Morto capo isis: “mente” delle stragi di Parigi.

Il tramonto dell'isis
Il tramonto dell’isis

– Ieri, 10 dicembre, il mondo ha raggiunto un grande traguardo.
La mente degli attacchi terroristici di Parigi è stata uccisa da un drone a Raqqa, capitale dell’Isis.

di Letizia e Manal

Chi c’era dietro agli attacchi?

Boubaker el Hakim, 33 anni, ha progettato l’assalto contro Charlie Hebdo e quello al Bataclan.
Appartenente a una famiglia numerosa di Parigi, possedeva due passaporti e, fin da giovane, è stato uno dei ragazzi più radicalizzati del paese, insieme ai suoi due fratelli Said e Cherif Kouachi.
Nel 2003 creò una rete di jiadisti, che seguiva Al Zarqawi, il leader di Al Qaeda.
Venne arrestato e condannato a sette anni di prigione. Appena uscito apparve in un video di esecuzione dell’Isis, che fece crescere il suo rango.
La sua morte non è stata ancora confermata dal pentagono, ma, delle prove emerse dal drone che lo ha presumibilmente ucciso, saranno controllate a breve.
Obama ha rivendicato i successi avuti con l’Isis.
“Finora- afferma- i vertici jiadisti uccisi sono 120”
Possiamo solo sperare che la guerra al terrorismo finisca.
Qual’è il loro vero scopo?
Ormai è noto a tutti il loro vero scopo: diffondere terrore e, per un certo periodo, sono riusciti nel loro intento, causando terribili conseguenze. Definiscono se stessi “guerrieri della religione” e credono di essere mandati da dio per diffondere l’Islam. Non si rendono conto che i loro progetti e le loro azioni sono inutili, perché ripudiate dai veri islamici: coloro che cercano di ristabilire i propri ideali, infangati da questi pazzi, facendo uso della parola, al posto delle armi.
La lotta al terrorismo raggiunge un grande risultato.
Per molti, questa morte, è una notizia di scarso rilievo, ma, per le centinaia di vittime causate dalle stragi in Francia e per le altre migliaia in tutto il mondo, questo è un piccolo, ma importantissimo passo in avanti nella lotta al terrorismo. È una atto di giustizia, o meglio di riscatto, per tutti coloro che hanno dovuto dire addio agli amici, alla famiglia e al mondo, a causa di un’ideologia, creatasi probabilmente in un momento di odio o di crisi.
Quello che conta, adesso, è mettere da parte le divergenze, rimanendo uniti in questa lotta contro il terrorismo, perché si sa l’unione fa la forza.

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