenti di tutti. Ci consegna un po’ di sollievo il fatto che i duecento feretri di quel pezzo di cimitero, che è morto anch’esso accasciandosi sulla scogliera, verranno custoditi in un tempio molto più prezioso: il mare. Ogni mare quindi conterrà i resti dei duecento feretri del cimitero di Camogli.