DANTE/Il valore del “divino”
Recentemente è al centro dell’attenzione pubblica l’episodio avvenuto in una scuola di Treviso, dove due famiglie musulmane hanno ottenuto una dispensa affinché i loro figli non studiassero la Divina Commedia per motivi religiosi. Questo episodio ha acceso un dibattito sull’importanza dell’opera dantesca e il suo ruolo nel curriculum scolastico.
Dante Alighieri è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi poeti della letteratura mondiale. La sua opera magna, la Divina Commedia, è una delle pietre miliari della cultura occidentale. Scritto nel XIV secolo, il poema è un viaggio allegorico attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, che esplora temi eterni come la giustizia, la redenzione e l’amore divino. La grandezza della Divina Commedia risiede non solo nella sua profonda spiritualità, ma anche nella sua straordinaria ricchezza linguistica e nella complessità della sua struttura narrativa. La capacità di Dante di fondere elementi teologici, filosofici e letterari ha reso la Commedia un’opera di inestimabile valore educativo, capace di arricchire il bagaglio culturale di qualsiasi studente, indipendentemente dalle sue convinzioni religiose.
Ridurre la Divina Commedia a una mera espressione religiosa significherebbe sminuire la vastità del suo contributo alla cultura umana. Dante non è solo un poeta religioso; è un osservatore acuto della natura umana e della società. La sua opera affronta temi di ordine morale, politico e sociale, riflettendo sulle virtù e i vizi dell’umanità, sulla giustizia e sull’ingiustizia, sulla salvezza e la dannazione. La Commedia, infatti, è un’opera profondamente radicata nel suo tempo, ma che trascende i confini storici e geografici per parlare all’animo umano in ogni epoca. La sua rilevanza va oltre il contesto cristiano, rendendola un’opera di grande importanza anche in una prospettiva laica e interculturale.
Un aspetto affascinante e spesso poco conosciuto della Divina Commedia è il suo rapporto con l’Islam. Dante visse in un’epoca in cui la cultura europea era in costante dialogo e confronto con il mondo islamico. Questo è evidente nella sua conoscenza della filosofia e della scienza arabe, oltre che nelle numerose allusioni alla letteratura islamica presenti nella sua opera. Ad esempio, alcuni studiosi hanno ipotizzato che la struttura del viaggio dantesco possa essere stata influenzata dal “Mi’raj“, l’ascensione celeste del profeta Maometto descritta nella letteratura islamica. Sebbene Dante ponga Maometto in Inferno, come segno del conflitto religioso del tempo, la sua opera dimostra una complessa interazione con il pensiero e la cultura islamica, sottolineando il dialogo interculturale che ha caratterizzato il Medioevo.
La decisione di esentare alcuni studenti dalla lettura della Divina Commedia per motivi religiosi solleva importanti questioni su come affrontare la diversità culturale e religiosa nell’educazione. Tuttavia, è cruciale riconoscere che l’opera di Dante offre un patrimonio di conoscenza e riflessione che va ben oltre le differenze religiose. La Divina Commedia è un’opera universale, che appartiene all’intera umanità e che continua a essere una fonte inesauribile di ispirazione e conoscenza. Privare gli studenti di questa esperienza significherebbe privarli di una parte fondamentale della nostra eredità culturale comune.