-Sharing.school torna come ogni settimana con #zainoinspalla, rubrica attraverso la quale si esce dalla quotidianità per immergersi in una realtà vicina, distante o semplicemente “diversa”.
Oggi vi parlerò di due città norvegesi, terza e quarta meta di una crociera che ho vissuto tempo fa e diretta a Capo Nord, patria del “sole a mezzanotte” e dell’Aurora boreale.
Bergen e lo splendore di una città norvegese
La città è situata sulla costiera della contea di Hordaland, nella regione del Vestlandet, in Norvegia ed è la seconda più popolata del Paese dopo la capitale. Il centro cittadino e i quartieri settentrionali si affacciano su un piccolo fiordo, il Byfjord, mentre il resto della città è circondato da montagne, per questo Bergen è anche definita :” La città delle sette montagne”.
Si tratta del centro amministrativo dell’Hordaland ed è divisa in distretti, tra i quali il Bryggen, classificato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1979.
E’ un centro internazionale di acquacoltura, trasporto navale ed estrazione del petrolio offshore, mentre a livello nazionale si afferma in settori come il turismo e la finanza.
Bryggen, il molo di Bergen
La parola significa “Bryggen” significa “molo” e si tratta dello storico quartiere lungomare della città di Bergen. La sua bellezza si riscontra nelle case di legno edificate in linea e sede dei commercianti della Lega Anseatica dal XIV al XVIII. Per la maggior parte si trattava di tedeschi che si occupavano delle attività amministrative della Lega e dei magazzini.
Grazie a loro, la città divenne un’importante sede di commerci e gli scambi commerciali riguardavano soprattutto alimenti, come lo stoccafisso proveniente dal Nord e i cereali provenienti dal Sud Europa.
Gli edifici furono ricostruiti a seguito di un incendio del 1702 che distrusse gran parte dell’area e attualmente circa un quarto degli edifici sono ancora originali (tra i quali costruzioni risalenti al XV secolo). Le piccole “casette” ospitano ristoranti, luoghi di attività legate al turismo e musei tra i quali il museo Anseatico.
Trondheim: un fiordo e una città
La città è situata nella contea di Sør-Trøndelag, in Norvegia, e ne è il capoluogo amministrativo. Si tratta della terza città più popolata del Paese ed è la più settentrionale tra le grandi città.
Al numero di abitanti vanno sommati i circa 30.000 studenti che frequentano l’università cittadina, una tra le più riconosciute d’Europa. La città si affaccia sulla sponda del fiordo di Trondheim ed è attraversata dal fiume di Nidelva. In corrispondenza del solstizio d’estate il sole sorge alle h. 3:01 e tramonta alle h. 23:38, anche se le nottate sono comunque caratterizzate da una luce crepuscolare. Durante il solstizio d’inverno invece, il sole sorge alle h.10:01 e rimane molto basso all’orizzonte. Questa parte dell’anno è caratterizzata da una luce molto debole e un freddo intenso.
La stagione in cui la bellezza di Trondheim si esprime in tutte le sue forme è l’estate, momento dell’anno caratterizzato anche da un turismo costante dato anche dalla presenza quasi odierna di navi da crociera. Come Bergen, la città è stata costruita tenendo a mente le meraviglie del territorio che, anche se non ricco di spazi verdi, presente una pulizia e una cura nei confronti del territorio ammirevole.
La cattedraledi Nidoraos
Un luogo che non può mancare della visita dei turisti diretti a Trondheim è la grande e imponente Cattedrale. Si tratta della chiesa più famosa della città e, l’arcidiocesi norvegese fondata nel 1152, ha avuto sede per molti anni in questa cattedrale.
La chiesa è in stile romanico-gotico ed è un’importante tappe per i pellegrini del Nord Europa, nonché la maggiore attrazione turistica della città. La facciata è decorata da statue di personaggi biblici e da quelle dei re norvegesi. Ancora oggi, nonostante diversi lavori di restauro, si possono ammirare al suo interno numerose parti antiche. Luogo di culto di assoluta importanza non solo per Trondheim ma per tutta la Norvegia, sorge sulla tomba di re Olaf il Santo, storico personaggio e fervente uomo di fede che con le sue gesta favorì e difese il cristianesimo in Norvegia.
Queste due città, Bergen e Trondheim mi hanno fatto cogliere la bellezza delle costruzioni semplici, magari povere di comfort ma adatte all’ambiente circostante. Ammirando paesi e città norvegesi ognuno di noi può rendersi conto del fatto che i palazzi e le opere pubbliche non sono parte difettosa del territorio e non conducono affatto alla sua rovina. Ogni cosa è costruita nel modo giusto e le bellezze del territorio non vengono nascoste.
La preferenza a spostarsi a piedi piuttosto che in macchina caratterizza una buna parte della popolazione, che preferisce essere in possesso di una bicicletta piuttosto che di uno scooter o di una macchina.
Se sei interessato a conoscere altre realtà vicine, lontane o semplicemente “diverse”, visita questi altri articoli della nostra rubrica #ZainoInSpalla:
Gennaio equivale al mese più triste dell’anno per vari motivi: le temperature basse, la fine delle festività, il ritorno negli uffici e nelle aule, le giornate ancora molto corte, le ore di buio ancora prevalenti, contribuiscono a tenere l’umore basso. Questi fattori portano la maggioranza della popolazione, come spiegano alcuni studi, a definire gennaio il mese “per eccellenza” della depressione. Con l’inizio dell’anno le persone per tradizione tendono a porsi alcuni obiettivi. Questo di per sé potrebbe essere un fatto positivo, avere dei buoni propositi stimola la mente a muoversi per realizzarli. In realtà spesso accade che questi nuovi obiettivi siano in parte frutto diidee “riciclate”, di attività e di scelte che non si è riusciti a fare nel passato. Questo può spingere a sentirsi ancora più depressi.
Con i buoni propositi le persone cercano di sentirsi bene con loro stessi e in mezzo agli altri. Anche questo però lascia sottintendere che qualcosa forse in precedenza non ha funzionato, che molti desideri non sono stati soddisfatti.
Le prime settimane dell’anno si tende dunque a dare inizio a nuovi progetti, a fare programmi ben delineati nel tempo e nei modi. Questo spinge a impegnarsi, a prendersi delle responsabilità e porta anche a sentire il dovere di portarli a termine. Da un alto questo risulta positivo, dall’altro il dovere incombente può generare altra ansia.
Alcuni studiosi hanno dirittura indicato il terzo lunedì del mese come giorno cruciale per il picco di depressione. Lo hanno chiamato ‘Blue monday’ e hanno spiegato che solo in quel momento il cervello realizza definitivamente che le festività natalizie sono finite. Questo è il risultato di un’equazione creata da Cliff Arnall, uno studioso dell’università di Cardiff. La teoria è stata pubblicata nel 2005 e ha fatto molto scalpore tra gli studiosi e nell’opinione pubblica.
Anche se in realtà l’equazione su cui si basa viene ritenuta da molti priva di basi scientifiche, molti psicologi indicano dei rimedi e consigliano tra l’altro di affrontare questo giorno modificando le proprie abitudini quotidiane.
Sarà davvero così? Davvero gennaio è il mese più depressivo dell’anno? Se guardiamo i lati positivi possiamo vedere che le giornate sono sì ancora corte ma in realtà si stanno già allungando. Il freddo può dare fastidio ma può anche essere una scusa per starsene in casa davanti al camino a leggere un bel libro. Il brutto tempo può spingerci anche a guardare un bel film in televisione, o addirittura andare a teatro o al cinema. Chi è appassionato di sport invernali approfitta della neve per praticarli. Per chi ama lo shopping o ha bisogno di rinnovare il guardaroba gennaio è anche il mese dei saldi.
In realtà bisogna comunque considerare che la depressione è anche una malattia che può colpire chiunque ma, in quanto malattia, può anche essere curata. Se da un lato l’inverno può facilmente acuirne i sintomi, dall’altro c’è sempre la speranza che si possa debellare. Chissà che tra i buoni propositi di qualche ricercatore non ci sia per il 2023 quello di sconfiggerla.
Il Taijiquan (太极拳) è un’arte marziale Tradizionale Cinese praticata da molti secoli, che nel tempo si è sviluppata in diversi stili, quali lo stile Chen, lo stile Wu, lo stile Sun e lo stile Yang.
Prima di vedere quali sono i benefici del Tai ji e le diverse forme e stili di questa disciplina, facciamo chiarezza in merito alla terminologia.
Premetto che nella lingua cinese, i caratteri sono la stilizzazione di antichi “disegni” che tipicamente esprimono concetti anche complessi e strettamente legati alla cultura e storia cinese. Ad aumentare la confusione della traduzione subentra il sistema di translitterazione fonetica. In effetti, quello usato oggigiorno è stato codificato e diffuso in Cina dagli anni ’60. Prima di quel tempo vi erano diversi sistemi codificati dagli occidentali e il più usato era il Wade-Giles. Il tempo, l’apertura della Cina all’occidente e la difficile e scarsa conoscenza della lingua hanno portato all’attuale e spesso imprecisa scrittura.
Prendendo ad esempio il nostro termine, che nel sistema fonetico cinese si scrive Tai Ji Quan, se utilizzassimo il sistema Wade-Giles diverrebbe T’ai Chi Ch’uan.
Ciò ha portato a non pochi malintesi specie sul termine Ji (Chi) assumendolo al termine corrispondente di “energia” che, nella traslitterazione ufficiale, si pronuncerebbe Qi. Quindi i tre caratteri che compongono il termine Taiji Quan sono: Tai(太) significa il migliore, il supremo, come Ji(极) è il punto massimo, l’estremo. Insieme indicano l’Origine Assoluta. Aggiungendo Quan(拳), che si può tradurre con pugno, arte marziale o anche movimento, esprime così la sua connotazione di “arte del movimento originario”. In occidente si sono originate svariate traduzioni come “il pugno supremo “, “pugilato della suprema polarità” ecc.… Infatti il Taiji mette in relazione la filosofia taoista della dualità, Yin e Yang, con la medicina tradizionale cinese. I primi documenti ritrovati che riguardano il Taijiquan risalgono al 1600 con lo stile Chen, mentre lo stile Yang è attualmente il più diffuso e popolare.
Lo stile Wu è invece un’evoluzione diretta dello stile Yang, la cui caratteristica principale è la leggerezza dei movimenti uniti a una grande efficacia sia terapeutica che marziale.
Il Taijiquan è conosciuta per avere effetti benefici sia dal punto di vista psicologico, sia dal punto di vista fisico in quanto favorisce il controllo dell’equilibrio e il recupero di agilità e forza, soprattutto se praticato da soggetti più anziani.
Riassumendo brevemente i benefici maggiormente documentati dagli ormai numerosi studi medici esistenti sono: equilibrio, forza, miglioramento del sistema cardiovascolare, delle condizioni psicologiche e molti altri studi hanno dimostrato un rafforzamento del sistema immunitario, del sonno e della qualità della vita in generale.
L’analisi dell’efficacia del Taijiquan parte dall’analisi sulle cause che comportano le principali alterazioni dell’andatura e della postura che ormai affliggono una buona parte dei ragazzi. L’esercizio di questa disciplina può, attraverso la pratica costante, contrastare e inibire tutte le problematiche legate alla schiena e altri problemi muscoloscheletrici.
Non vi sono particolari controindicazioni per il Tai Ji. Questa disciplina è infatti adatta per giovani e anziani, sportivi e persone sedentarie.
Tuttavia, se soffri di un problema muscoloscheletrico o di una condizione medica che influenza le tue capacità di movimento, o se stai assumendo dei farmaci che causano vertigini o confusione, prima di seguire un corso di Tai Ji ti consigliamo di chiedere un parere al tuo medico.
Con buone probabilità, sarà lui stesso a spronarti a intraprendere questo meraviglioso viaggio verso l’equilibrio e il benessere fisico e spirituale.
Pochissime ore fa è stata annunciata con grande soddisfazione la novità del brand parigino Louis Vuitton. Il progetto in questione è il risultato di un’ampia iniziativa che darà vita al primo hotel targato LV. L’intento è quello di riprendere l’eleganza, l’esclusività e il lusso di un marchio apprezzato nel mondo e che adesso si trasformerà in una strutttura a tutti gli effetti sorprendente.
Vantaggi e innovazioni nei quartieri parigini
Louis Vuitton avrebbe scelto come sede per il nuovo hotel lussuoso il centro di Parigi, più precisamente verrà collocato nella Rue di Pont Neuf, un quartiere ricco di vita notturna ed eventi aperti a tutti. L’esperienza garantita da questo progetto, afferma Michael Burke, offrirà ai clienti interessati la possibilità di immergersi totalmente nelle proposte del brand.
L’idea è quella di offrire un servizio mai realizzato prima, fornendo vantaggi e innovazione a un quartiere parigino elegante e particolare come quello scelto per la costruzione dell’hotel. Una vera e propria rappresentazione edificata nel centro della città natale del marchio. Non si sa precisamente a quali canoni estetici si ispirerà l’edificio, ma tutto fa pensare a una riuscita strepitosa della costruzione: una nuova “casa per la moda”
Solo l’inizio di un successo ambito
Sembra che questo sia solo uno dei primi progetti di LV e l’inizio di una catena di alberghi, negozi e caffè nella capitale francese; il progetto mira ad estendersi in tutto il mondo. A proclamare questa notizia è il presidente e amministratore delegato Michael Burke, che in un’intervista ha lasciato sognare i suoi ascoltatori. L’albergo presenterà una panoramica a 360° di lusso, stupore e ospitalità: ciascuno avrà la possibilità di godere della “vista più spettacolare del mondo“- afferma Burke – “con scorcio sulla torre Eiffel e Notre-Dame de Paris“.
La sua posizione è stata studiata anche dal punto di vista panoramico per colpire a tutti gli effetti i visitatori. Seguirà l’inaugurazione di uno spazio chiamato LV Dream, in cui verrà presentata la collaborazione di Louis Vuitton con diversi artisti, accompagnato da un negozio di articoli regalo e una caffetteria gestita dal capo pasticcere dell’hotel Cheval Blanc.
Un’esperienza conivolgente a 360°
L’interesse degli ideatori non è dunque quello di esporre a tutti gli effetti i beni di lusso e i prodotti, quanto di far provare l’esperienza di entrare in una boutique di alta moda. L’intento non è quello di comprare esclusivamente articoli costosi, ma di godere della raffinatezza di ogni invenzione e design, profumo, colore.
Si tratta di un obiettivo ambizioso? assolutamente sì, ma a tutti gli effetti realizzabile. L’edificio sarà anche ecosostenibile e moderno, punterà a un migliore sfruttamento degli edifici del quartiere e ad attirare fino a 2000 visitatori al giorno. Si parla di 4omila m², una decina di sale con disposizioni di vario tipo e attività da proporre ai agli ospiti. Con un’attività di sette giorni su sette, garantendo il benessere collettivo, susciterà l’interesse di tutti. Sembra davvero essere una nuova promessa per la moda