Serie A: comanda il denaro?

a cura della Redazione Sport
– I nostri nonni si ricordano di Cucchiaroni, Verdeal, Frustalupi e Vieri.
I nostri padri si ricordano di Pruzzo, Nela, Mancini e Montella.

Difensori e attaccanti, fenomeni impossibili da dimenticare; avevano una marcia in più, forse hanno avuto una fortuna in più: passare in rassegna nel capoluogo ligure.
La storia si ripete, ciclica e ineluttabile: Genoa e Sampdoria sono una fabbrica di talenti, un trampolino di lancio.
A noi giovani la memoria non può farci un fallo: i nomi degli ex grifoni e blucerchiati, ormai diventati miti, li abbiamo impressi nella mente: Milito, Palacio, Borriello, Perotti, Icardi, Eder o Poli sono solo alcuni dei giocatori che stanno rendendo grande il calcio italiano. Fautori di numerose reti e vittorie, i grandi ex del Genoa e della Sampdoria non sono che il risultato di trattative finanziarie, articoli da mercato. Purtroppo, anche nel mondo del calcio, l’equazione soldi=potere gioca titolare. I presidenti delle grandi italiane di serie A, attenti e acuti, sono per la maggior parte dei casi veri e propri personaggi del mondo delle finanze, pronti a sfruttare le loro molteplici possibilità economiche nei confronti di società minori. Subendo la legge del più forte, involontariamente o volontariamente, le società meno potenti realizzano assist alle prime della classe che, come è consuetudine, non perdono occasione per un acquisto importante, una trattativa redditizia o un buon affare per segnare il goal, decisivo.

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I più forti di sempre?

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