La “Nave delle Armi”

Il 20 maggio 2019 la nave saudita Bahri Yanbu era attraccata al porto di Genova per caricare due generatori elettrici della ditta italiana Teknel. Quello che secondo la Capitaneria di porto e la Prefettura era materiale di natura “civile”, era stato invece considerato come materiale militare destinato al conflitto in Yemen dai “Camalli”- lavoratori del Porto di Genova- e dal sindacato, che si erano quindi rifiutati di caricare i generatori a bordo della nave.

Portuali, associazioni pacifiste, forze politiche di sinistra e associazioni cattoliche hanno aderito alla protesta lanciata dai lavoratori delle banchine e dalla Cgil sulla scia di quanto già avvenuto a Le Havre, il porto dove dovevano essere caricati 8 cannoni Caesar diretti a Gedda e da lì al conflitto in Yemen.

«Vogliamo segnalare all’opinione pubblica nazionale e non solo che, come hanno già fatto altri portuali in Europa, non diventeremo complici di quello che sta succedendo in Yemen» hanno dichiarato Enrico Poggi ed Enrico Ascheri di Filt-Cgil come riporta il Secolo XIX.

“Porti chiusi alla guerra. Porti aperti ai migranti” è il motto dei manifestanti.

Ieri 20 giugno 2019 ha attraccato al porto di Genova la Bahri Jazan, ‘gemella’ della ‘Yanbu. Dopo la comunicazione ufficiale dell’altro ieri che la nave saudita non imbarcherà i generatori della Teknel, lo sciopero che era stato annunciato dai portuali è stato revocato.

I generatori sono al momento fermi al terminal Csm ma potrebbero essere caricati su un camion e trasportati via terra verso un altro porto.

Sulla protesta dei portuali è intervenuto il governatore ligure, Giovanni Toti, che scrive: «Ma non è assurdo che qualcuno voglia che dai nostri porti non si imbarchino questi prodotti, mentre in Liguria (e per fortuna) molte migliaia di persone lavorano per Fincantieri che fa navi militari e sommergibili, per Leonardo che fa radar e missili, per Oto Melara che fa cannoni navali e mezzi blindati, per Piaggio che tutti speriamo sviluppi presto droni militari?»

Per questo i manifestanti accusano Toti di mettere sullo stesso piano la produzione di materiale militare di aziende liguri destinato agli armamenti di eserciti di stati democratici attualmente non in conflitto, e la vendita di materiale bellico verso un paese in guerra.

È una situazione molto complessa dove entrambe le parti hanno validi argomenti a loro favore, può risultare difficile avere le idee chiare sulla questione e schierarsi completamente da un lato, ma la cosa importante è che ogni posizione venga rispettata.

La “Nave delle Armi”

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